“Lo storico appuntamento con il tuffo in acqua di Capodanno“. “Il tradizionale tuffo di Capodanno“. “La rituale nuotata di Capodanno“. Da Riva del Garda a Reggio Calabria e senza dimenticare Roma, il 1° gennaio non senti parlare d’altro che di gente che si mette il costume e si tuffa nell’acqua ghiacciata di fiumi, mari e laghi della penisola (senza tralasciare peraltro i temerari del nord Europa).
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Il cimento di Capodanno: rischi e benefici
Be’, se ci stai pensando, pensaci meglio, perché tuffarsi nell’acqua ghiacciata non è uno scherzo da prendere alla leggera. Vero che secondo alcuni studi migliora le difese immunitarie, brucia calorie (allenarsi al freddo è una buona idea per dimagrire) e regala una sensazione di adrenalinico benessere attivando il rilascio di cortisolo. Ma queste sono le evidenze scientifiche ‘di scuola’.
Poi però ci sono le conseguenze pratiche evidenziate da uno studio condotto dal professor Mike Tipton, triatleta e docente di Fisiologia all’University of Portsmouth, e pubblicato sul giornale dell’U.S. National Institutes of Health’s National Library of Medicine.
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Tuffarsi nell’acqua è uno stress per il cuore
Quali sono queste conseguenze? Intanto che gettarsi di botto nell’acqua gelata è uno stress notevole per il cuore: la pressione sale di colpo, si va in iperventilazione e spesso questa cold water shock response può portare anche a inalare acqua, con tutte le conseguenze del caso. E non pensare che la temperatura dell’acqua debba essere necessariamente sotto lo zero: la risposta allo shock da acqua fredda si attiva già a 15°.
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