I segnali del secondo semestre 2022 sono contrastanti. I bilanci delle palestre hanno ripreso a camminare. Ma non a volare. Personale ed energia i punti cruciali. Si contiene il costo del personale pagando poco gli istruttori e forzandoli a fatturare col servizio di personal training da piazzare ovunque. Una lotta nel breve periodo micidiale negli effetti sul lungo, perchè più offerta abbassa il prezzo su tutto. E così, il personal trainer si trova ormai a dieci euro.
Fitness 2023: gli scenari
Il controllo sulle risorse umane da parte del club non è per esigenze prestazionali in chiave umana, ma per mettere le mani sul fatturato extra-service prodotto dal proprio collaboratore “X”. O per incassare l’obolo d’affitto palestra dovuto dal trainer esterno “Y”. Quale strategia sensata sottende sempre meno qualità del servizio ufficiale del club in conflitto con un servizio ufficioso esterno sullo stesso (proprio) terreno? E poi tutte queste tonnellate di Gbyte di fitness che ci arrivano addosso gratis direttamente sui device, due terzi dei quali di qualità improponibile. Contenuti tecnici inenarrabili e invendibili che però si vendono. Diventano gym-competitors.
Che cosa vale la spesa-fitness?
Sotto la pioggia delle inutilità il cliente palestra, ultimo di cui ci si occupa, non si raccapezza più su cosa valga davvero la pena della spesa fitness. E la membership tradizionale, quella semplice semplice? E il vecchio e solido anno di iscrizione? Marginalizzato dai possibili obiettivi del fruitore di fitness. Cassato dalle strategie commerciali di una palestra che guarda all’avversario e non a se stessa. E non conta se la palestra sia una o un network. Una palestra sola può essere più innovativa e agile nella messa a terra dei progetti. E i costi energetici? Inutile arrovellarsi. E’ così e basta.
Fitness 2023: caccia grossa alle idee
Questo 2022 prevedeva caccia grossa alle idee per il 2023. Lo scenario descritto avrebbe dovuto far elaborare ai “guru” del fitness management nuove strategie ricavi, vista l’impossibilità di ridurre i costi, salvo restare con spazi, macchine e docce. L’unica è ripartire dal basso: understatement manageriale e presenza quotidiana sul campo per chi va a gestire qualsiasi palestra: pacche sulla spalla a chi si smazza le tensioni di un cliente iscritto per l’emozione di chiacchierare con un istruttore-accoglitore “analogico”, non per un PDF digitalizzato uguale per tutti perchè…devi comprarti il pacchetto personal.
Va bene l’up-selling ma solo se dentro al fustino della salute c’è detersivo fitness sportivo di qualità, eco-sostenibile, per stare sul contesto dell’etica furba.
Sensazioni a fine 2022?
Eccole. A seguito di una lunga lista di feed-back che a questo punto valuto come estemporanei via mail, WhatsApp, e qualche zoom a partire dall’immediato post-pandemia, pur avendo espresso sempre grande trasporto nel fare sistema proponendo confronti, scambi, pareri, preliminari strategici, idee, ipotesi, mi pare siano tutti convinti d’essere sulla rotta giusta. Nuove idee? Per qualcuno di questi interlocutori folgorati dalla verità, inutili. Sintomaticità di una presunzione dilagante che come certe ambizioni è lo stadio pre-fallimento.
Un’umilissima previsione dei bisogni del cliente 2023:
- Vorrebbe un servizio fitness “analogico” per andare in palestra quando gli pare e non prenotando sull’App;
- Vorrebbe un servizio fitness “analogico+digitale” per andare in palestra ogni tanto ma restando sempre nella community palestra;
- Vorrebbe un servizio “digitale puro” per andare in palestra una volta al mese per farsi preparare il PSP (Protocollo Salute Personalizzato non copia-incollato);
- Vorrebbe un “servizio+prodotto incluso” per comprare allo shop e su piattaforma servizi consulenziali e prodotti a brand anche se non iscritto;
- Vorrebbe un servizio AR + VR perchè bisognerà predisporsi anche a questo.
Semplice, semplicissimo: una “penta-membership”.
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