Quanto vale la natura nell’impatto che ha sulle nostre vite? E perché non la calcoliamo nei nostri sistemi economici? Un team di scienziati ed economisti dell’Università di Stanford hanno condotto uno studio (pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences) su questo tema e sono giunti alla conclusione che il calcolo del Pil, il Prodotto Interno Lordo che utilizziamo per indicare il nostro livello di prosperità, è sbagliato perché non comprende l’apporto alla nostra prosperità fornito dalla presenza della natura. Ecco perché i ricercatori hanno creato il Gep, Gross Ecosystem Product, un nuovo parametro che tenga conto dell’effetto dell’ambiente naturale sulle nostre esistenze.
Gep, il nuovo indice per calcolare quanto vale la natura
“Il grande assente nella formula che calcola il Pil è l’ambiente”, spiega la professoressa Gretchen Daily, tra gli autori dello studio.
“Negli ultimi 50 anni il Pil globale è cresciuto del 370%”, le fa eco il professore Stephen Polasky, “ma a fianco della crescente prosperità economica assistiamo a una decrescita del capitale naturale che è una minaccia per il benessere dell’umanità”.
Se alcuni paesi come il Buthan hanno ufficialmente adottato il parametro della felicità interna lorda (Gnh, Gross National Happiness), in futuro potremmo forse decidere di valutare quello della natura. Il team del Natural Capital Project di Stanford ha messo a punto il Gep, una specie di Prodotto Lordo dell’Ecosistema, o Prodotto Naturale Lordo.
Come si calcola il valore della natura?
Lo studio di Stanford ha l’obiettivo di dare un peso all’impatto della natura sulla società. Viene definito il valore diretto e indiretto dei prodotti e servizi che originano dall’ecosistema. Questo tipo di parametro al suo interno prevede altri sottoparametri che presi insieme permettono di valutare l’azione dei governi nel settore dell’ambiente e di dirigere gli investimenti sostenibili.
Si tratta di un’equazione simile a quella del Pil, focalizzata su dati ambientali di un paese che vanno a definire il suo ‘valore ecologico’ grazie a alcuni elementi come la superficie di foreste, i terreni fertili, la pulizia dell’aria, il livello di biodiversità.
Non si tratta di uno studio campato per aria: in Cina si sta già sperimentando l’idea del calcolo di questo parametro nella valutazione complessiva della prosperità, per valorizzare e sostenere economicamente le zone povere quanto a Pil ma ricche di Gep. Una strategia per ridurre la povertà e mantenere l’equilibrio nell’ecosistema.
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