Come prevedere le nevicate

La stagione dello sci è “ufficialmente” cominciata con il Ponte dell’Immacolata, ma di neve, a dir la verità, se ne vede davvero poca. Anzi, al di là della capacità di tutti gli impianti di innevamento programmato di far comunque contenti gli sciatori in crisi di astinenza, è legittimo chiedersi quando e quanto nevicherà nella stagione che sta per cominciare.

Ci si può fidare dei meteorologi? Fino a un certo punto

Negli ultimi anni diverse associazioni di albergatori hanno querelato le società che pubblicano le previsioni del tempo e qualcuno ha anche coniato per il loro il termine “meteo-terroristi”. Si dice che pioverà? Tutti a casa anche se poi splende il sole e si registrano 25 gradi. E questi errori succedano ancor più d’inverno e con le precipitazioni nevose.

Ora sciatori e amanti dell’outdoor invernale vogliono sapere se e quando le Alpi saranno totalmente imbiancate, ma è possibile una previsione a medio-lungo termine come questa? La risposta è no, categorico e inequivocabile. La gente della montagna (e anche i meteorologi seri) “sbiancano in volto” leggendo quei post virali sui social media che, ciclicamente, annunciano l’inverno a venire come il più gelido e polare di sempre.

> Per approfondire: 4 attività da fare sulla neve per chi non scia

Nevica molto se api e vespe son nervose

La soluzione è riderci sopra e affidarsi empiricamente alla tradizione con i nostri vecchi che ci insegnano come leggere la natura per prevedere cosa accadrà. Il sistema di valutazione “delle api” è comune a tutte le Alpi: se a settembre api e vespe sono palesemente nervose, aggressive ed insistenti, significa che il freddo arriverà con molto anticipo.

> Per approfondire: 7 semplici consigli per affrontare al meglio l’inverno

Guardare gli aghi dei pini per capire se nevicherà

In Trentino invece una tradizione vecchia di secoli vuole che in settembre si possa prevedere la prima neve in base alla velocità con cui i rami e gli aghi di piccoli abeti si aprono mentre nella vicina Gardena si usa guardare i crocchi (crocus albiflorus): se ci sono più fiori bianchi che lilla, l’inverno sarà particolarmente nevoso. C’è anche chi misura l’ultima fioritura autunnale delle genziane. In Val Martello si dice che l’arrivo della prima neve sia interpretabile attraverso i tempi della discesa a valle di camosci e caprioli. C’è poi chi sposta l’arrivo dell’inverno semplicemente in funzione della data dell’ingiallimento dei larici e chi conta i temporali autunnali con lampi e tuoni.

> Per approfondire: Come prepararsi alle prime sciate sulla neve

Wetterpropheten: i ‘profeti del meteo’ svizzero

In Svizzera, nella zona della Muotathal sopra Lucerna, una dozzina di anziani capifamiglia del paese si fanno chiamare Wetterpropheten (i ‘profeti del meteo’) e da due secoli scommettono sulle previsioni per la stagione a venire, ognuno con il proprio metodo – dall’analisi dei formicai alla presenza di venti particolari a quella di pigne, topi e volpi.

Cosa dicono gli elementi (o la maggior parte degli stessi) per quest’inverno? Al momento pare esserci qualche speranza di neve vera e abbondante per Natale, ma chissà chi avrà ragione tra api, aghi di pino, stambecchi, profeti elvetici ed esperti di meteo?

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