La riapertura delle piste da sci dal 15 febbraio è prevista dall’ultimo DPCM del 16 gennaio, che prevede anche per il 14 febbraio lo stop al divieto di spostamento tra regioni, comprese ovviamente quelle gialle. E dal CTS e dal Governo filtra l’orientamento per cui, nella migliore delle ipotesi, si potrebbe finalmente dare il via alla stagione dello sci in pista almeno nelle regioni con basso indice pandemico, mantenendo però i vincoli relativi allo spostamento da e per le regioni arancioni e permanendo la chiusura degli impianti nelle stesse, oltre che nelle regioni rosse.
Il condizionale è d’obbligo, vista anche la crisi di governo in atto e l’incertezza su quale sarà l’esecutivo che dovrà decidere le prossime misure, e tenendo conto che l’attuale DPCM è valido fino a marzo. E quindi servirebbe un altro atto del governo per prorogare la chiusura o prevedere l’apertura con eventuali limitazioni. Ma non è solo questo. Ci sono anche alcune osservazioni da parte del CTS circa il protocollo “Sugli impianti per lo sci amatoriale” proposto dalle Regioni per la riapertura delle piste da sci, di cui avevamo già dato conto in questo articolo.
I nodi da sciogliere sono essenzialmente 2. Uno il contingentamento sugli impianti di risalita, cosa già implementata in estate, almeno per quanto riguarda il numero massimo di persone consentite su seggiovie, ovovie e funivie. Anche se il CTS ora imporrebbe il distanziamento di 1 metro anche tra i congiunti (a esclusione dei soggetti che necessitano di accompagnamento, bambini compresi) Ma il timore non è tanto per il distanziamento una volta seduti sugli impianti quanto per quello eventualmente in attesa. Cioè si vuole evitare un’altra situazione tipo Cervinia L’altro nodo critico è quello sul numero massimo di presenze sulle piste e nei comprensori e il CTS ha già richiesto e ottenuto la programmazione della vendita degli skipass su base settimanale, in modo da poter conoscere in anticipo l’affluenza degli sciatori sulle piste. Un aspetto che sarà possibile gestire solo con la prevendita degli skipass online (e sotto questo aspetto la situazione è a macchia di leopardo, come spieghiamo in questo articolo). Questo per le regioni in zona gialla. Perché per quelle in zona arancione la proposta delle Regioni è una apertura con limite del 50 % per tutte le tipologie di impianto – comprese le seggiovie – e utilizzo obbligatorio di mascherine FFP2 o di livello superiore.
Ovviamente la riapertura delle piste da sci avrebbe poi delle ricadute in termini di affluenza anche per quanto riguarda alberghi, ristoranti, rifugi e ogni altra struttura ricettiva o di servizio agli sciatori, compresi i noleggi. Ma almeno su questo i protocolli ci sono e sono già validati dal CTS.
Ma appunto stante le limitazioni, come da attuale DPCM in vigore fino a marzo, sull’apertura dei ristoranti e la frequentazione degli alberghi, è davvero probabile che nella migliore delle ipotesi la riapertura delle piste da sci dal 15 febbraio avvenga solo nelle regioni gialle (che dal 1 febbraio sono Abruzzo, Calabria, Campania, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto) e non nelle regioni arancioni (che al momento sono Provincia Autonoma di Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria).
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