Accade questa cosa: che accanto al proliferare di tessuti e membrane tecniche c’è una tendenza sempre più diffusa a utilizzare la lana come filato per capi dedicati allo sport e alla vita active. Ora, quando ci si trova tra le mani uno di questi capi, normalmente si fatica a pensare che sia davvero lana, e che davvero la si possa usare per correre, per fare escursioni, per allenarsi all’aria aperta o anche nella vita di tutti i giorni. E invece è possibile.
Lo abbiamo provato sulla nostra pelle, usando una fascia di lana di Wool-e per correre la mattina presto in un parco milanese: un paio d’ore di allenamento serio, con le temperature esterne intorno ai 2°C. E diciamo la verità: i dubbi iniziali erano parecchi. Proviamo a riassumerli e dare una risposta.
Non tiene troppo caldo? Tipica domanda da chi alla lana associa l’idea di un maglione peloso che scalda come una stufa. No, non tiene affatto troppo caldo. Anzi, sostanzialmente termoregola come un buon tessuto tecnico. Noi dovevamo proteggere orecchie e fronte dal freddo, e non appena abbiamo cominciato davvero a correre non avevamo né troppo freddo né troppo caldo.
Non si inzuppa? No, l’immagine della lana in acqua che si gonfia qui non c’entra nulla. Abbiamo sudato, parecchio, e lo abbiamo visto da come si è scurita la fascia (la nostra era di colore grigio) ma no, non abbiamo mai dovuto toglierla per strizzarla o cose del genere. In pratica si è comportata esattamente come una fascia in tessuto tecnico, permettendo al sudore di traspirare senza ristagnare nel filato o a contatto con la pelle.
Non punge? No, anche qui i maglioni che fanno prudere la pelle non c’entrano nulla. A dirla tutta, sembra davvero un tessuto tecnico, leggero, morbido, sottilissimo: è jersey di lana merino (venduto in doppio peso, 145 gr/mq o 190 gr/mg) superfine 18,5 micron.
Non è troppo rigido? No, è elastico esattamente come un tessuto tecnico sintetico. Lo infili, non stringe, non scivola, non si allarga, e rimane sempre perfettamente calzante.
Non puzza? No, almeno per quel che possiamo testimoniare avendola usata qualche volta (ma da Wool-e assicurano che non puzza nemmeno dopo numerosi usi e lavaggi).
Ma allora perché scegliere la lana al posto di un tessuto tecnico? Perché a parità di soddisfazione con uno stesso capo in tessuto sintetico, la lana è un tessuto naturale e, sicuramente nel caso di Wool-e, anche sostenibile, visto che le materie prime sono tracciate e provengono da una filiera al 100% italiana.
Infine, quanto costano? La fascia 16 euro, la t-shirt a maniche corte 59 euro, il dolcevita 89 e la calzamaglia alle ginocchia 63.
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