7 escursioni nella natura che va in letargo

Dal Trentino alla Calabria, le migliori camminate da fare nella natura selvaggia in uno dei suoi momenti più intensi, il passaggio fra autunno e inverno

7 escursioni nella natura che va in letargo

L’autunno quest’anno è stato breve e nemmeno intenso. Siamo passati dal caldo di ottobre alla prima neve di novembre senza che la natura avesse il tempo di adeguarsi languidamente alle nuove temperature. E anche il foliage ha spiazzato tutti, accendendo i boschi dei suoi colori solo ora. Ma prima che la neve e il vero freddo ci introducano nel pieno inverno c’è ancora tempo per fare un po’ di escursioni nella natura che va in letargo e riempirsi gli occhi e l’anima di questo affascinante momento di passaggio.

7 escursioni nella natura che va in letargo

I ritmi rallentati, l’aria pungente e pura che rende più vividi i panorami, i colori che cambiano e le foglie che cadono, allargando le prospettive, i profumi del bosco che si fanno più intensi: per chi ama le passeggiate nella natura c’è un piacere particolare e intenso nel fare escursioni nella natura che va in letargo.
E allora zaino in spalla, una giacca adatta alla stagione, e scarponcini tecnici ma comodi per camminare in tutta sicurezza su pietre e radici umide, foglie cadute e torrenti che gorgogliano, vediamo 7 location per godere degli ultimi raggi d’autunno.

 

1. Foreste Casentinesi, Toscana

Una delle più belle ed estese aree wild italiane, adagiata sul crinale appenninico tra Romagna e Toscana, e una delle mete mondiali per gli appassionati di foliage. Ci si può immergere nella natura che si addormenta lungo uno dei “cammini natura”, come per esempio quello che da San Benedetto in Alpe porta alla cascata dell’Acquacheta messa in terzine da Dante nella commedia: è una semplice passeggiata adatta davvero a tutti e di sicuro fascino naturalistico. Oppure camminando lungo le tappe L05 ed L06 del Sentiero Italia CAI, da Badia Prataglia al Passo del Muraglione, lambendo la Riserva naturale integrale di Sasso Fratino con le sue faggete vetuste, o ancora salire alla cima del Monte Penna de la Verna, sopra la foresta della Lama, e abbracciare con lo sguardo l’intera meraviglia di questa intatta area naturale.

7 escursioni nella natura che va in letargo

 

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2. Val di Non, Trentino

Boschi, meleti e vigneti rendono la Val di Non un mirabile contrasto tra natura spontanea e laboriosità dell’uomo. Finito il tempo laborioso della vendemmia e della raccolta la valle si riposa al cospetto del Parco Naturale Adamello-Brenta, preparandosi all’inverno, ed è il momento migliore per ammirare i contrasti di colori e profumi anche prendendo il treno che da Trento attraversa la valle verso la Val di Sole. Tra le passeggiate più affascinanti c’è sicuramente quella intorno al lago di Tovel, la cui strada che parte da Tuenno in inverno può venire chiusa per motivi di sicurezza, ma fintanto che non cade la neve il giro ad anello di questo celebre laghetto alpino è sicuramente affascinante.

val di non

3. Parco naturale delle Capanne di Marcarolo e Parco naturale regionale del Beigua, Piemonte e LIguria

Tra Liguria e Piemonte, tra Genova e Ovada, due aree naturali protette poco note se non ai più raffinati conoscitori degli scrigni dell’outdoor. Faggete, castagneti e boschi di roverelle sono degli autentici rifugi dell’anima per chi ama passeggiare nella natura che rallenta i suoi ritmi preparandosi ai rigori dell’inverno. Nel Parco naturale delle Capanne di Marcarolo un buon punto di partenza per le escursioni è il Valico degli Eremiti, o in alternativa Capanne di Marcarolo, mentre nel Parco naturale regionale del Beigua ci sono alcuni interessanti percorsi escursionistici che partono anche dalla località costiera di Arenzano, consentendo di godere del passaggio dalla vegetazione marittima a quella delle Alpi liguri.

Beigua

4. I laghi del Lazio

Il lago di Bracciano, quello di Bolsena, il lago di Vico, quello di Nemi e il lago di Albano hanno in comune il panorama dominato dai Monti Cimini con i loro boschi secolari. Nonostante l’antropizzazione intorno a questi laghi vulcanici si possono trovare ancora ambienti selvaggi e fitta vegetazione con boschi di querce e castagni protagonisti di foliage coloratissimo e spettacolare.

5. Valle del Chiese, Trentino

Dal verde vivido dell’estate alle sfumature di giallo, arancione, rosso e oro dell’autunno fino a che il bianco della neve non ammanta i colori scuri e neri dell’inverno. La Valle del Chiese, nella Comunità delle Giudicarie, è un luogo privilegiato per le escursioni nella natura che va in letargo.Valle del Chiese in autunno
I più esigenti cacciatori di immagini indimenticabili possono regalarsi l’emozione di due luoghi speciali, il lago di Roncone e la Valdaone. E poi chiudere la giornata con un piatto di polenta fumante fatta con la farina gialla di Storo, che dona a questa pietanza un sapore del tutto particolare.

 

6. Oasi Zegna, Piemonte

Una vera e propria forest therapy tra betulle, abeti, faggi e larici del Bosco del Sorriso in Valsessera, da scoprire lungo la Panoramica Zegna che parte da Bocchetto Sessera, o i castagni della Brughiera, intorno alla località di Trivero Valdilana: semplici passeggiate piacevoli e rilassanti, per rallentare i ritmi della settimana, fare il pieno di aria pura ed energia positiva e godere di una delle aree protette più affascinanti d’Italia.

foliage all'Oasi Zegna

 

 

7. Parco Nazionale della Sila, Calabria

La latitudine meridionale e le quote alpine creano un mix unico in quest’area protetta che custodisce uno dei più significativi sistemi di biodiversità. Faggi, ontani e platani si preparano all’inverno in un intenso spettacolo di silenzio e purezza. Un modo slow e green per godere di questa magia è con il Treno della Sila, una ferrovia storica a scartamento ridotto che porta alla più alta stazione d’Europa, da Moccone a San Nicola Silvana Mansio passando per Camigliatello Silano, in un paesaggio suggestivo e selvaggio. Oppure esplorare uno dei numerosi sentieri tematici, come quello dei Caprioli, un giro ad anello con partenza da Fossiata che si inoltra in una delle zone più integre e protette del parco, rifugio sicuro di cervi, caprioli e lupi, e che nella valle del Cecita consente di ammirare il “Patriarca della Sila”, un abete bianco annoverato tra gli alberi più vecchi del parco.
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