Perchè i fiumi più puliti d’Europa sono in pericolo

Potrebbe essere una battaglia utopistica, ma qualcuno la sta combattendo. È quella per i fiumi incontaminati d’Europa, minacciati da una serie di progetti di dighe e strutture per l’approvvigionamento di energia.
L’area interessata è quella dei Balcani,
i progetti considerati minacciosi sono circa tremila e a contrastarli è l’iniziativa Blue Heart, una petizione guidata da Yvon Chouinard, fondatore del brand Patagonia. Una storia decisamente interessante.

Perchè i fiumi più puliti d’Europa sono in pericoloa

Il 16 marzo 2018 Patagonia ha messo online un sito che racconta i rischi a cui sono sottoposte alcune aree selvagge dei Balcani in caso di approvazione dei progetti di infrastrutture energetiche. Si parla soprattutto di 3mila dighe e strutture anesse in progetto (188 in costruzione, 1978 proposte), che sommate alle 1003 esistenti comprometterebbero per sempre i fiumi più incontaminati del vecchio continente.

Le minacce delle dighe

I fiumi balcanici sono i più sani d’Europa: un’indagine idromorfologica condotta su 35mila chilometri di corsi d’acqua ha rilevato che il 30% di questi è incontaminato e il 50% è in perfetta salute, il che significa una percentuale dell’80% di fiumi ‘sani, ben oltre la media europea. Qualche esempio: il Vjosa in Albania, che scorre libero e incontaminato è minacciato da 38 progetti di centrali idroelettriche. O i fiumi Una, Kruščica e Željeznica, in Bosnia Erzegovina, che insieme ad altri corsi d’acqua vede minacciate diverse 30 specie già in via d’estinzione e 69 endemiche, fra cui la lince dei Balcani e il salmone del Danubio.

Poca acqua?

In tutta l’area dei Balcani sono 118 i parchi nazionali che verrebbero toccati dal cemento dei progetti in ballo. Il problema, sostiene il documento, è che queste dighe forniranno nel 91% dei casi, poca acqua perché. La maggior parte di esse produrrà meno di 10 Megawatt di energia, troppo poca perché valga la pena costruirle, sostengono gli attivisti che hanno firmato la petizione e portano avanti quotidianamente la battaglia per difendere terre, case, fiumi.

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La petizione e il film

Il fondatore di Patagonia e le altre persone coinvolte nell’iniziativa si rivolgono alle banche internazionali invitandole a non investire più in progetti che rischiano di distruggere gli ultimi fiumi incontaminati d’Europa.
Ce la faranno?
La questione solleva il dilemma moderno che infuria anche in Italia con le proteste in Val di Susa per la costruzione della linea Torino-Lione per il Treno ad Alta Velocità. Da una parte le idee del progresso (l’area dei Balcani è in una fase di crescita economica e necessita di potenziare le infrastrutture per sostenerla) dall’altra e quelle della tutela dell’ambiente.

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Per sostenere le sue ragioni il gruppo di Blue Heart ha girato anche un documentario sul tema, che viene proiettato in diverse città europee secondo questo calendario.

 

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