Mi sono rivisto in alcune foto di quando avevo 20 anni, facevo l’Interrail e viaggiavo con degli zaini enormi che neanche gli sherpa sul K2. Ora ho imparato a viaggiare con un bagaglio leggero, molto leggero, praticamente ridotto all’essenziale. Per capirci: lo scorso anno sono andato 12 negli Stati Uniti con uno zaino Osprey Transporter Roll Top da 28 litri che viene indicato per uso quotidiano, e avevo anche il laptop con me. Certo era estate, ma in inverno, quando ci si porta qualche capo più voluminoso, il massimo che mi concedo è una duffel bag da 40 litri, che su alcune compagnie aeree si riesce ancora a portare in cabina.
Perché viaggiare con un bagaglio leggero
Ma perché viaggiare con un bagaglio leggero? Per me ci sono molti motivi, a cominciare da una regola assoluta: se non lo puoi trasportare a mano, non è un bagaglio ma un trasloco. Ed è sostanzialmente il motivo per cui odio i trolley (sì, i trolley hanno rovinato la vita all’umanità, a chi viaggia e anche a chi se li ritrova tra i piedi, e non solo in aereo). Infatti mia figlia, 12 anni, per 2 settimane in UK ha voluto una mega valigia con le rotelle che faceva anche fatica a spingere. Poi al ritorno ha ammesso: “Avevi ragione papà, la maggior parte della roba non mi è neanche servita”.
Imparare a portare l’essenziale
Ecco, ciascuno può trovare la propria motivazione nell’imparare a portare solo l’essenziale: si risparmia sui prezzi dei biglietti aerei e sugli extra costi per il bagaglio in stiva; ci si muove più velocemente e più agilmente nelle varie fasi del viaggio: si impatta anche meno sull’ambiente (sì, anche decidere di lasciare a casa qualcosa, riducendo il peso, può consentire ad aerei, auto, navi, bus o treni di consumare meno carburante o energia, e quindi ridurre l’impatto ambientale del proprio viaggio); si impara a dare il giusto valore agli oggetti che utilizziamo; si impara anche un po’ ad adattarsi e ad arrangiarsi.
La (mia) regola 1-2-3-4-5
Per l’abbigliamento, che è davvero la cosa fondamentale da portarsi dietro, che siano 3 giorni o 2 settimane o un mese seguo sostanzialmente una personalissima regola 1-2-3-4-5. Ovvero:
1 jacket e/o pile
2 paia di scarpe
3 pantaloni e calze
4 magliette
5 mutande
La (mia personalissima) regola è scolpita nella pietra, poi è un po’ da spiegare e interpretare. Partendo da un principio: più i capi d’abbigliamento sono multifunzionali, e più si fanno preferire ad altri. Provo a spiegarmi:
1. 2 paia di scarpe
In estate sono tendenzialmente un paio di scarpe da running (ci posso correre, ovviamente, ma anche camminarci, uscirci la sera, metterle con i pantaloni corti e con quelli lunghi, etc) e un paio di infradito (con i loro pro e contro, io sono un fan del camminare tutta estate con il piede libero). L’alternativa alle infradito può essere un sandalo più o meno tecnico, ma comunque qualcosa che se si bagna per qualunque motivo, si asciuga anche molto rapidamente. In inverno possono essere un paio di scarpe da trail running con membrana impermeabile (con cui eventualmente correre anche in città o camminare sulla neve) e un paio di scarponcini mid o alti, con membrana, con cui camminare nella neve o nel caso di pioggia forte (il piede asciutto è metà del comfort in inverno, secondo me).
2. 3 pantaloni
Con il caldo sono di solito un paio di pantaloncini da running (ci puoi correre ovviamente ma soprattutto occupano poco spazio e li puoi usare mentre lavi gli altri), un paio di short più o meno tecnici (per esempio trovo ottimi quelli da arrampicata, anche di cotone) e un paio in tessuto tecnico, tendenzialmente da hiking che puoi usare anche per andare in bici o per andare in giro in città. In inverno le cose cambiano ma insieme a due pantaloni lunghi da città c’è sempre spazio per un paio da trekking invernali e impermeabili, che sono sempre comodi e proteggono dalle intemperie.
3. 4 magliette
A volte anche meno, comunque di solito 1 o 2 di lana merino (che è ottima in inverno ma anche in estate, si asciuga in fretta e non puzza nemmeno se indossata per più giorni) e 1 o 2 da trekking in tessuto tecnico (o magari anche 1 di cotone)
4. 5 mutande
Su questo è più difficile transigere sul daily use, quindi 5 è il numero perfetto per arrivare al momento di fare un bucato e non rimanere smutandati. Semplice
5. 1 Jacket e/o pile
Qui dipende molto ma è sempre bene prevedere la necessità di ripararsi dal freddo, e quindi un baselayer o pile svolgono egregiamente il loro compito, pesano poco, sono comprimibili e occupano poco spazio. Insieme a questo capo, un guscetto antivento e impermeabile di quelli che si richiudono nella loro stessa tasca: occupa poco spazio, è versatile, leggero e lo puoi tenere sempre a portata di mano.
