Fumo e Covid-19: più sintomi e più rischi di ricovero in ospedale (anche per chi fa sport)

Anche se smettere con il fumo non è mai facile, durante la pandemia da Coronavirus c’è un motivo in più per cercare di riuscirci. Uno studio condotto al King’s College London e pubblicato sulla rivista di pneumologia Thorax, avverte infatti che i fumatori hanno un rischio più alto sia di sviluppare il Covid-19 in forma sintomatica (e con un numero maggiore di sintomi rispetto alla classica triade tosse, febbre e respiro affannoso) sia di andare incontro a un ricovero ospedaliero.

Cosa ha scoperto la ricerca via app

Malgrado durante la pandemia alcuni lavori scientifici abbiano addirittura ipotizzato che il fumo possa essere un fattore protettivo contro il Covid, già nella primavera-estate del 2020 l’Organizzazione mondiale della Sanità ha lanciato l’allarme sul negativo effetto delle sigarette, osservando che i fumatori – una volta contratto il Coronavirus – sono in termini assoluti più vulnerabili per i danni già indotti dalla nicotina all’apparato cardiorespiratorio. Una condizione di rischio ora ampliata dalla studio inglese, che ha fotografato “sul campo” una connessione diretta tra fumo e maggiori probabilità di ammalarsi di Covid-19 e in forma più grave.

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I ricercatori hanno preso in esame i dati riguardo sintomi e ricoveri forniti via smartphone all’app Zoe Covid Symptom Study da 2.400.000 soggetti residenti nel Regno Unito (63,3% donne), con età media di 43,6 anni e l’11% dei quali fumatori (percentuale lievemente inferiore a quella generale nel Regno Unito, equivalente al 14,7% della popolazione). Dall’analisi è emerso che il gruppo dei fumatori ha accusato i 3 principali sintomi riconducibili al Coronavirus (tosse, febbre, respiro affannoso) in misura superiore del 14% rispetto ai non fumatori, con la differenza tra i due gruppi che sale al 29% per la segnalazione di più di 5 sintomi e al 50% per quella di più di 10 sintomi (tra questi perdita dell’olfatto, forte riduzione dell’appetito, diarrea, affaticamento, dolori muscolari, senso di confusione mentale). Inoltre, tra i casi nel gruppo di studio poi effettivamente risultati positivi al Coronavirus, i fumatori ricoverati in ospedale sono stati più del doppio dei non fumatori.

“Questi numeri dimostrano chiaramente che i fumatori hanno un aumentato rischio di ammalarsi di Covid-19 con un numero maggiore e più grave di sintomi, con un conseguente più alto rischio di aver anche bisogno di cure ospedaliere”, è quindi stato il commento finale del dottor Mario Falchi, coordinatore della ricerca al King’s College London.

Gli altri danni del fumo per chi fa sport

Se si è uno sportivo, smettere di fumare dovrebbe poi essere un imperativo non solo per essere meno vulnerabile nei confronti del Coronavirus. Sono infatti numerosissimi gli studi che negli ultimi decenni hanno dimostrato come il fumo condizioni negativamente la performance atletica favorendo un maggiore affaticamento (a causa della produzione di carbossiemoglobina, che riduce l’ossigenazione dei tessuti) e anche una maggiore produzione di acido lattico sotto sforzo (perché l’organismo si trova più spesso a lavorare in condizione anaerobica).

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Inoltre, è stato accertato che il fumo induce negli sportivi un aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sia in azione sia a riposo, mentre altri lavori hanno addirittura evidenziato che il fumo favorisce gli infortuni e in generale rallenta i tempi di recupero. Insomma, ce n’è davvero abbastanza per decidere di cercare di dire addio alle sigarette.

Credits: Pixabay da Pexels.

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