Bere alcol è un tema delicato e complesso, soprattutto quando la scienza ci spiega perché è meglio il binge drinking che un bicchiere ogni tanto, per il cuore. Ci si chiede spesso se fa più male una serata alcolica a ubriacarsi una tantum o il classico bicchiere ogni tanto.
La risposta sembra scontata, ma non lo è. Anzi, secondo una ricerca coreana pubblicata oggi su EP Europace, una rivista della European Society of Cardiology (ESC), il consumo frequente di piccole quantità di alcol mette più a rischio il nostro cuore e eleva le possibilità di fibrillazione atriale, che fa crescere il rischio di malattie letali come l’ictus.
Perché è meglio il binge drinking che un bicchiere ogni tanto
Insomma, lo studio condotto dalla Korea University College of Medicine e del Korea University Anam Hospital, sostiene che il consumo (anche notevole) di alcol una volta sola o due a settimana sarebbe preferibile all’abitudine di bere meno, ma con regolarità, cioè tutti i giorni. Cerchiamo di capirne di più.
Quante volte si può bere alla settimana?
La fibrillazione atriale è il disturbo del ritmo cardiaco più comune e aumenta il rischio di ictus di cinque volte. I sintomi includono palpitazioni, polso accelerato o irregolare, respiro corto, stanchezza, dolore toracico e vertigini.
Già studio precedenti avevano evidenziato una correlazione tra alcol e fibrillazione atriale: ogni 12 g di alcol (un bicchiere) consumato a settimana faceva aumentare il rischio di fibrillazione dell’8%. Ora si scopre che il numero di bevute è più importante della quantità di alcol incamerata.
Finora, spiegano gli scienziati coreani, le raccomandazioni sul consumo di alcol si sono concentrate sulla riduzione della quantità assoluta piuttosto che sulla frequenza, mentre “Il nostro studio suggerisce che bere meno spesso può anche essere importante per proteggere dalla fibrillazione atriale”.
L’analisi ha incluso 9.776.956 di persone senza fibrillazione atriale sottoposte a un controllo sanitario nazionale nel 2009 che includeva un questionario sul consumo di alcol. I partecipanti sono stati seguiti fino al 2017 per verificare l’insorgenza di fibrillazione atriale.
Si è così visto che il numero di bevute a settimana è stato il più forte fattore di rischio per l’insorgenza di nuove fibrillazioni atriali.
In sostanza, chi beveva poco ma tutti i giorni era più a rischio rispetto a chi lo faceva due volte a settimana anche in modo più massiccio. Per ogni grammo di alcol consumato a settimana si è calcolato un aumento del 2% nel rischio di fibrillazione atriale di nuova insorgenza.
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Ridurre il numero di bevute (oltre che la quantità)
“Il nostro studio suggerisce che bere frequentemente è più pericoloso di bere di rado in caso di fibrillazione atriale, indipendentemente dall’età e dal sesso”, spiega il dott. Choi, co-autore della ricerca, “Inoltre, bere può provocare disturbi del sonno, che è un noto fattore di rischio per la fibrillazione atriale”.
Tutto ciò non significa che bere come forsennati, fare binge drinking possa aiutare a proteggere il cuore dalle fibrillazioni atriali. Rispetto alle persone coinvolte nello studio, chi non ha bevuto alcolici, ha avuto rischi chiaramente minori di insorgenza di fibrillazioni.
Lo studio spiega anche che la priorità è prevenire la fibrillazione atriale piuttosto che le sue complicanze. E che in questo senso il consumo di alcol è probabilmente il fattore di rischio più facilmente modificabile.
Cioè meglio non bere, o ridurre sia la frequenza che la quantità settimanale di consumo di alcol.
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