Combattere la sedentarietà è un obiettivo che tutti, nell’era del digitale, dovremmo porci.
Dei rischi di una vita sedentaria e trascorsa per la maggior parte davanti a uno schermo ne abbiamo parlato svariate volte. È un tema che ci sta a cuore e che non va sottovalutato, perché passare troppo tempo seduti in balìa di un apparecchio elettronico può avere conseguenze pericolose, sia nel breve sia nel lungo periodo. In Italia, l’ultimo sondaggio sull’argomento è stato condotto da Vision Direct, azienda che studia prodotti per la cura degli occhi e vende occhiali e lenti a contatto. Dalle analisi dei ricercatori è emerso che un italiano trascorre 6235 ore all’anno attaccato a uno schermo, il che significa 408.431 ore: 47 anni della vita di una persona media. Chiaramente sono solo delle stime, ma questi dati devono farci rendere conto che, anche per il bene della salute dei nostri occhi, dobbiamo sforzarci a ridurre il tempo che passiamo davanti al computer, allo smartphone o al tablet.
Come combattere la sedentarietà e proteggere i nostri occhi dai dispositivi elettronici
L’adulto di domani, secondo i risultati riportati da Repubblica, passerà 47 anni della sua vita con gli occhi appiccicati a uno schermo. Il sondaggio ha coinvolto circa 2mila cittadini italiani, e la media dei dati a disposizione ha mostrato che si passano fino a 3 ore e mezza al giorno davanti alla televisione, poco meno di 4 ore e mezza davanti al computer e 53 minuti davanti allo smartphone. L’11% degli intervistati, inoltre, ha ammesso di non fare nemmeno una pausa di qualche minuto quando passa da un dispositivo all’altro, e quasi 4 genitori su 20 reputano che i propri figli stiano troppo tempo davanti a schermi di device elettronici.
Gli apparecchi che attirano maggiormente gli italiani sono gli smartphone (1618 ore all’anno in media) e i PC (1417 ore all’anno); medaglia di bronzo, invece, per la televisione (1295 ore), che continua a resistere nonostante l’ascesa delle piattaforme di streaming online. Da una parte sono dati da prendere con le pinze, in quanto il campione analizzato non è particolarmente ampio. Dall’altra, però, quantificano correttamente il tempo che molti di noi passano davanti agli schermi. Certo, al giorno d’oggi c’è una innumerevole quantità di persone che lavora con il PC e/o lo smartphone, ma anche in questi casi esistono numerose tecniche per ridurre i danni dei dispositivi elettronici (e della vita sedentaria in generale) sulla salute.
Ogni momento è buono per fare movimento. E lo sport può non bastare
Partiamo dalla sedentarietà, spesso causata, appunto, dai dispositivi elettronici che dominano nelle vostre vite. Come abbiamo spiegato qui, l’abitudine a stare seduti ininterrottamente può ridurre gli effetti positivi dello sport (per fare un esempio) post-ufficio. Anche se lo pratichiamo tutti i giorni. Tra il lavoro, il relax serale e il riposo notturno, il rischio è quello di passare anche 20-22 ore su 24 seduti o sdraiati: decisamente troppo. I rischi sono tanti: nervosismo, ansia, problemi cardiovascolari e, secondo recenti studi, un aumento del 24% delle possibilità di avere un tumore al colon. Una ricerca del 2018 apparsa su PlosOne, inoltre, sostiene che i danni dello stare seduti troppo a lungo colpiscono una regione del cervello connessa con la memoria.
Come facciamo a intervenire? L’ideale, innanzitutto, è fare sport almeno 2 o 3 volte alla settimana: l’OMS raccomanda un minimo settimanale di 150 minuti di attività fisica aerobica a intensità moderata, oppure un minimo di 75 minuti di attività vigorosa con esercizi di rafforzamento dei gruppi muscolari principali due o più volte a settimana. Ma lo sport, come detto, può non bastare. Infatti è importante approfittare di ogni momento per fare movimento: andare al lavoro, a scuola o all’università in bicicletta o a piedi; parcheggiare un po’ distante dall’ufficio e fare una bella camminata; andare a correre in pausa pranzo (qui vi parliamo dei benefici di questa ottima abitudine); recarsi alla fermata della metropolitana più vicina a piedi e non con l’auto o con i mezzi. Secondo l’OMS, chi fa un lavoro sedentario deve impegnarsi ad alzarsi dalla sedia ogni mezz’ora e muoversi per circa 3 minuti: una dritta importante soprattutto in periodo di smart working.
Ogni tot (quando siamo al telefono, in pausa caffè o dopo che siamo andati in bagno) bisognerebbe anche fare un po’ di stretching, sollecitando quei muscoli che teniamo immobili mentre siamo al computer: gambe e collo in primis. Insomma, ogni momento è buono per sgranchirsi le gambe e fare del bene al nostro corpo. Piccoli sforzi quotidiani possono salvarci la vita. Sembra esagerato, ma sotto certi versi è così.
I rischi sulla salute degli occhi
Un aspetto che in molti sottovalutano sono i problemi alla salute degli occhi provocati dai dispositivi elettronici. Anche in questo caso, però, possiamo adottare dei piccoli accorgimenti per limitare i danni, specialmente a lungo termine. Un primo consiglio, secondo Vision Direct, è quello di posizionarsi ad almeno 40 centimetri di distanza dal computer mentre lavoriamo: gli occhi soffrono di più quando sono vicini allo schermo. Inoltre, ogni 20 minuti trascorsi dinnanzi a uno schermo servirebbe una pausa di 20 secondi in cui si fissa un punto a 6 metri di distanza da noi. Bisogna cercare, inoltre, di sbattere spesso le palpebre e di non tenere luminosità troppo alte: gli occhi sono un organo delicatissimo e che si affatica in fretta.
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