Le 10 piste nere più difficili del Trentino

Le 10 piste nere più difficili del Trentino, non necessariamente le più difficili, impegnative o divertenti ma di sicuro fascino per tutti

piste nere più difficili del Trentino

Non è detto che le piste più difficili e impegnative siano anche le più divertenti. Una pista può essere piacevole anche solo per i panorami, per il ritmo della discesa, per il tipo di neve… Però una pista nera, qualsiasi nera, ha una marcia in più. Dà soddisfazione. E che tu sia uno sciatore esperto o meno, quando arrivi in un comprensorio dove prima non avevi mai sciato, vai subito a cercare la nera per vederla, gustarla e confrontarti con la pista e con te stesso. Le piste nere hanno pendenze generalmente superiori al 40%-50% e, in alcuni rari casi e per brevi tratti, anche superiori al 70% (l’inclinazione viene misurata in percentuale e non in gradi): il colore scuro della discesa non dipende solo dalla sua pendenza ma anche dalla larghezza della sede sciabile (più è stretta e affollata e più è complicata), dall’esposizione al sole e di conseguenza dalla qualità e quantità della neve (una pista sul versante nord della montagna sarà sempre più ghiacciata di un’altra) e dalla frequenza con cui viene battuta.

Le 10 piste nere più difficili del Trentino

Alcune delle piste nere più difficili del Trentino ospitano anche gare di Coppa del Mondo di sci alpino e di Coppa Europa: lunghe e difficili, con muri da brivido, perfette per chi vuole misurare le proprie capacità e provare l’ebbrezza della velocità. Ecco in ordine sparso… la Top 10 delle piste nere del Trentino.

La Tognola 1 di San Martino di Castrozza

La pista Tognola 1 si distende sotto la cabinovia e si snoda con un tracciato eterogeneo lungo la foresta dell’Alpe Tognola nella parte nord del Lagorai per oltre 5 Km di lunghezza con 700 metri di dislivello. Lunghissima, divertente e con panorami incredibili sulle Pale di San Martino. L’esposizione a nord-est garantisce sempre una buona qualità della neve sia al mattino che nel pomeriggio. Il primo tratto, largo e ricco di cambi di pendenza e direzione, è considerato rosso e, con pista libera, è l’ideale per divertirsi a condurre le curve fino in fondo ma è l’ultimo terzo della pista a fare la differenza, ripidissimo e adatto solo a sciatori esperti. Gli altri si arrangiano con “la variante azzurra” decisamente più facile. La Tognola è omologata FIS e su di essa vengono organizzate gare di specialità Gigante, Speciale e Super G, ed ha anche ospitato gare di Coppa Europa.

La Pala di Santa a Pampeago

unisce due caratteristiche che possono aumentare, nel caso, la difficoltà: alla pendenza (siamo) si aggiunge il fatto che, nonostante venga perfettamente preparata ogni notte, la neve possa accumularsi ‘pericolosamente’ sul pendio, obbligando lo sciatore ad un eventuale ed impegnativo slalom. Una seggiovia e l’unico skilift della zona servono quest’unica pista arrivando fino a 2400 metri di quota su una delle vette del Latemar. Dietro, si vola a picco per 600 metri fino al Passo Lavazè. Davanti c’è lo spettacolo di questa “pala” il cui primo tratto è apertissimo, molto sopra il livello della vegetazione, facile ma spesso battuto dal vento. Più sotto la pendenza si fa sentire parecchio. Si può andare a cercare i tratti più dritti che toccano il 60% di pendenza massima: la pista è battuta perfettamente ma al pomeriggio sul muro si formano inevitabilmente dei cumuli che bisogna evitare disegnando serpentine tra di essi o saltandoli direttamente. All’arrivo, fate prendere fiato alle gambe.

piste nere più difficili del Trentino

La Olimpionica 2 di Andalo

É di gran lunga la pista più tecnica di tutta la ski-area della Paganella: l’Olimpionica 2 è il tratto centrale di tutta l’Olimpionica (che ovviamente comprende anche la 1 a monte e la 3 a valle). Il muro principale è stato per anni la casa di Bode Miller e di Ted Ligety e ora accoglie gli allenamenti di tutta la nazionale norvegese: se Aksel Svindal e Kjetil Jansurd vincono sempre, forse dipende anche da quanta duramente questa pista li ha preparati alle competizioni.

Le Direttissime di San Martino e dello Spinale

Ci sia concessa la licenza di citare due piste a 100 km di distanza ma che portano lo stesso nome. E non a caso si chiamano “Direttissima”: quella di San Martino di Castrozza, decisamente ripida, parte dai 2250 metri di Punta Ces e arriva fino al paese. L’altra, 3.5 km famosi per essere stretti, tortuosi e con secchi cambi di pendenza, parte dalla cima del Monte Spinale a 2100 metri di quota e termina 585 metri più sotto a Madonna di Campiglio, appena fuori dal centro, tra la stazione a valle della funivia e il 5 stelle Chalet del Sogno.

