Ogni giorno come praticanti sportivi integriamo energia per alimentarci. E ogni giorno il punto sport deve integrare energia per alimentare la propria attività sul territorio. Dal circolo sportivo al grande palazzetto, dal campo padel a palestre di ogni tipo e dimensione, il tema energetico è vitale. Come per l’uomo. Disporre di energia da materie rinnovabili è importante per l’uso (giorni di apertura) e l’utilizzo (ore di attività giornaliere) di qualsiasi complesso. Utenze “pulite” a basso costo sono linee guida nella gestione del bilancio economico e sociale del punto sport.
Centri fitness e consumi energetici: quale soluzione?
Riscaldare o raffreddare uno spazio di attività diversificando le intensità secondo le destinazioni, dalla reception alle aree di movimento, prevede flussi di energia intelligente: una sala yoga o un campo padel impattano diversamente sugli utenti ma allo stesso modo sull’ambiente. Ora, se il centro fitness ha la missione storica di erogare benessere, lo farà, per coerenza, per l’ambiente. L’essere sostenibile, per il grande complesso come per il piccolo punto sport nel borgo, patrimoni di socialità, cultura e vitalità del territorio che li accoglie, sarà prerogativa assoluta, non opzionale.
Scenari
La riqualificazioni di aree sportive miste indoor+outdoor, vedono il punto sport in transizione strutturale: da spazi di attività statici a dinamici, secondo le regole di una domanda sportiva ibrida, esplosa e micro-frammentatasi ovunque. Sport e fitness si praticano sullo spazio sportivo dedicato, ma anche a casa, in azienda, al parco. L’idea di un green-energy-player che segua il cliente sportivo ovunque risponde a tale fluidità.
Il trend delle strutture vede spazi fitness intelligenti a “impatto meno uno”, ibridati mediante riutizzabilità, modificabilità e facilità di trasporto delle attrezzature sportive. Può trattarsi di una sala di allenamento che si sposta sul parco dello stesso complesso nel periodo estivo, con necessità di trasporto delle tecnologie e dell’energia che li alimenta (dal solare all’eolico o alle biomasse generate dai rifiuti stessi degli utenti del centro). Ma può anche trattarsi della wellness room di un hotel che si trasferisce nel suo giardino interno.
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Il caro energia per le strutture sportive
L’inattesa fase pandemica, i conflitti e la stretta economico-finanziaria in termini di margini realizzabili e di costo/interessi per accedere a crediti, hanno ridotto ai limiti della sostenibilità economica i margini dei centri fitness, dei punti sport, di associazioni e società sportive sparse sul territorio nazionale. Le risorse umane sono state ridotte per quando possibile, eppure resta irrisolto il tema energetico: se comprimere le RU era stato possibile, lo stesso non può farsi per utenze energetiche che pesano troppo su bilanci risicati.
L’impossibilità di abbassare ulteriormente i costi, vede il problema ingigantirsi a causa di una più recente impossibilità: accedere a finanziamenti e crediti agevolati per inutilizzo di materie da fonti rinnovabili, chiave di lettura determinante per proporsi a banche e istituzioni atte a fornire liquidità integrativa ove il player risponda ai noti fattori ESG. Le riqualificazioni sostenibili previste a livello istituzionale ed europeo vedranno, ormai, i costruttori di spazi sport pronti a sedersi al tavolo assieme ai green-players, assurti al ruolo di partner strategici.
Questi ultimi saranno consulenti a vita soprattutto dei loro clienti (i centri fitness e i loro iscritti), quindi: riqualificatori d’impianti sportivi da un lato, tenendo conto della molteplicità dei problemi connessi a strutture che devono accogliere utenze fluttuanti e fornitori di energia dall’altro, difensori attenti degli sprechi e degli errati utilizzi delle forniture. Formatori del comportamento energetico del gestore impianto sportivo. Questa la missione dell’Energy Player di qui a breve.
La conoscenza del mercato sarà di ovvio dominio del fornitore energetico in sede preliminare, con analisi quanti/qualitativa della struttura sportiva rispondente all’idea dell’imprenditore, che si tratti di start-up, di nuovo centro fitness o dell’inserimento di tenso-struttura nel giardino di un hotel. O, per concludere ma nemmeno tanto perchè il tema è primario, di complessi condominiali che cercano soluzioni sostenibilmente economiche sul fronte degli spazi sport ad uso dei condòmini.
Non si costruirà una palestra o un campo padel in città secondo modalità tradizionale, perchè il territorio suggerirà la scelta energetica più adatta (eolico o biomasse, idroelettrico o solare?). Un tale scenario lascia prevedere che qualsiasi player autorevole in qualità di fornitore energetico green, per il destinatario del progetto sportivo e per l’istituzione regionale o locale che ne approverà l’impatto ambientale, sarà attore protagonista.
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Photo by Samuel Girven / gina lin / Humphrey Muleba
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