Provate a disegnare una montagna. O fatela disegnare ai vostri figli. Uscirà irrimediabilmente a forma di triangolo: due line che salgono fino a incrociarsi. O a forma di piramide, se già abbiamo idea della profondità e dei volumi.
Insomma, uno pensa alla montagna ideale e gli viene in mente il Cervino, la montagna con la forma di montagna.
Be’, sorprendetevi: le montagne con la forma di montagna sono poche. Anzi, una minoranza. È quanto ha scoperto uno studio condotto da Paul Elsen dell’università di Princeton e pubblicato sulla rivista Nature Climate Change, che per la prima volta ha mappato la forma di 182 catene montuose del mondo.
La balzana idea di verificare se davvero le montagne hanno la forma di montagna è saltata in mente ad Elsen mentre faceva un trekking in Himalaya per fare il suo lavoro, che è quello di studioso della biodiversità degli uccelli: pensava di salire, salire e salire, secondo l’idea che più si sale e più l’area disponibile diminuisce, e invece si ritrovava sugli immensi plateau himalayani, dove la vista si perde quasi all’infinito.
Tornato a terra si è messo a studiare la topografia delle montagne, e ha scoperto due cose. La prima è che sostanzialmente esistono 4 tipologie di forma per le montagne: quella a piramide che tutti abbiamo in mente; quella di diamante; quella di clessidra; e quella di piramide rovesciata.
Per capirci, la maggior parte delle montagne – 4 su 10 – ha la forma di un diamante, come per esempio le Montagne Rocciose negli Stati Uniti.
Le montagne a forma di piramide come le nostre Alpi (o il Cervino appunto) sono circa 3 su 10. Poi ci sono le montagne come l’Himalaya, che hanno la forma di una clessidra.
E infine ci sono le montagne come il Kunlun che hanno la forma di una piramide rovesciata e sono 1 su 10.
Insomma, nella maggior parte delle catene montuose non è affatto vero che l’area disponibile e il volume diminuiscono con l’aumentare dell’altitudine, anzi è vero proprio il contrario.
A cosa serve questa ‘scoperta’ di Paul Elsen? Di certo non a cambiare il modo in cui i nostri bambini disegnano le montagne. La ricerca di Elsen getta invece una luce diversa sul modo in cui gli animali sfuggono ai cambiamenti climatici. Sta infatti accadendo una specie di migrazione verso l’alto dovuta all’aumento delle temperature, con molte specie animali che inseguono il clima a cui sono abituate semplicemente salendo di quota. Salendo di quota in teoria ci dovrebbe essere meno spazio, e quindi maggior competizione per le risorse, ma in effetti questo è vero solo per le Alpi, mentre per tutte le altre tipologie di montagne questo non avviene, e potrebbe essere una buona notizia: pur salendo gli animali troverebbero comunque risorse sufficienti per vivere, almeno nelle zone in cui non ci sono montagne a forma di montagna.
Credits immagine Cervino: FlickrCC Transformer18
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