È l’ultima occasione per acquistare un mito: il claim non è originale, perché venne coniato nel 1993 per celebrare la fine della produzione della Renault 4, ma è perfetto anche per questa occasione. Land Rover ha comunicato ufficialmente che dopo 67 anni di gloriosa storia la Defender uscirà di produzione. Gli ultimi modelli varcheranno i portoni della fabbrica di Solihull a fine estate, e dal 31 dicembre 2015 Defender non sarà più un nome nel listino Land Rover.
Nel mondo delle automobili, e in particolare di quelle 4×4, è in qualche modo la fine di un’epoca: certo, in linea del tutto astratta un’automobile è solo un mezzo, ma ci sono oggetti in grado di trascendere il loro puro aspetto funzionale e diventare degli autentici ‘miti d’oggi’. Roland Barthes lo scrisse della nuova Citroen DS, ma l’espressione è adatta anche al Maggiolino Volkswagen, alla Mini Minor, alla Citroen 2CV, alla Renault 4 e sì, anche alla Land Rover Defender: poche automobili hanno avuto una storia così lunga e ininterrotta, e poche auto sono state oggetto di un culto così viscerale come quello dedicato al ‘The best 4×4 by far’.
Basti pensare che 3 esemplari su 4 di quelli prodotti dal 1948 a oggi sono ancora su strada, e che la Defender – o una qualsiasi delle Serie precedenti – è stato in molte occasioni il primo automezzo a raggiungere zone del mondo fino a quel momento considerate inaccessibili: per restare al nostro Paese, il fotografo ed esploratore Nino Cerani nei suoi raid automobilistici dall’Alaska alla Terra del Fuoco, da Capo Nord a Città del Capo e ancora in Asia Centrale e fin nel subcontinente indiano guidò prima una Land Rover 88 e poi una 109, antenate della Defender.
Come molte altre storie di successo, anche quella della Land Rover Defender è iniziata un po’ per caso: era il 1947 quando due fratelli che lavoravano per la Rover, Maurice e Spencer Wilks, disegnarono sulla sabbia della baia di Red Wharf sull’isola di Anglesey il profilo di un veicolo 4×4 che potesse rimpiazzare la Jeep di provenienza statunitense come mezzo robusto per la vita in campagna. Il primo modello venne presentato all’Amsterdam Motor Show dell’anno successivo, e da allora gli oltre 2 milioni di esemplari prodotti sono stati adottati da Croce Rossa, forze armate, protezione civile e Nazioni Unite come veicolo indistruttibile per le zone più complicate del mondo.
Non solo: la Land Rover Defender è anche entrata di diritto nell’immaginario collettivo mondiale tanto che ne guidano una Angelina Jolie in Lara Croft: Tomb Raider, Daniel Craig in James Bond: Skyfall e pure Helen Mirren in The Queen – La Regina (anzi la Regina d’Inghilterra ne guida personalmente una fin dal 1952) per non parlare dell’allevatore della serie animata Tv Shaun – Vita da Pecora e di Papa Francesco, che a bordo di una Defender ha salutato i fedeli nella sua recente visita pastorale in Sri Lanka.
Ora su tutto questo, e sulla passione di quanti a bordo di un Defender hanno percorso strade, dormito, esplorato e immaginato nuove avventure, cala il sipario. Ma non sarà uno showdown anonimo e incolore, perché Land Rover ha organizzato un anno intero di celebrazioni per dire addio al suo modello probabilmente più iconico: a gennaio l’artista Jamie Wardley, con l’aiuto di 6 diversi modelli di Defender, ha riprodotto sulla sabbia della stessa costa gallese che si affaccia sul mare d’Irlanda dove tutto è cominciato il profilo di una Defender lungo oltre 1 km.
Il ‘giro d’onore’ continua a Solihull dove è stata ricreata la linea di produzione della Serie I che si può visitare indossando i ‘cow gowns’, le tipiche tenute da lavoro degli operai dell’epoca per poi passare ad ammirare diverse repliche di veicoli nei vari stadi di lavorazione ricreati da Phil Bashall, il curatore della Collezione Dunsfold di Land Rover storiche (il biglietto costa 45 sterline e ci si prenota dal sito LandRover.co.uk).
E per quest’ultimo anno di produzione Land Rover ha messo in cantiere 3 modelli celebrativi, tutte con l’ultimo motore 2.200 litri diesel: il primo è l’Heritage Edition e con la livrea Grasmere Green e il tettino bianco si ispira nostalgicamente ai primi modelli (produzione globale di 2.654 unità, solo 250 per l’Italia); il secondo è la la Adventure Edition (2.277 unità, appena 200 per l’Italia) ispirata alle grandi esplorazioni; il terzo e più esclusivo è la Autobiography Edition per chi desidera portarsi a casa un pezzo unico e irripetibile.
©RIPRODUZIONE RISERVATA