L’insostenibile leggerezza delle piste da pattinaggio su ghiaccio in città a Natale

Negli ultimi anni pare che non sia Natale se non c'è una pista da pattinaggio su ghiaccio davanti al Comune, in piazza della Chiesa o nel parcheggio del centro commerciale. Anche laddove a dicembre e gennaio le temperature medie sono ben sopra lo 0°C. Ma ci siamo mai chiesti quale sia l'impatto ambientale, e i consumi energetici, del divertimento per la gioia di grandi e piccini?

L'insostenibile leggerezza delle piste da pattinaggio su ghiaccio in città a Natale

Non è nemmeno finito novembre e sono già spuntate le piste da pattinaggio su ghiaccio in città a Natale. Più di un mese prima di Natale, se vogliamo limitarci all’inopportunità rispetto alle feste vere e proprie. Ma soprattutto ben lontani da temperature che giustificherebbero una pista da pattinaggio su ghiaccio. E invece nelle piazze comunali, nei parcheggi dei centri commerciali, davanti a chiese e pure scuole, pare ormai che non si possa passare l’inverno senza le piste da pattinaggio su ghiaccio anche laddove di ghiaccio, neve e freddo vero non se ne vede più da anni. Sì certo, per la gioia dei bambini, dicono sempre i sindaci e gli assessori quando tagliano i nastri e postano le foto di queste strutture dal sapore vagamente montanaro, tutto legno e addobbi rossi e dorati.

L’insostenibile leggerezza delle piste da pattinaggio su ghiaccio in città a Natale

Dicevamo, la gioia dei grandi e dei piccini. Ma a che costo? Costo non tanto economico (che pure c’è anche quello) ma costo ambientale. Costo in termini di sostenibilità. Partiamo da qualche dato: che temperature ci sono mediamente a dicembre, gennaio e febbraio nelle nostre città? Prendiamo qualche punto di riferimento macro tipo i capoluoghi di Regione: a Milano le medie minime non scendono sotto i 2°C, le massime sono intorno ai 7°C / 8°C; a Torino si sta tra i 3°C e gli 8°C; a Venezia siamo tra gli 0°C e gli 8°C; A Bologna e Firenze idem; a Roma andiamo dai 3°C ai 13°C.

Eppure anche il sindaco di Vattelapesca, ridente cittadina dove a dicembre ci sono ancora le zanzare, vuole la sua bella pista da pattinaggio su ghiaccio. Con quell’atmosfera un po’ così da villaggio di Babbo Natale o Rockefeller Center di New York, dove però le minime invernali sono abbondantemente sotto lo zero e le massimo appena sopra.

L'insostenibile leggerezza delle piste da pattinaggio su ghiaccio in città a Natale

Ora, non serve una laurea in fisica per sapere che l’acqua a temperatura atmosferica ghiaccia a 0°C. È nozione da scuola media, se non elementare. E se non siamo a Rovaniemi, Mosca o Vancouver, questo significa solo una cosa: che bisogna utilizzare energia per raffreddare l’acqua e farla ghiacciare.

I costi energetici di una pista da pattinaggio su ghiaccio

Le stime approssimative dei produttori di piste da pattinaggio su ghiaccio dicono che siamo intorno ai 2-3 KWh per metro quadro al giorno. Stime approssimative, perché poi dipende da molti fattori, tra cui la temperatura ambientale, il contesto (se intorno è tutto un luccichio di lampade e illuminazione le temperature si alzano), la quantità di utenti e molti altri fattori. In pratica una pista da pattinaggio su ghiaccio dove non c’è naturalmente ghiaccio è come un frigorifero con la porta sempre aperta. Un enorme frigorifero con la porta sempre aperta.

Se vogliamo andare nel concreto, una pista da pattinaggio di 200 metri quadri – cioè le dimensioni di un appartamento di 4 locali, che per pattinare in piazza o in un parcheggio sono poco più che una vasca da bagno – costa dai 2500 ai 3000 euro al mese di corrente, ai prezzi kWh attuali relativi all’energia elettrica stabiliti da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). Al netto che poi spesso capita anche che l’energia elettrica venga prodotta da generatori a gasolio.

L'insostenibile leggerezza delle piste da pattinaggio su ghiaccio in città a Natale

Ma più che il conto della serva, è l’impatto ambientale che non è sostenibile. La nostra pista da 200 metri quadri – e ribadiamo: 200 metri quadri è proprio il minimo minimo – necessita di qualcosa come 19.000 litri di acqua, e in un paio di mesi di funzionamento immette nell’atmosfera qualcosa come 5,5 tonnellate di CO2. Se vogliamo avere un’unità di misura concreta, parliamo degli stessi consumi e dello stesso impatto ambientale di una trentina di famiglie che stanno attente ai costi in bolletta e si preoccupano dell’impatto ambientale della propria quotidianità.

E non è finita, perché poi le piste da pattinaggio su ghiaccio necessitano di refrigeranti, e spesso si tratta di prodotti che contengono clorofluorocarburi, anidride carbonica e ammoniaca, e glicole etilenico, una sostanza altamente tossica sia per l’ambiente che per l’uomo, tanto che perfino il Comitato Olimpico Internazionale e la NHL, la più importante lega di hockey professionista di Stati Uniti e Canada, stanno cercando attivamente soluzioni più sostenibili per il loro sport.

Quindi davvero la domanda è: siamo davvero sicuri di volere una pista di pattinaggio su ghiaccio nel nostro Comune dove in inverno ormai il freddo vero non ricordiamo più nemmeno cosa sia?

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