Partirà in un giorno qualsiasi di questo dicembre 2015, dalla spiaggia davanti a Dakar, in Senegal, direzione Natal, sulla costa brasiliana, con l’intenzione di attraversare tutto l’Oceano Atlantico a nuoto, bracciata dopo bracciata: si chiama Ben Hooper, è inglese, un ex poliziotto di Cheltenham che si è messo in testa di realizzare l’impresa mai ufficialmente riuscita ad alcuno.
I precedenti tentativi di attraversare l’Atlantico a nuoto
In effetti un paio di tentativi di realizzare questa impresa ci sono già stati, ma nessuno è mai stato omologato davvero, nemmeno dal Guinness dei Primati: Jennifer Figge nel 2009 nuotò da Capo Verde all’isola di Chacachacare davanti al Venezuela, ma ammise anche di aver notato solo per alcuni tratti, sempre all’interno di una gabbia anti squali, rimanendo in acqua per un totale di 24 giorni.
Nel 1998 ci aveva provato anche il francese Benoît Lecomte, nuotando per 73 giorni da Hyannis, sulle coste del Massachusetts, a Quiberon in Francia. L’impresa aveva un fine nobile, raccogliere fondi per la ricerca contro il cancro, e però parecchi dubbi sono stati sollevati circa i km effettivamente nuotati dall’atleta francese: anche la netto delle spinta delle correnti marine, 5900 km in 73 giorni significano circa 80 km al giorno, o 10 km all’ora considerando di nuotare 8 ore al giorno.
> Leggi anche: Le traversate a nuoto in acque libere più belle e difficili al mondo
Come Ben Hooper attraverserà l’Atlantico a nuoto
Ben Hooper ha pianificato di nuotare per qualcosa come 120 giorni, rimanendo in acqua per circa 9 ore al giorno. Ovviamente al suo fianco ci sarà una barca d’appoggio, alla quale Hooper si appoggerà per riposare e dormire secondo uno schema ben definito (nuotare per 3 ore e mezza a partire dalle 5 del mattino, riposare 4 ore, nuotare di nuovo per 6 ore, e tornare a bordo per dormire) ma l’intenzione di Hooper è quella di nuotare effettivamente per tutti i km necessari ad andare dall’Africa al Brasile.
La speciale tuta mimetica anti squali preparatagli da Arena avrà anche un Gps che terrà conto dei tratti eventualmente percorsi a bordo della barca d’appoggio, e Hooper promette che qualora i km percorsi risultassero inferiori ai 3200 effettivamente necessari, continuerà a nuotare finché non avrà raggiunto il suo obiettivo.
> Leggi anche: Wild swimming: guida al nuoto in acque libere
Le incognite dell’impresa
Secondo Hooper in mezzo al mare si troverà perso in un blu infinito, ma non è così vero, come ammette lui stesso: troverà onde enormi, correnti potentissime, squali ovviamente ma anche meduse, e un sacco di traffico marittimo oltre a una temperatura dell’acqua vicina all’idea di brodo.
Per questo la sua linea di navigazione non sarà perfettamente retta, ma si lascerà andare verso sud fin oltre l’equatore per poi puntare a ovest verso il Brasile, disegnando una specie di L rovesciata in mezzo all’Atlantico. E poi ci penserà l’equipaggio ad avvistare gli squali e scaricare in acqua scosse elettriche e spray che li possano tenere lontano.
> Leggi anche: Le differenze tra nuotare in piscina o al mare
Ben Hooper sta ancora raccogliendo le 150mila sterline che gli servono per realizzare l’impresa: finora è arrivato a 100mila, pagando tutta l’attrezzatura, gli mancano quelle per pagare l’equipaggio, e poi si dedicherà alla beneficenza, per 4 organizzazioni inglesi di charity (Maggie’s, specializzati nella lotta contro il cancro, Addaction, contro le tossicodipendene, SOS Children’s Villages e CCP, una organizzazione della sua Cheltenham): se volete donare trovate tutto sul suo sito www.swimthebigblue.com.
Credits photo: Ben Hooper
©RIPRODUZIONE RISERVATA