Anche in epoca di tracce e navigatori Gps i segnali sui sentieri di montagna rimangono un aiuto insostituibile quando si tratta di capire distanza, direzione e grado di difficoltà di un’escursione. I segnavia più comunemente noti sono quelli bianchi e rossi del CAI, benché non siano gli unici che ormai si incontrano sui sentieri di montagna o lungo i cammini. Ma è indubbio che sia stato il Club Alpino Italiano a codificare fin dal secolo scorso le regole per rendere uniformi le indicazioni riportate sui segnali sui sentieri di montagna. Questo perché a norma di legge la segnalazione e progettazione dei sentieri è “una prerogativa del CAI senza il cui benestare ogni nuova iniziativa nel campo della sentieristica sarebbe illegittima“. Nondimeno in questi anni di boom dell’escursionismo e dei cammini è stato tutto un fiorire di percorsi e itinerari non sempre segnalati con tutti i crismi, a cominciare dall’uso dei colori per finire con la tipologia di informazioni che dovrebbe essere sempre riportata su un segnavia.
Segnali sui sentieri di montagna: come riconoscerli
Come prima cosa per un escursionista è importante imparare a riconoscere i segnali sui sentieri di montagna. Tipicamente i segnavia del CAI sono bicolori, bianco e rosso, e sono di 2 tipologie: la segnaletica verticale e quella orizzontale.
La segnaletica verticale si trova all’inizio dei sentieri e nei punti di snodo o bivio importanti, è infissa su pali di legno o più raramente su tronchi d’albero, è normalmente a forma di freccia con la punta rossa a indicare la direzione, oppure di forma quadrata con il numero del sentiero riportato al centro in colore nero. La segnaletica verticale all’inizio dei sentieri e nei punti di snodo riporta sempre alcune fondamentali informazioni e indicazioni per l’escursionista.
La segnaletica orizzontale invece si trova a terra o su massi e pietre e occasionalmente sui tronchi di alberi, è bicolore bianco-rossa, e non riporta alcuna indicazione perché serve a segnalare la continuità del sentiero in entrambi i sensi di percorrenza. Se il sentiero è evidente la si incontra ogni 5 o 10 minuti di cammino, se invece il sentiero è meno evidente la si può vedere ogni poche centinaia di metri.
Quando ci si trova in un ambiente in cui non è possibile posizionare la segnaletica orizzontale si possono trovare talvolta dei picchetti, che svolgono la stessa funzione, oppure gli ometti di pietre, solitamente utilizzati in terreni aperti d’alta montagna.
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Come leggere i segnavia sui sentieri di montagna
Per qualunque escursionista è davvero importante saper leggere i segnavia sui sentieri di montagna, perché riportano sempre alcune fondamentali informazioni utili per organizzare e gestire la propria escursione.
Da un segnavia infatti si può sapere:
1. Il numero del sentiero (solitamente scritto in nero su sfondo rosso, sul lato non appuntito del cartello)
2. La o le località raggiungibili e la quota a cui si trovano
3. I relativi tempi di percorrenza, calcolati per un escursionista medio, considerando circa 350 metri in 1 ora in salita, 500 metri in 1 ora in discesa, circa 3,5 / 4 km all’ora su un percorso mediamente pianeggiante.
4. Il grado di difficoltà del sentiero (T Turistico, E Escursionistico, EE per Escursionisti Esperti, EEA per Escursionisti Esperti con Attrezzatura Alpinistica). Per un approfondimento sui gradi di difficoltà dei sentieri escursionistici clicca qui.
5. Eventualmente una classificazione per grado di interesse (Sentiero Alpinistico, Via Ferrata, Itinerari di lunga percorrenza come cammini o Alte Vie, sentieri storici o tematici, etc)
Altri cartelli sui sentieri escursionistici e di montagna
Capita poi di trovare altri cartelli o segnali sui sentieri escursionistici e di montagna. Alcuni segnalano la percorrenza dei lunghi cammini, dalla Francigena a quello di Santiago, e sono ormai assolutamente iconici o comunque riconoscibili. Oppure si possono trovare segnavia di altri colori, come quelli giallo-blu che indicano dei sentieri minori, spesso tracciati su iniziativa di gruppi locali, oppure quelli bianco-verdi che indicano anelli escursionistici locali o di zona.
In via del tutto teorica anche questi dovrebbero riportare le indicazioni come da protocollo del CAI, ma la proliferazione di itinerari, percorsi, sentieri e vie di iniziativa locale non sempre ha seguito scrupolosamente queste indicazioni.
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