Mitologia, è quella dei prodotti sportivi outdoor che ora sono vintage, prima erano vecchi, prima ancora li usavano tutti.
Li abbiamo usati e consumati per anni. Poi anche la tecnologia outdoor si è evoluta e sono scomparsi dai nostri armadi e dalle nostre cantine.
Li puoi vedere nella gallery, mentre qui ci lasciamo andare a un po’ di nostalgia.
10 mitici prodotti outdoor vintage che prima usavamo e ora non si trovano più
In principio, vivere e fare sport all’aria aperta fu anche questo: zaini ante litteram che oggi potrebbero essere scambiati per degnissime sporte per la spesa, maglioni di lana grezza pesanti come incudini di quando ancora non esisteva il Polartec, calzature multifunzione (nel senso che c’erano solo quelle e ci facevi di tutto) con la para bianca e lo scamosciato: tutti prodotti che oggi vedi solo sulle bancarelle dei mercatini vintage e che sono stati sostituiti da altrettanti omologhi con tecnologie e materiali avanzatissimi.
Questi 10 oggetti più o meno mitici non possono far altro che strapparci un ricordo e un sorriso, almeno a coloro che sommano più di 40 anni.
1. Lo zaino Invicta Jolly
All’inizio degli anni ’80, quando c’erano ancora gli zaini di cuoio e di tessuto dalla foggia militare, l’Invicta veniva scelto dagli alpinisti più preparati e allo stesso tempo cominciava ad entrare nelle abitudini degli studenti che ci andavano a scuola.
Aveva gli spallacci bianchi di panno non imbottiti e ci mettevi dentro di tutto.
Nella versione classica blu/arancione e poi blu/giallo, la nobiltà alpinistica dell’Invicta venne meno con l’avvento dei pennarelli Uniposca che ne sfregiarono le pareti come fossero muri dei bagni di un Autogrill.
Ora abbiamo zaini bellissimi, supertecnici e pieni di tasche, ma anche borsoni, duffel. Però un po’ lo rimpiangiamo.
2. La Saltafoss
Farà ridere a dirsi ma la bici per bambini Saltafoss (con o senza la finta manopola del cambio), per tutti i 40enni, è stata il primo mezzo per pedalare off road nei prati e sui sentierini dei parchi. Prima di quella, solo Grazielle e tristissime bici da passeggio. Esageriamo: la Saltafoss è stata l’antesignana della MTB che oggi ha raggiunto livelli di tecnologia impensabil.
3. Le gabbiette metalliche sui pedali della bici
Non ci sono più. Rimosse. Dimenticate. Molti anni fa, erano montate sulle bici da corsa e dovevi avere un bel coraggio per stringere i legacci in cuoio immobilizzando dentro il piede. Oggi resistono (di plastica, senza legacci e con un design moderno) solo su qualche modello low cost da strada.
4. I caschi da bici in gomma piuma
Alla faccia della tecnologia. Negli anni ’70 i caschi da bici erano fatti da quattro strisce di gomma piuma coperta da uno strato di plastica leggera (o di pelle nei modelli più costosi). Il più delle volte, il ciclista copriva il casco stesso con quei cappellini sponsorizzati di cotone leggero e con la visierina di plastica basculante (li indossava anche il tragico Fantozzi durante la Coppa Kobram). Anche questi sono pressoché; scomparsi…
5. La macchina fotografica
Puristi a parte, ci siamo accorti subito, alcuni forse anche piacevolmente, della sua scomparsa. una volta occupava uno spazio considerevole dello zaino quando andavi in montagna, per non parlare degli obiettivi. Oggi, sostituita degnamente dallo smartphone, che ha bypassato ormai anche le fotocamere digitali. Amen.
6. L’abbigliamento sci vintage
I maglioni di lana con le spalle imbottite… Ma anche i pantaloni aderenti per andare a sciare. Quei maglioni di lana, stretti, pesantissimi, a volte con spalle e gomiti rinforzati, il cui design e i cui colori ricordavano le tappezzerie optical di quei tempi, facevano il paio con i pantaloni elasticizzati a dir poco imbarazzanti. e, ovviamente, a zampa di elefante che garantiva la comoda chiusura degli scarponi.
D’estate gli stessi maglioni venivano indossati per le escursioni in montagna più; impegnative. Se vedete un quarantenne che sulla neve indossa senza vergogna giacche e pantaloni da snowboarder taglia XXXL, molto probabilmente ha avuto un’adolescenza segnata da quell’abbigliamento anni ’70 e ’80 così scomodo.
7. I pantaloni di velluto alla zuava
Un grande classico. In arrivo direttamente dalle cartoline degli anni ’50, i pantaloni alla zuava (col cinghietto metallico appena sotto il ginocchio) sono stati onestamente indossati da tutti coloro che andavano per sentieri fino all’inizio degli anni ’80.
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8. La tenda canadese
Tutto cominciò dalla canadese, sinonimo di libertà e liberazione. Quando i regolamenti per il campeggio, si andava a dormire nei boschi o sui pascoli sotto le vette con queste tende pesantissime fatte solo di un paio di strati di plasticaccia tenuti in piedi da pali di metallo e corde approssimative. Poi la tenda si è evoluta e oggi si dorme in castelli a più; piani sostenuti da “camere d’aria” pompate in pochi istanti ma la passione per la canadese (ora ultratecnologica) è tornata.
Ora non si prevedono revival né ritorni vintage, nemmeno alle fiere di paese in provincia di Belluno.
9. Le lenti con i gancetti
Come faceva una volta l’appassionato di outdoor costretto agli occhiali da vista quando ancora non esistevano le lenti graduate colorate? Acquistava delle “sopralenti” Polaroid scure che, con un paio di gancetti, si accoppiavano con la montatura degli occhiali da vista trasformandoli più o meno in occhiali da sole. Durante la bella stagione, se ne trovano ancora nei bar frequentati da attempati giocatori di tressette.
10. Le Tepa
Si chiamavano Tepa Sport e i ragazzi degli anni ’70 e ’80, abituati alle Superga, le trovavano morbidissime e comode, oltre che cool. Con le Tepa e con qualsiasi “scarpa da tennis” dalle Converse All Star in giù ci facevi ogni attività outdoor possibile e immaginabile. Ci giocavi a pallone e ci andavi in montagna, ci pedalavi e addirittura ci correvi (con buona pace dei talloni)… Poi, dieci anni dopo, vennero le Adidas Stan Smith ma quello è un altro discorso. Qualche anno fa le Tepa hanno subito la classica operazione “nostalgia” e sono state riproposte sul mercato, con indecifrabile successo.
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