Il Recovery Fund è un’occasione imperdibile per rendere l’Italia un Paese più aperto all’ecologia, alla mobilità sostenibile e alle energie pulite: sprecare queste risorse significherebbe buttare via un’opportunità che non tornerà mai più.
Sono 68,9 miliardi i soldi destinati alla rivoluzione verde-transizione ecologica e 32 miliardi quelli per la mobilità sostenibile secondo l’ultima bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il documento che spartirà i fondi europei del Next Generation EU (definito anche Recovery Fund). Si tratta di un tema particolarmente caldo e che continua ad animare le discussioni di questo inizio di 2021 contraddistinto dalla crisi di Governo.
A seconda di quello che succederà a Palazzo Chigi, dunque, la bozza del PNRR potrebbe subire modifiche, ma in ogni caso permane la certezza che questi fondi siano una grande opportunità per permettere all’Italia di fare un importante passo in avanti in termini di energie rinnovabili, economia circolare e mobilità sostenibile. Un’occasione da sfruttare con programmazione e raziocinio, insomma. A tal proposito, Legambiente ha presentato il suo personalissimo PNRR, definendo 23 priorità di intervento, 63 progetti territoriali da finanziare e 5 riforme trasversali per accelerare la transizione ecologica. Un documento molto interessante e che verrà presentato alla Camera, nell’ottica di utilizzare al meglio le risorse destinate alla rivoluzione verde.
Recovery Fund per l’ambiente e un’Italia più green, come usare i fondi?
Secondo Legambiente, l’Italia dovrebbe utilizzare i fondi per finanziare 21 progetti sulla mobilità sostenibile, principalmente legati all’ammodernamento delle reti ferroviarie di Basilicata, Molise, Campania, Sardegna, Umbria, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Veneto e Lombardia; sul documento figurano anche l’elettrificazione dei porti in Sicilia, Campania e Liguria; il raddoppio della ferrovia pontremolese che collega Parma con la dorsale tirrenica; il prolungamento delle linee A, B e C e la chiusura dell’anello ferroviario a Roma; il completamento della linea 2 di Torino e della rete tramviaria di Firenze; la riattivazione delle ferrovie sospese in Piemonte.
Sono invece 4, secondo Legambiente, i progetti sulle infrastrutture verdi che dovrebbero essere finanziate dai fondi del Next Generation EU: la Rete ecologica regionale in Sicilia; il progetto APE – Appennino Parco d’Europa, da sviluppare in tutto il Paese, da sud a nord; il Parco nazionale del Magra tra Liguria e Toscana; il Parco Metropolitano e Agricolo di Milano e il completamento della rete ecologica e dei sistemi verdi in Lombardia.
Il PNRR ha inoltre posto molta attenzione ai progetti sul rischio idrogeologico e sul ciclo delle acque, i progetti di economia circolare e i progetti di innovazione produttiva.
Mobilità sostenibile, sharing mobility e revisione del codice della strada
Tra le priorità di intervento secondo Legambiente dovrebbe esserci anche la mobilità urbana e le infrastrutture per la mobilità green, che grazie alle bike lane e alla mini-riforma del Codice della Strada ha vissuto una incoraggiante crescita dopo il lockdown primaverile: l’Italia, non a caso, è stata la Nazione europea in cui è più cresciuto l’uso della bicicletta nel 2020. Tra le riforme su cui l’Italia dovrebbe puntare grazie ai soldi del Recovery Fund c’è una revisione più decisa del codice della strada funzionale alla mobilità sostenibile.
Inoltre, tra gli obiettivi ci sono quelli di programmare lo stop alla commercializzazione dei veicoli a combustione interna entro il 2030 (per camion e autobus interurbani al 2035) e il divieto di circolazione dei veicoli a combustione entro il 2045.
Da non dimenticare i piani per favorire la sharing mobility e il sostegno alle flotte di mezzi green in condivisione per aziende. Infine, sostiene Legambiente, è necessario un intervento per incentivare nuovi prodotti per il turismo montano in una logica di riconversione anche della proposta di vacanza tradizionale (ad esempio, puntare più su pacchetti vacanza che offrono delle uscite sulle ciaspole: un’attività in costante crescita), considerando che il Coronavirus ha cambiato parecchie logiche in termini di viaggi.
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