Il 22 aprile scorso, in concomitanza con l’Earth Day, la Giornata Internazionale della Terra, Yvon Chouinard – fondatore del brand outdoor Patagonia – ha scritto una lettera ispirazionale indirizzata ai membri del movimento 1% for the Planet per motivarli, in questo momento di crisi mondiale dovuto all’emergenza sanitaria, a tenere alta la guardia sui problemi altrettanto evidenti che affliggono il nostro pianeta.
A partire dal 1985, Patagonia ha devoluto l’1% delle proprie vendite alla tutela e al ripristino dell’ambiente naturale. Più di 89 milioni di dollari in contanti e in donazioni in natura sono stati destinati a gruppi di attivisti a sostegno dell’ambiente, sia a livello nazionale che internazionale, che lavorano per fare la differenza nelle rispettive comunità locali. Nel 2002, Yvon Chouinard, fondatore di Patagonia, e Craig Mathews, proprietario di Blue Ribbon Flies, hanno creato un’organizzazione non-profit per incoraggiare altre aziende a fare lo stesso.
1% for the Planet è un’alleanza fra aziende che hanno compreso la necessità di proteggere l’ambiente. Queste aziende sono consapevoli che profitti e perdite sono direttamente collegati alla salute dell’ambiente e si preoccupano dell’impatto socio-ambientale del settore in cui operano.
Destinando l’1% delle vendite nette annuali a gruppi di attivisti per la salvaguardia dell’ambiente, i membri di 1% for the Planet hanno la possibilità di influenzare concretamente lo stato delle cose. E beneficiano di altri vantaggi: la soddisfazione di diffondere una maggiore responsabilità aziendale nella comunità degli imprenditori e il riconoscimento, il sostegno e la tutela di consumatori coscienziosi che danno valore a un serio impegno per l’ambiente.
Il testo dell’emozionante lettera di Yvon Chouinard di Patagonia per 1% For The Planet
Non ho mai celebrato la Giornata della Terra. Ho sempre pensato che tutta quell’attenzione in un solo giorno ci distraesse dalla necessità di agire ogni giorno a favore del pianeta.
Ma questi sono tempi straordinari. Questa pandemia ci mostra chiaramente che se rimandiamo ciò che deve essere fatto, la situazione ci si rivolterà contro. Sapevamo da molto tempo che ci sarebbe una pandemia globale e non abbiamo fatto nulla. Sappiamo da decenni del riscaldamento globale e non abbiamo fatto nulla. Dobbiamo scegliere di agire.
I membri e i partner non profit di 1% for the Planet hanno fatto questa scelta. E durante questo periodo non è semplice, ma è la cosa giusta da fare. Quando Patagonia in passato ha affrontato tempi difficili, come quello in cui ci troviamo ora, l’ultima cosa a cui non avremmo mai rinunciato è il nostro 1%. Si tratta del costo da pagare per fare affari su questo pianeta. Non è filantropia, è una necessità assoluta per noi che viviamo sulla Terra. È il contrario di non fare nulla.
È altrettanto importante che restiamo uniti. Una lezione che ho imparato è che questa pandemia ci sta sicuramente confermando è che non siamo isolati. I problemi che stiamo affrontando ora devono essere affrontati su base globale e possono essere risolti solo da persone che lavorano insieme e che rimangono insieme nella difficoltà, come chiunque nella community di 1% for the Planet.
Quindi, resta lì, mantieni la rotta e ricorda che questa comunità è importante in questi momenti anomali e in ogni altro momento”.
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