Lo yoga non lo si fa solo sul tappetino, ma anche immersi in acqua. Si chiama Woga (dall’acronimo “water + yoga”) e si tratta di una disciplina in grado di amplificare gli effetti benefici dello yoga “a terra”, sia a livello fisico, sia spirituale. Nata negli anni ’80 in seguito agli studi di Harold Dull, americano inventore del Watsu (shiatsu in acqua), il Woga è stato diffuso in Italia da Gianni De Stefani.
Italo Bertolasi, insegnante di Woga e Watsu e autore del libro “Manuale di Woga e Aichi. Yoga e Tai Chi in acqua“, ci ha spiegato quali sono i vantaggi di eseguire asana e meditare in piscina o, ancora meglio, all’interno di vasche termali naturali.
In cosa consiste il Woga?
Nel Woga si eseguono le stesse asana dello yoga, anche le più difficili, con molta più facilità e naturalezza. A questo si uniscono le classiche tecniche di respirazione della disciplina olistica: in particolare, il fatto che si rimanga immersi nell’acqua permette di muoversi rallentando i movimenti e concentrandosi di più sulla respirazione. Di solito le posizioni si eseguono quasi sempre con i piedi in appoggio sul fondo della piscina (o della vasca termale naturale), ma non è raro che vengano realizzate anche in galleggiamento o immersione. Non serve comunque saper nuotare per provare questa disciplina.
Quali sono i benefici?
Carico articolare quasi nullo, assenza di tensione, facilità nei movimenti, possibilità di mantenere più a lungo le asana, maggiore concentrazione sul Pranayama (il controllo della respirazione). Questi sono solo alcuni dei vantaggi che il Woga offre a chi lo pratica. A ciò bisogna aggiungere che in acqua è più facile gestire l’estensione del movimento e rimanere in equilibrio, dato che ha una densità maggiore rispetto all’aria, ed è quindi molto più semplice eseguire asana complicati che fuori dalla vasca sarebbero solo per yogi esperti. Inoltre lavorare in acqua rende la meditazione più naturale.
Una volta in acqua si avverte una sensibilità diversa del corpo e una coordinazione motoria che a terra si nota con maggiore difficoltà. Per esempio, quando si galleggia basta spostare l’occhio da una parte all’altra per muovere automaticamente in quella direzione tutto il corpo. Il Woga si rivela anche molto efficace per allentare e rilassare blocchi muscolari e articolari.
> Leggi anche: 12 terme all’aperto e gratis
>Leggi anche: “Blue mind”, stare vicino all’acqua rende più felici
L’acqua ha un forte potere simbolico. In cosa può migliorare l’esperienza dello yoga?
Passiamo nove mesi immersi nel liquido amniotico e siamo composti di acqua per il 75%: è naturale che quando ci troviamo circondati e immersi in questo elemento ci sentiamo subito meglio. La piscina (meglio se naturale) diventa una sorta di culla prenatale che fa affiorare alla mente ricordi lontani. E proprio la memoria rappresenta un ingrediente importante nel processo auto-guarigione. L’ambiente acquatico è quindi il più indicato per lasciarsi andare, arrendersi e acquisire una nuova consapevolezza di sé.
Non bisogna nemmeno dimenticare che l’acqua è un elemento strettamente legato alla sessualità: per questo il Woga è utile come strumento di “riscaldamento erotico ed energetico” per il corpo.
In quale ambiente si pratica?
Benché il luogo ideale siano le vasche naturali di acqua termale (a Ischia, per esempio), è più frequente trovare corsi di Woga in piscina. La temperatura dell’acqua dev’essere termoneutrale, ovvero identica a quella corporea (circa 35° C). Generalmente si organizzano sessioni di un’ora.
A chi in particolare si consiglia di praticare il Woga?
Questa disciplina, poiché annulla quasi completamente il carico articolare, è indicata per le donne incinte, le persone con problemi alle ossa o alle articolazioni, agli individui in sovrappeso. Ma in generale si tratta di una pratica e una cura olistica adatta a tutti, soprattutto per il potere rilassante ed evocativo dell’elemento acquatico.
Dove si può provare?
Esistono diverse piscine abilitate. Io tengo un corso alla piscina Miele di Milano, oltre a lezioni itineranti in tutta Italia.
Se ti interessa leggere il “Manuale di Woga e Aichi. Yoga e Tai Chi in acqua” di Italo Bertolasi (Editore Xenia, 220 pagine) lo puoi trovare qui.
Per approfondire: Yoga
©RIPRODUZIONE RISERVATA