Negli ultimi anni, il concetto di “scuola nel bosco” ha suscitato un crescente interesse a livello globale: si basa su studi che dimostrano come studiare all’aperto fa bene, lontani dale lezioni frontali e sempre seduti a cui sono abituati i ragazzi.
Imparare giocando a contatto con la natura è una realtà consolidata nel nord Europa, dove le scuole si stanno sempre più orientando verso l’outdoor learning. Ma da un po’ di anni il modello viene seguito anche in Italia. Questo approccio si fonda sull’idea di trasformare la natura in aula e il bosco, in un ambiente ricco di opportunità di apprendimento. Ma quali sono i vantaggi di questa forma educativa?
Come funziona la scuola nel bosco
La “pedagogia del bosco”, che si basa su un’esperienza educativa in natura, è nata nel nord Europa, in particolare Norvegia e Svezia, per poi arrivare in Germania e Danimarca, dove il contatto con l’ambiente naturale è, da sempre, considerato fondamentale per il benessere dei bambini. Questo modello, noto anche come outdoor education, è molto flessibile e offre una vasta gamma di opportunità, focalizzandosi sull’ambiente esterno come contesto educativo e promuovendo un approccio esperienziale che sostiene lo sviluppo cognitivo, emotivo, fisico e relazionale dei bambini.
Generalmente, il programma è strutturato da un insegnante e due assistenti che lavorano con un gruppo dai 10 ai 15 bambini. Gli studenti partecipano a una varietà di attività all’aria aperta, come le camminate esplorative, raccolta di oggetti, arrampicata, corsa e osservazione di piante e animali. Il tutto accompagnato dalle classiche materie d’insegnamento, che vengono però discusse prendendo sempre spunto dagli elementi che circondano i bambini.
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I benefici di studiare all’aperto
Stare all’aperto e fare sport all’aria aperta con i propri coetanei migliora le capacità sociali dei bambini, permettendo loro di interagire in modo diverso rispetto al contesto scolastico tradizionale. Queste esperienze aumentando la consapevolezza riguardo al rispetto dell’ambiente, alla propria identità e al benessere psicofisico.
I vantaggi si manifestano in vari ambiti: apprendimento, crescita emotiva, socializzazione e interazione. Man mano che un gruppo trascorre del tempo nella natura, emergono diverse sfumature nei benefici osservati dagli insegnanti: maggiore opportunità di movimento, utilizzo e sviluppo dei sensi, espressione della creatività, gioia nella scoperta e nell’avventura.
I bambini acquisiscono anche una maggiore autonomia e, nel silenzio della natura, hanno la possibilità di confrontarsi con l’ambiente esterno e sperimentare con materiali naturali. Inoltre, imparano a giocare in modo creativo, affrontano il rischio in modo consapevole e sviluppano il loro senso di orientamento. Inoltre, la loro salute migliore, anche giocando in inverno.
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Imparare nella natura
Questi miglioramenti sono necessari, dato l’aumento crescente di terapie fisiche e di logopedia per i bambini, negli ultimi anni. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Pediatrics nel 2011, un bambino su sei presenta una disabilità evolutiva, mentre i docenti segnalano un lento declino delle capacità motorie. L’aumento dei casi di ADHD è altrettanto allarmante: uno studio del 2013 pubblicato sul Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, ha rivelato che, tra il 2003 e il 2011, più di un milione di bambini negli Stati Uniti è stato diagnosticato con questo disturbo.
Dunque, promuovere l’apprendimento all’aperto non solo arricchisce l’esperienza educativa, ma è anche fondamentale per affrontare le sfide moderne legate alla salute fisica e mentale dei bambini, offrendo loro un ambiente favorevole allo sviluppo complessivo.
Dove sono le scuole nel bosco in Italia
Negli ultimi anni, il modello di outdoor learning ha guadagnato sempre più attenzione in Italia, con un numero crescente di insegnanti che adottano l’approccio della “scuola nei boschi” o “asilo nei boschi”.
Questo metodo ha fatto il suo ingresso nel nostro Paese grazie all’Asilo nel bosco di Ostia Antica, inaugurato nel 2014, che è servito per la creazione di vari progetti simili. In risposta a questa crescente esigenza infatti, nel febbraio 2017, è stato ufficialmente fondato il Comitato Promotore per l’Educazione in Natura, con l’obiettivo di organizzare e diffondere questo percorso collettivo.
Difatti, una delle principali sfide per la pedagogia del bosco è il suo ampliamento, per includere almeno la fascia di età della scuola primaria. In questo contesto, esistono già alcune sperimentazioni, come la Scuola nel bosco di Ostia e le Elementari nel bosco di Fiesole, mentre altre iniziative sono in fase di sviluppo, rappresentando un naturale proseguimento degli asili nel bosco che si sono diffusi negli ultimi anni.
I progetti di questo tipo infatti sono ormai molti in Italia e spaziano dal nord al sud. Un esempio è Il Bosco dei Piccoli, avviato a Veglio, in provincia di Biella. Questo asilo all’aperto si divide tra un rifugio al chiuso, utilizzato solo in caso di maltempo, e un campo base nei boschi circostanti. I bambini dai 3 ai 6 anni possono così esplorare quotidianamente un ambiente naturale dalle 8.30 alle 13.00. L’obiettivo è promuovere legami di comunità e permettere un gioco spontaneo, considerando il rischio come un’opportunità educativa per sviluppare coraggio, problem solving e autonomia.
Ricordiamo anche l’agrinido, Il Cavallo a Dondolo, situato a Mezzocorona, in provincia di Trento, all’interno di un’azienda agricola familiare. Qui, i bambini possono entrare a contatto con la natura, imparando a rispettarla, ma anche a vivere quotidianamente interagendo con alcuni animali del posto. L’ambiente inoltre stimola la socializzazione tra i compagni attraverso esperienze di gioco e attività educative legate al contesto particolare in cui sono immersi.
Infine, è importante menzionare l’agrinido, Il Girotondo, a Fiumicino, che offre ai bambini fino ai 6 anni, l’opportunità di apprendere in un ambiente naturale e stimolante. I piccoli possono giocare e prendersi cura degli animali della fattoria tra cui capre, pecore e coniglietti. Inoltre all’esterno c’è uno spazio dedicato alla semina, dove ciascuno può piantare e prendersi cura della natura. Ma non solo, oltre a promuovere lo sviluppo motorio ed emotivo nei bambini, la scuola presta particolare attenzione all’alimentazione, utilizzando sempre prodotti genuini e sani, provenienti dall’orto.
Pertanto l’outdoor learning rappresenta un’opportunità unica per rivoluzionare l’educazione dei più giovani, incoraggiando una connessione autentica con l’ambiente naturale. Esempi concreti, evidenziano come queste pratiche possano trasformare l’approccio educativo, rendendolo più coinvolgente e significativo. È fondamentale continuare a promuovere l’apprendimento all’aperto, creando così un futuro in cui educazione e natura coesistano in armonia.
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