Per esempio noi abbiamo mangiato un ragno. Fritto. In Cambogia. Sapeva più o meno di gamberetti fritti, di quelli che si trovano nel fritto misto delle sagre del pesce. E comunque sono anni che, dalla Nasa a Carlo Cracco, ci dicono che in futuro mangeremo insetti. Perché ci sono circa due miliardi di persone che già lo fanno, e anzi li considerano una prelibatezza. Perché la domanda di cibo è destinata a crescere vertiginosamente e non è detto che la produzione mondiale di carne e cereali sarà in grado di soddisfarla. E perché l’agricoltura e l’allevamento intensivi cominciano a non essere più sostenibili a livello di impatto ambientale.
Però finora nessuno ci ha spiegato come mangiare questi benedetti insetti. Non Master Chef e nemmeno la Parodi, per capirci. Ma forse l’idea è venuta a tre laureate di Harvard — Laura D’Asaro, Rose Wang e Meryl Natow — che con la loro Six Foods hanno prodotto le prime patatine fatte con le cavallette, le Chirps. Niente patate, niente mais, solo fagiolini, riso e ortotteri in polvere. Il tutto cotto al forno.
Buone? Dicono che siano più adatte al gusto occidentale di qualsiasi squisitezza possiamo mangiare in Asia, e di sicuro dal punto di vista nutrizionale sono decisamente meglio delle normali chips: un sacchetto conterrebbe la metà di grassi rispetto a uno di patatine tradizionali e 7 grammi di proteine (più di un uovo, per capirci), 100% naturali, senza glutine . E come valore aggiunto c’è il fatto che per prepararle si consuma 1/2000 di acqua e si produce 1/100 di gas serra rispetto a un’equivalente quantità di patatine.
Volendo è possibile prenotare sul sito le prime confezioni da tre sacchetti (gusti disponibili: sale di mare, formaggio e barbecue) al prezzo di 15,99 dollari. Interessa?
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