I fast food fanno male, in tutti i sensi: per ogni nuovo negozio di cibo fast-food che viene aperto, il numero di attacchi di cuore aumenta di quattro volte.
La connessione fra fast food e problemi cardiocircolatori è risaputa, ma questa correlazione è davvero curiosa e interessante. L’ha scoperta un team composto da membri dell’Università di Newcastle e di Hunter New England Health in uno studio pubblicato nell’ultima edizione dell’Internal Medicine Journal. Lo scopo era quello di determinare se il numero di fast-food in un’area potesse essere considerato un fattore di rischio ambientale per l’attacco cardiaco. E in effetti sembra di sì.
I fast food fanno male: quando ne apre uno, il numero di attacchi di cuore aumenta
L’attacco cardiaco è una delle principali cause di morte in tutto il mondo, “Tuttavia, dati recenti suggeriscono che un numero crescente di attacchi di cuore non può essere spiegato da fattori di rischio noti”, spiega il dottor Tarunpreet Saluja, leader della ricerca, che aggiunge: “Esiste un legame ben consolidato tra il consumo di fast food e malattie cardiovascolari come l’infarto. Ciò evidenzia la necessità di esplorare il ruolo della disponibilità di cibo nella probabilità di avere un attacco di cuore”.
Il team guidato inglese ha confrontato tutti i casi di infarto miocardico all’interno del distretto sanitario di Hunter-New England con la densità dei fast food (FFD) di ciascuna area del governo locale all’interno del distretto.
I negozi fast food fanno male al cuore
Si è così scoperto che la densità dei fast food in una città è correlata a un aumento dell’infarto miocardico. Questo dato emerge anche dopo aver tenuto conto di altri fattori come età, obesità, iperlipidemia (colesterolo alto), ipertensione, abitudine al fumo, diabete e stato socioeconomico.
Se dunque è noto da tempo che consumare fast food faceva male al cuore, nessuno aveva ancora stabilito se il numero di negozi fosse di per sé un fattore predittivo. E dallo studio così sembra. Anche se naturalmente non nè coretto generalizzare: fast food non significa per forza junk food. E c’è uno studio che consiglia di frequentarli dopo un allenamento.
“Questi risultati dovrebbero fornire un’importante considerazione per la futura politica di salute pubblica e lo sviluppo della comunità”, spiegano i ricercatori.
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