Carne rossa: cosa dice la scienza riguardo a uno dei “dilemmi alimentari” più insidiosi degli ultimi anni? Settimana scorsa abbiamo parlato dello studio più recente sull’argomento, secondo il quale mangiare almeno due porzioni settimanali di carne rossa o lavorata comporta un leggero aumento dei rischi di morte prematura e di contrarre malattie cardiovascolari. Ma sarà così?
Carne rossa sì o no? Cosa dice la scienza su quanta mangiarne per non avere problemi
Mettendo assieme le ricerche più importanti è facile rendersi conto che ci sono diversi miti da sfatare e che la moderazione è la chiave: mangiare carne rossa non fa male, l’importante è non superare un determinato numero di porzioni al settimana.Un altro aspetto fondamentale della questione è che bisogna sempre fare una distinzione tra la carne rossa (una bistecca di manzo, ad esempio) e la carne lavorata (salame, wurstel, salsicce…), con la seconda che è potenzialmente molto più pericolosa della prima sulla salute.
Nell’opinione pubblica, il dibattito sulla carne rossa si è infiammato definitivamente nel 2015, quando la IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha annunciato di aver inserito le carni lavorate nell’elenco ufficiale dei cibi cancerogeni e le carni rosse in quello dei probabilmente cancerogeni. Tre anni dopo, però, c’è stata una sorta di “auto-smentita” da parte della IARC: l’agenzia dell’OMS ha infatti pubblicato una monografia molto più ampia e chiara, dalla quale è emerso che non ci sono i presupposi per classificare la carne rossa nel gruppo dei prodotti probabilmente cancerogeni.
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Carne rossa e colesterolo
Al di là di tutte le smentite, dall’annuncio shock della IARC nel 2015 sono scaturiti diversi studi scientifici che hanno creato più di un dubbio riguardo la salubrità di questo alimento. La premessa da fare prima di parlarne è: nessuna patologia è causata soltanto dal consumo moderato di carne rossa. Tutti i potenziali rischi sono connessi all’eccesso, che è sbagliato per qualsiasi tipo di alimento. Una delle ipotesi più accreditate sui rischi della carne rossa riguarda il suo impatto sui livelli di colesterolo. A tal proposito, un recente studio dell’University of Nottingham ha affermato che mangiare meno carne rossa riduce il colesterolo cattivo nel sangue (del 10% circa) e, conseguentemente, abbassa il rischio di sviluppare patologie cardiache. Il motivo risiede negli acidi grassi saturi, ossia i principali colpevoli dell’aumento del colesterolo LDL.
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Spoiler: ne mandiamo poche, ma buone!
Questa ricerca ha confermato una serie di studi passati che hanno mostrato risultati simili. Altri studi, come quello pubblicato nell’estate 2019 sull’American Journal of Clinical Nutrition, hanno però smentito dicendo che l’impatto sul colesterolo è minimo e che può essere “annullato” dall’attività fisica. Quando si parla di colesterolo cattivo, infatti, è fuorviante menzionare l’influenza di un solo alimento, in quanto bisogna sempre tenere conto delle generiche abitudini alimentari delle persone, del loro stile di vita (sport in primis) e del loro peso corporeo (obesità e sovrappeso portano numerosi rischi a livello cardiovascolare). In conclusione, per tenere controllato il colesterolo si può anche puntare sulla riduzione del consumo di carne rossa, che però non coprirebbe un ruolo decisivo sotto questo punto di vista. Insaccati, formaggi, uova e zuccheri semplici sono molto più pericolosi per il colesterolo.
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Carne rossa e tumore al colon-retto
Nell’immaginario collettivo c’è un altro rischio connesso all’abuso di carne rossa nell’alimentazione, ossia la comparsa del tumore al colon-retto. Sempre secondo la IARC, mangiare più di 500 grammi di carne rossa e lavorata alla settimana (circa tre porzioni) potrebbe aumentare le possibilità di contrarre quel tipo di cancro. Il consumo moderato di questo alimento, però, non è pericoloso. A confermarlo è stata una ricerca del 2017 condotta dall’Università degli Studi di Milano, secondo cui non esiste alcuna associazione tra gli attuali consumi di carni e salumi della popolazione italiana e il tumore al colon-retto: si tratta del più ampio studio multicentrico condotto nel nostro paese in merito a questo tema. A tal proposito è importante anche il tipo di cottura della carne rossa: quando la facciamo alla brace, ad esempio, si possono formare sostanze cancerogene come le nitrosammine, ma questo vale per ogni alimento bruciato durante la cottura.
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Perché la carne rossa fa bene
La scienza dice anche che mangiare carne rossa in quantità moderate fa bene alla salute per diverse ragioni. Verso la fine del 2015, poco dopo l’annuncio della IARC, la Oxford University ha pubblicato un ampio studio in cui ha specificato tutti gli effetti positivi di questo alimento. Secondo i ricercatori inglesi, eliminare totalmente la carne rossa dalla propria dieta avrebbe più controindicazioni che benefici. Il motivo? Fornisce energia al cervello anche grazie al DHA, un omega-3 essenziale per le nostre funzioni cognitive. Inoltre, una ricerca pubblicata sul British Journal of Nutrition ha affermato che la carne rossa è una fonte essenziale di vitamina B12, fondamentale per la capacità replicativa delle cellule e del DNA. Le bistecche di manzo, maiale, agnello e cavallo, inoltre, forniscono carnosina, ossia un dipeptide che contrasta l’invecchiamento.
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La carne rossa fa bene anche perché è una fonte di proteine di alta qualità, di omega 3 (come già anticipato) e di omega 6. Inoltre, come confermato da diversi studi, stiamo parlando dell’unico alimento che contiene contemporaneamente ferro eme, zinco, selenio, magnesio, vitamine del gruppo B e vitamina D. Ciò significa che si tratta di un cibo molto nutriente, specialmente per i bambini.
Porzioni raccomandate
Spesso gli studi che demonizzano la carne rossa sono piuttosto deboli e non tengono conto di tanti altri fattori inerenti all’alimentazione e allo stile di vita dei soggetti osservati. È vero che diverse ricerche sul tema hanno evidenziato un aumento dei rischi cardiovascolari e tumorali, ma le percentuali in questione non hanno mai nemmeno sfiorato il +10%. Dunque, mangiare carne rossa con moderazione non fa male, anzi: è raccomandato all’interno di una dieta sana ed equilibrata. L’OMS ha specificato di non consumarne più di 500 grammi alla settimana, ossia circa tre porzioni per un adulto. Tuttavia, anche questo è un tema a dir poco dibattuto, in quanto c’è chi dice di non superare le due porzioni e chi sostiene che mangiare carne rossa quattro volte alla settimana vada bene, purché sia di qualità. Diverso, invece, il discorso delle carni lavorate (quelle che chiamiamo affettati), che teoricamente andrebbero mangiate una volta alla settimana.
(Foto di copertina: Shutterbug75 / Pixabay)
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