Aggiornamento del 27 dicembre 2018: Colin O’Brady ha completato la sua Antarctica Ultramarathon, la traversata dell’Antartide in solitaria e senza aiuti. Partito il 18 ottobre scorso, ha percorso 1600 km fra i ghiacci e i venti fortissimi del Polo sud in 54 giorni, arrivando alla meta finale il giorno di Santo Stefano con la sua slitta trainata con gli sci. All’arrivo ha postato un messaggio sul suo profilo Twitter, dedicando la sua impresa a chi sogna l’impossibile: “Questo progetto è dedicato a chiunque pensi che i suoi sogni siano impossibili. Fai il primo passo. Rendilo possibile”.
Qui il suo messaggio su Twitter. Di seguito il nostro articolo sulla sua preparazione all’impresa, che ha coinvolto la sua mente tanto quanto il corpo
La traversata solitaria di Colin O’Brady al Polo Sud
C’è un uomo che sta facendo la traversata dell’Antartide per raggiungere il Polo Sud, da solo. Ma davvero da solo, senza mezzi di supporto e soccorso, senza troupe cinematografiche al seguito. Niente.
È un americano dell’Oregon di 33 anni, Si chiama Colin O’ Brady e sta provando a fare qualcosa che nessun essere umano è mai riuscito a fare: una traversata di mille miglia (1600 chilometri) a piedi e con gli sci verso il mito terribile del Polo Sud. È da oltre un secolo che l’uomo ci prova ma nessuno ci è mai riuscito: i coraggiosi o si sono ritirati dell’impresa o sono morti fra i ghiacci. Lui conta di farcela in 70 giorni di cammino.
Si sa poco o nulla di quel che sta succedendo a O’Brady perché in certi momenti nessuno lo può raggiungere. Le ultime notizie sono quelle pervenute dalla rivista Business Insider che lo ha intercettato in un Air BnB a Punta Arenas in Cile poco prima della partenza su un cargo russo verso l’Antartide.
Così si è capito come l’americano si sta muovendo, ovvero trainando una doppia slitta carica di materiali per la sua sopravvivenza per un totale di 181 kg. Un centinaio di chili di cibo – barrette energetiche ipercaloriche e pasti da astronauta per arrivare a 8 mila calorie al giorno.
Poi zaino, tenda, sacco a pelo, fotocamere, GPS, un telefono satellitare per le emergenze e i messaggi. E un solo paio di mutande (“puzzerò molto alla fine”, dice) e uno di calzini di ricambio.
Perché attraversare da solo il Polo Sud
Perché Colin O’Brady è un avventuriero che fa queste cose. E non è un novellino: ha già camminato al Polo Sud e al Polo Nord e prima di questo tentativo è appena tornato da un trekking di 644 chilometri in Groenlandia, in 30 giorni.
Nel 2016 ha scalato le cime più alte dei 7 continenti, Everest compreso, in soli 139 giorni, diventando il più veloce a compiere questa impresa e conquistando li premio Explorers Grand Slam
Ma la traversata antartica in solitaria senza supporto significa alzare l’asticella al massimo, dove nessuno è mai arrivato.
I grandi esploratori, alpinisti, atleti del mondo outdoor, sanno darci consigli per vivere le avventure, anche piccole, al meglio e imparare da esse. Ecco cosa ci hanno insegnato questi grandi personaggi:
- Fernanda Maciel: la corsa in montagna
- Dominik Paris e Kristian Ghedina: prepararsi per sciare
- Robert Jasper: sicurezza in montagna
- Lukas Irmler: camminare sulla corda
- Alex Bellini: l’avventura
- Reinhold Messner: l’alpinismo
- Jacopo Larcher: il bouldering
- Simone Moro: l’arrampicata per bambini
- Hervé Barmasse: la passione per la montagna
>> LEGGI ANCHE: Apa Sherpa, l’uomo che ha scalato l’Everest più volte di tutti
Il percorso di 1600 km al Polo Sud da solo
O’Brady è dunque partito dal Ghiacciaio Ross, dopo essere stato depositato lì dall’aereo russo. Con gli sci ai piedi sta puntando verso Monte Markham (4300 metri) verso il Polo Sud, per poi finire il suo itinerario al ghiacciaio Ronne, presso il mare di Weddell.
Dovrà tenere una media di 22,5 km al giorno in marce da 10-12 ore con al slitta appresso a una temperature media di -28,2 gradi Celsius. Questa è la stagione dell’estate antartica, con 24 ore di sole al giorno, per questo nella sua dotazione non manca una mascherina per dormire al buio.
Come si è preparato O’Brady per la traversata antartica
Lo sappiamo: i trekking zaino in spalla migliorano l’autostima e aiutano nel problem solving. Ma qui è un’altra cosa. Si è allenato duramente (squat, sollevamento pesi, piegamenti fino allo sfinimento), mettendo su 9 kg di muscoli e grasso oltre ai suoi 74,8 kg per affrontare il freddo e le fatica. (qui puoi scoprire quali sono i segreti per allenarsi bene con i pesi)
Ma O’Brady ha anche allenato la mente per controllarla durante 70 giorni di sfide e solitudine: ad esempio grazie allo yoga Vipassana, in prove di 10 giorni di assoluto nulla e silenzio. (Se vuoi scoprire quanto possa aiutare lo yoga nello sviluppo del corpo e della mente leggi qui)
Bè, ogni tanto O’Brady potrà telefonare ala moglie, ma sporadicamente, per non spendere troppi soldi (lì le telefonate satellitari costano un occhio della testa). E quando possibile posterà immagini e pensieri sul profilo Instagram e Twitter.
L’avversario sulla strada
Passato il Polo Sud geografico, O’Brady pensa di poter accelerare il suo cammino, grazie a una slitta più leggera. Compirà una L dirigendosi verso la banchisa dell’Antartide occidentale. Si può seguire il suo tracciato GPS qui.
Nel frattempo pare che un altro coraggioso avventuriero si sta muovendo per la stessa impresa, partendo dal lato opposto a quello di O’Brady, l’inglese Louis Rudd. E non è escluso che i due possano incontrarsi.
Se vuoi saperne di più sui cammini più belli del mondo, e su come affrontarli, leggi qui:
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