6. Extra
Poi ci sono alcune cose extra: costume da bagno (che può essere in alternativa ai pantaloncini da running), cappellino o berretto invernale e poi la questione calze. In inverno di solito sono tante quante le t-shirt, in estate che si sta di più col piede libero anche solo 2 (di cui una da running per andare a correre). Bonus: un eventuale telo in microfibra che posso usare per asciugarmi in ostello, da stendere in spiaggia o su un prato, etc.
Come imparare a fare un bagaglio leggero ed essenziale
Imparare a fare un bagaglio leggero ed essenziale è un’arte che richiede tempo, tuttavia all’inizio alcuni step e consigli possono tornare utili:
1. Parti dalla testa (o dai piedi) e fai una lista di quello che ti serve.
TI verrà una lista infinita di roba di cui pensi di aver assolutamente bisogno. A questo punto comincia a cancellare almeno la metà delle cose. È il primo passo verso un bagaglio essenziale.
2. Segna nella lista solo capi dal doppio uso.
Sì certo, siamo italiani e vogliamo sempre il nostro stile. E però: un paio di pantaloni da trekking, magari di quelli con le cerniere al ginocchio per passare da lunghi a corti, possono rivolvere un sacco di situazioni; un top e un paio di short da running possono funzionare anche da costume; un buff puoi indossarlo come bandana o anche per coprire gli occhi e dormire durante un lungo viaggio. Insomma, cerca sempre la funzione aggiuntiva di ogni cosa che porti con te: meglio 1 capo che fa due funzioni che due che ne fanno una sola.
3. Ragiona a strati
Esattamente come un escursionista: ragiona di avere 3 strati che togli o metti a seconda della temperatura o delle condizioni meteo.
4. Tessuti tecnici e leggeri
Ok, se non ti piacciono i tessuti tecnici sintetici come detto c’è la lana merino, che è spettacolare anche in estate. In ogni caso scegli tessuti che traspirano e termoregolano bene, che asciugano in fretta, che non sono voluminosi e che sono leggeri. Anche per l’inverno ci sono giacche con imbottiture sintetiche che pesano poche centinaia di grammi e si impacchettano nelle loro stesse tasche, occupando pochissimo spazio.
5. Scegli colori neutri e tendenzialmente scuri
Sarà più facile abbinarli e si noteranno meno eventuali macchie (di cui fondamentalmente non frega nulla a nessuno, ma se ti disturbano sui colori scuri si notano meno)
6. Prevedi di fare il bucato
Ti basta una noce di sapone di Marsiglia (che volendo puoi usare anche per la tua stessa igiene) o se preferisci e sei in città ormai trovi ovunque le lavanderie automatiche (e puoi ottimizzare i tuoi tempi pianificando le prossime tappe del tuo viaggio)
E i prodotti da toilette?
Per i prodotti da toilette ci sono due possibilità. La prima l’abbiamo imparata tutti da quando c’è il limite dei 100 ml per i liquidi in aereo: solo flaconcini campione, e solo l’essenziale (che di solito è spazzolino, dentifricio ed eventuale liquidi per le lenti). La seconda è comprare i prodotti da toeletta a destinazione in confezioni adeguate al tempo di permanenza, di modo da finirli prima del viaggio di ritorno e smaltire le confezioni nella raccolta differenziata. Ancor più: ormai non c’è hotel o B&B o host che non mettano a disposizione shampoo, sapone e balsamo per cui si può davvero partire con lo spazzolino e il dentifricio.
I dispositivi elettronici
Poi c’è il tema dei dispositivi elettronici di cui ormai non possiamo più fare a meno. Ora, a meno che non viaggi per lavoro e ti devi per forza portare il laptop, lascialo a casa. Ormai su uno smartphone hai tutto quello che ti serve: informazioni, intrattenimento e navigazione.
Più che altro considera di non rimanere senza carica della batteria, e quindi prevedi:
– Powerbank
– Adattatore di presa internazionale universale
– Un cavo USB (meglio se lungo e rinforzato) che puoi usare per ricaricare in aeroporto, sui treni, nei caffè
Scegli il bagaglio giusto
No, come ho detto, il trolley no. Per me le opzioni sono 2: uno zaino da circa 40 litri massimo, che è la cosa più pratica da portare in giro se ti sposti spesso, oppure una duffel bag, che puoi portare a mano ma anche in spalla, è resistente e capiente e spesso non ha bisogno di essere imbarcata in stiva.
E organizzalo bene
Se vuoi sapere come fare bene lo zaino, puoi leggere questo articolo. Altrimenti per me ci sono degli accessori indispensabili, e sono le dry bag: ne esistono di diverse dimensioni, ci infilo i vestiti separati per tipologia, comprimo facendo uscire l’aria e creando una specie di sottovuoto e ho tutto organizzato, compresso e al riparo da acqua e polvere. In alternativa ci sono i packing cubes, che però sono più strutturati e non sempre si possono comprimere creando il sottovuoto.
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