Nel caso di richiesta di soccorso in montagna la cosa più difficile potrebbe essere riuscire a farsi trovare, oppure rifiutarsi di salire sull’elicottero del Soccorso Alpino, convinti di poter proseguire da soli; negli anni recenti sono capitate entrambe le cose sulle Alpi.
Cerchiamo di capire cosa fare se hai un problema in montagna, e come funziona il soccorso in montagna.
Come farsi localizzare nel caso di richiesta di soccorso in montagna
Se ci si perde in una zona selvaggia, o si ha un incidente in montagna, o anche un malore durante un’escursione, e c’è il segnale telefonico, si può chiamare il Numero Unico delle Emergenze 112 oppure il 118 e la prima cosa che ci verrà chiesta è dove ci troviamo. Ora, nel caso di un incidente domestico o stradale è sempre possibile fornire un indirizzo preciso, con il nome di una via e un numero civico, ma quando ci si trova in zone naturali lontane da strade e centri abitati, o addirittura in luoghi impervi se non ostili, occorre fornire delle coordinate GPS, ovvero latitudine e longitudine oltre che la quota, e questo è decisamente più difficile.
In teoria sarebbe possibile farsi localizzare immediatamente e automaticamente già solo chiamando il Numero Unico delle Emergenze 112. In tutti gli smartphone è infatti già da tempo inserita una tecnologia (si chiama Els – Emergency Location Service sugli smartphone Android e Aml – Advanced Mobile Location sugli iPhone) che al momento della risposta invia in automatico latitudine, longitudine e altezza della propria posizione. Una direttiva della Comunità Europea impone di implementarla entro il 2020, ma nel nostro Paese ancora non funziona, al contrario di numerosi Paesi dell’Unione Europea (Austria, Belgio, Estonia, Finlandia, Irlanda, Lituania, Olanda, Regno Unito e Slovenia) e anche extra-UE (Norvegia, Islanda, Moldavia, Nuova Zelanda, Emirati Arabi, Stati Uniti). È questo il motivo per cui non è stato possibile localizzare subito Simon Gautier, che è stato ritrovato 9 giorni dopo l’incidente e la richiesta di aiuto.
In Italia al momento si rimedia con il servizio SMS Locator: quando si chiama un numero di emergenza 112 o 118 e non si è in grado di specificare la propria posizione, la centrale di soccorso invia un SMS al proprio numero. Nell’SMS c’è un link cliccando il quale si inviano le proprie precise coordinate GPS, grazie alle quali i soccorsi possono localizzarci e venirci ad aiutare. L’SMS locator però funziona se c’è sia la copertura telefonica (ma se si è riusciti a telefonare si riceve anche l’SMS) che quella dati (che potrebbe non essere compresa nel proprio abbonamento o utenza con ricarica, oppure potrebbe non essere disponibile in quella zona).
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App sul telefono per farsi localizzare in zone extraurbane
Esistono allora alcune App che possono aiutare a farsi localizzare in zone extraurbane nel caso di incidenti e richiesta di soccorso in montagna, o qualora ci si fosse persi. La prima è WhatsApp, il sistema di messaggistica peer-to-peer che praticamente chiunque ha già installato sul proprio telefono. Non è collegata a nessuna centrale operativa di soccorso ma tra le proprie funzioni ha anche quella di invio della posizione (si attiva cliccando sulla graffetta accanto allo spazio di scrittura) ed è per esempio stata utilizzata da una escursionista romana, colta da malore in un bosco di Ischia, per farsi individuare dai parenti e permettere ai soccorsi di aiutarla.
Where Are U è invece un’App dedicata al soccorso, e anzi è proprio l’App ufficiale del Numero Unico delle Emergenze 112. Si scarica per iPhone, Android e Windows Phone e funziona cliccando 2 volte sull’icona con il numero 112. L’App richiede che ci sia copertura telefonica dati nella zona in cui ci si trova e funziona già in tutta Italia, ma può inviare automaticamente e immediatamente le coordinate satellitari solo dove è già stato pienamente implementato il NUE 112, (in tutta la Lombardia, dove è stata sviluppata, a Roma e provincia con prefisso telefonico 06, nella Sicilia occidentale nei prefissi telefonici delle città di Agrigento, Catania, Caltagirone, Enna, Messina, Siracusa e Ragusa, in Liguria, Friuli Venezia Giulia, e nelle province di Trento e Bolzano). L’installazione e l’uso di Where Are U sono completamente gratuiti.
