la riapertura delle palestre avverrà solo con la “Zona Bianca” e non prima di fine gennaio. Ormai questo è chiaro. Il punto della situazione fatto da Governo e CTS venerdì 5 doveva essere il momento del bilancio delle misure adottate con il Decreto di Natale, e il bilancio è ampiamente negativo: indice Rt in aumento, contagi in aumento, numero di morti in aumento. Quindi addio ai sogni di riapertura palestre e piscine, ma anche di apertura degli impianti da sci prima del 18 gennaio. Il Governo a deciso che tutte le regioni sono gialle a eccezione di 5 che tornano arancioni. Condizioni che non consentono la riapertura delle palestre e dei centri fitness.
Poi c’è la dichiarazione del ministro Spadafora appena prima di Capodanno con il suo impegno a far riaprire le palestre per la fine di Gennaio. Impegno sub-judice, perché la postilla è sempre la solita: sempre che la situazione epidemiologica lo consenta. E allora quale sarebbe la situazione epidemiologica che consentirebbe la riapertura delle palestre? Quella ipotizzata e proposta dal Ministro Franceschini e subito ribattezzata “Zona Bianca”.
Oggi sabato 9 gennaio: solo ieri il bollettino riportava 620 morti.
In tutta Europa lo sport è praticamente fermo. In…
Pubblicato da Vincenzo Spadafora su Sabato 9 gennaio 2021
La Zona Bianca non è il paradiso COVID-Free che tutti vorremmo ma – come da parole dello stesso ministro – «l’ultimo gradino prima del ritorno alla normalità». Non proprio la normalità ma qualcosa di molto più vicino rispetto alla zona gialla: «Poiché la zona gialla ha limiti enormi, a cominciare dal coprifuoco, facciamo una zona bianca, nella quale si accede sotto un certo indice Rt di trasmissione dei contagi».
La Zona Bianca potrebbe essere istituita con il prossimo, e certo, decreto del 15 gennaio, vedrebbe comunque l’obbligo della mascherina, all’aperto come al chiuso, i divieti di assembramento, l’appello al distanziamento e le misure di igiene personale. Ma gli spostamenti sarebbero liberi e con in indice Rt rassicurante (c’è chi ipotizza sotto lo 0,5%) potrebbero riaprire le palestre insieme a musei, cinema e teatri (oltre a bar, ristoranti, pasticcerie, etc).
La riapertura palestre non sarebbe una via libero assoluto: rimarrebbe il contingentamento agli accessi, da fare tramite prenotazione, il divieto di utilizzo degli spogliatoi e delle docce, l’obbligo della mascherina negli spazi misti tra le postazioni, la prescrizione dell’igienizzazione delle attrezzature dopo ogni uso e della sanificazione degli spazi a intervalli regolari. Tutte misure che prima del nuovo lockdown avevano consentito di evitare focolai nelle palestre. Insomma, non la vera normalità ma un abbozzo di nuova normalità che però potrebbe consentire agli operatori del fitness di tornare a lavorare e agli appassionati di ricominciare ad allenarsi frequentando le palestre. Ma è difficile ipotizzare che al decreto dle 15 gennaio segua un’apertura già a partire dal 18. Lo scherma è ormai consolidato: decreto il venerdì, prime timide misure dal lunedì, e almeno un paio di settimane prima del via libera a quelle di maggior impatto. Ecco perché la riapertura palestre non è ipotizzabile prima di fine gennaio, e sempre che venga davvero istituita la Zona Bianca.
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