La Ciampac ad Alba di Canazei

Pista da uomini veri. Quella del Ciampac, altrimenti chiamata ‘la pista del bosco’ scende dalla conca del Ciampac a 2160 metri di altezza fino ai 1500 del paesee passa sotto la funivia per tutta la sua lunghezza. In passato ha ospitato gare di Gigante e di SuperG di Coppa Europa e di recente è stata sistemata portandone la larghezza fino ad un minimo di 40 metri come richiesto dagli standard internazionali. Questo ha snaturato un po’ la parte iniziale dove c’era una esse che oggi non è più stretta e decisa ma ne ha addirittura aumentata la verticalità in quel tratto. I dati del Dolomiti SuperSki la indicano come la più pendente con una media del 34% spalmata su un tracciato di 2,5 km che richiede un impegno costante e che è caratterizzato da alcuni muri che raggiungono il 50% e un dislivello totale di oltre 600 metri. La posizione del pendio, rivolto a nord e immerso nel fitto della foresta, fa in modo che la pista sia sempre all’ombra e, di conseguenza, sempre ghiacciata, aumentando il brivido per coloro che la affrontano. non ci si stupisce se molti preferiscono scendere con la funivia piuttosto che sfidarla.

La Aloch di Pozza di Fassa

La famosa Aloch occupa da sola un versante della Cima 11 e cima 12 dei Monzoni sopra Meida, frazione sopra Pozza di Fassa e termina nello Ski Stadium con tanto di tribune permanenti. Questa è la pista di allenamento (1,6 km di lunghezza) per le specialità tecniche della nazionale azzurra. La pista – che anche quest’inverno ha ospitato come sempre uno slalom di Coppa Europa maschile e che è una delle più tecniche di tutto il Dolomiti Superski – va assolutamente provata, meglio ancora se il mercoledì o il venerdì dalle 19.30 alle 22.00 quando è aperta per lo sci in notturna. Pendenze estreme, sempre ghiacciata soprattutto quando la si aggredisce di sera dopo il tramonto, è stata votata per anni come la migliore “pista illuminata artificialmente” d’Italia. Su questa discesa è nato e cresciuto Stefano Gross, da anni il miglior slalomista azzurro. All’arrivo, il Bar Meeting è il punto di ritrovo dei migliori specialisti del mondo che vengono qui costantemente ad allenarsi: la galleria di fotografie autografate è impressionante.  Dall’altra parte della strada, di fianco alla telecabina del Buffaure, scende invece la nuova Vulcano, 2 km molto tecnici e ben 566 metri di dislivello da bere in un solo fiato.

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La Col Margherita al Passo San Pellegrino

Un nero smorzato che tende al rosso se vogliamo guardare la pista in tutta la sua lunghezza. un nero che tende al nerissimo se guardiamo solo il tratto centrale, il più impegnativo, di questa che scende da quota 2.500 fino ai 1900 del passo, proprio sul confine tra Trentino e Veneto. Esposta a nord e con a fianco una delle poche piste da freeride certificate e aperte dalla Polizia locale, è lunga quasi 3 km e intervallata da muri piuttosto impegnativi, soprattutto se percorsi in fila e senza sosta.

The rest of the best

Ci siamo accorti che sarebbe un peccato scegliere la decima pista nera più bella e lasciarne fuori altre dello stesso livello. Scegliamo quindi di riempire quest’ultima posizione citando tutte le altre nere trentine che varrebbe la pena di conoscere. La Tomba sul Ciampedie a Vigo di Fassa, dove tanti anni fa l’Albertone nazionale veniva ad allenarsi da solo col suo mentore  Gustav Thoeni. Una pista breve ma molto ripida, in mezzo a tante altre piste molto più facili, che da quel giorno prese il suo nome. non dimentichiamo nemmeno la Torre di Pisa a Predazzo nello Ski Center Latemar, tra il Passo Feudo e il Gardonè, così come va la Martinella Nord – unica nera a Folgaria –  e la nuovissima Little Grizzly a Marilleva, che parte dalla cima del Monte Vigo a quota 2179 e scende in un canalone stretto e senza vegetazione, con pendenze massime del 69%.

piste nere più difficili del Trentino

Il Canalone Miramonti a Madonna di Campiglio

Chi lo ha sciato almeno una volta (anche in notturna) e chi lo ha visto almeno in televisione durante lo slalom di Coppa del Mondo ha potuto rendersi conto di quanto siano pendenti i suoi muri. proprio i cambi di pendenza caratterizzano il Canalone, da tutti chiamato anche ” 3–Tre”: nella parte centrale si supera il 40% di pendenza e il dislivello totale è di 450 metri.  E proprio sopra alla 3-tre, la nuova pista Pancugolo ha tratti al 69% di pendenza e si connette al canalone.

La pista Tulot di Pinzolo

Sulla mappa delle piste di Campiglio, questa è la numero 100. Cifra tonda per la Tulot – 2543 metri di lunghezza con un dislivello di 881, una pendenza massima del 64% e una media del 35%. Si parte da Punta del Doss di Sabion (2100 metri) e si arriva, attraversando tutto il bosco, fino alla località omonima, frazione di Pinzolo, a 1300 metri più in basso! Dallo stesso punto parte anche la Competition, 2101 metri di lunghezza, 300 di dislivello con una punta massima del 47% di pendenza, una vera e propria autostrada bianca piena di curve che taglia la vegetazione. Non troppo lontano da qui, la variante Rododendro della Cioca sono solo 400 metri ma con un dislivello di 115 e un’inclinazione del 65%!

Credit photo: Trentino Marketing, APT Fassa, EMC, Archivio SanMartino

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