C’è anche l’App ufficiale del Soccorso Alpino Nazionale CNSAS, e si chiama Geo ResQ: il download è gratuito ma per funzionare prevede il pagamento di un abbonamento nazionale (24,40 euro, gratis invece per i soci CAI). In caso di emergenza la si può attivare e manda in automatico la richiesta di soccorso con la propria esatta posizione alla centrale del CNSAS. La trasmissione delle informazioni avviene tramite la connessione dati, e quindi nelle zone senza copertura potrebbe non funzionare pienamente, ma è progettata in modo tale da potersi attivare anche quando la connessione è davvero poca e inoltre ha alcune funzioni di tracciamento in tempo reale grazie alle quali amici, parenti o conoscenti possono rendersi conto di dove si sta andando e dove potrebbe essere accaduto l’incidente.
Se invece ci si reca in Svizzera, Austria, Francia o Germania è consigliabile invece invece Uepaa!, che è stata sviluppata da una società privata svizzera sia per Android che per iPhone, e funziona anche nelle zone senza copertura di rete cellulare. Ha sia la versione gratuita che quella Premium a pagamento: nella prima consente di inviare richiesta soccorsi con la propria posizione alla centrale operativa e ad alcuni contatti personali selezionati, nella seconda (3 CHF per 24 ore, 15 CHF per 1 settimana, 70 CHF per un anno) ha anche la funzione di telemonitoraggio e tracciamento della posizione in tempo reale, di riconoscimento e rilevazione degli incidenti e richiesta d’aiuto ad altri escursionisti nelle vicinanze con un sistema di localizzazione peer-to-peer.
Dispositivi di geolocalizzazione in montagna
Oltre alle App, che necessariamente funzionano solo se funziona lo smartphone e se c’è copertura telefonica / dati / GPS, ci sono alcuni dispositivi di geolocalizzazione in montagna che garantiscono praticamente sempre e ovunque di poter inviare la richiesta di soccorso e le proprie coordinate GPS, e per questo sono utilizzate da alpinisti ed esploratori. Una per esempio è Garmin InReach (nella doppia versione Mini o GPSMAP 661). Il Mini, che è il più indirizzato al pubblico non specialistico, ha la forma di una piccola radiolina walkie talkie e quindi si può tenere comodamente in tasca o, meglio ancora, agganciato con la clip agli spallacci dello zaino. Serve solo ed esclusivamente per inviare richieste di soccorso e brevissimi messaggi di testo tramite rete satellitare Iridium, che è la rete dei satelliti che girano intorno alla Terra e non fissi in una posizione e sono quindi sempre agganciabili in qualunque parte del mondo e in qualunque situazione (nel fitto di una foresta, da una parete di una montagna, etc).
Attenzione: poter inviare richiesta di soccorso in qualunque parte del mondo, Poli compresi, non significa che poi i soccorsi arriveranno in qualunque parte del mondo perché ci sono zone in cui, per motivi geopolitici, economici o bellici, il soccorso non è in alcun modo garantito. Nel caso del Garmin Inreach mini bisogna acquistare il dispositivo (costa 325 euro) e poi attivare il servizio, con diverse formule di pagamento (mensili o annuali, in 4 livelli di servizio, da 14,99 a 114,99 euro).
Cosa significa fare richiesta di soccorso in montagna
Prima di ritrovarsi a fare richiesta di soccorso in montagna è bene sapere che l’intervento degli uomini e dei mezzi del CNSAS (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), del SAGF (Soccorso alpino del Corpo della Guardia di Finanza), delle Squadre Soccorso SAR del Comando truppe alpine dell’Esercito e degli specialisti SAF del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco non è sempre gratuito e spesso prevede il pagamento di un ticket che in alcuni casi, come quello di intervento dell’elicottero, può risultare anche estremamente oneroso.
Credits photo: Flickr CC Sligo Leitrim Mountain Rescue Team
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