Sempre più escursionisti pensano a come ridurre l’impatto ambientale durante un’escursione nella natura. Ci sono alcuni consigli su buone pratiche da mettere in campo. Spesso siamo attratti dal percorso più veloce che passa tra le montagne o i boschi, ma a volte rallentare e fermarci un attimo può portare a diversi vantaggi. Possiamo ammirare la fauna selvatica e ascoltare il suono della foresta, notando dei dettagli che solitamente possono esserci sfuggiti.
Quando vediamo che le nostre avventure ci portano attraverso ecosistemi pieni di vita, potremmo voler conoscere un po’ meglio le piante e gli animali che vediamo lungo la nostra strada. E una volta che abbiamo allenato i nostri occhi e le nostre orecchie a cogliere le sottigliezze e i dettagli di ogni luogo, forse saremo più inclini a prenderci cura di quel luogo e parlare in suo favore.
Come ridurre l’impatto ambientale durante un’escursione in natura
Il nostro pianeta ha un disperato bisogno di protezione. Man mano che perdiamo sempre più natura, diventa sempre più chiaro che dobbiamo cercare di salvarla. Una cosa è certa, nella conservazione della natura si rispecchia la conservazione dell’umanità. Ecco alcuni consigli su come rispettare l’ambiente e curarlo quando facciamo una passeggiata, un trekking, un’escursione nella natura.>> LEGGI ANCHE: Sentieri in Lombardia: le passeggiate più belle vicino a Milano
1. Spegnere le luci
Secondo l’International Dark-Sky Association, le prove scientifiche suggeriscono che la luce artificiale di notte ha effetti negativi e mortali su molti animali, soprattutto sugli animali notturni che dormono durante il giorno e sono attivi di notte. L’inquinamento luminoso altera radicalmente il loro ambiente notturno trasformando la notte in giorno.
L’inquinamento luminoso è un impatto fin troppo comune e spesso trascurato sulla natura. Le creature notturne come le falene possono essere disorientate dalle luci. Anche qualcosa di apparentemente insignificante come una lanterna da campo può rivelarsi un problema per questi animali.
Prima che ce ne accorgiamo dozzine di falene potrebbero essere state colpite. E perché ce ne dovremmo preoccupare? Non solo le falene sono importanti impollinatori (gruppo che sta diminuendo rapidamente in tutto il mondo), ma sono anche una fonte di cibo fondamentale per molti uccelli e pipistrelli.
Ecco perché è meglio spegnere le luci che usiamo nella natura, sempre avendo a cuore la nostra sicurezza: le luci della tenda, le lampade frontali, quella del telefonino.
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2. Evitare i fuochi da campo
Non solo i fuochi possono provocare incendi accidentali se non curati ed estinti adeguatamente, ma possono anche lasciare cicatrici evidenti negli ecosistemi a crescita lenta (come il deserto o la tundra).
In alcuni luoghi piante e animali si sono evoluti grazie al fuoco in maniera del tutto naturale (come con un fulmine innescato) a frequenze e gradi di intensità piuttosto prevedibili. Per esempio, ci sono specie di alberi di pino che fanno cadere i loro semi solo quando i coni entrano in contatto con il fumo e il calore delle fiamme, e alcuni fiori tendono a sbocciare in aree recentemente colpite dal fuoco.
Oggi, gli incendi di grandi dimensioni e di intensità molto elevata, stanno distruggendo vaste aree naturali. Le foreste sono diventate malsane, spesso colpite dalla siccità, mentre quelle sovraffollate sono abbondanti e soggette ad incendi.
Il patrimonio forestale italiano costituisce un’immensa ricchezza per l’ambiente e per la conservazione della biodiversità. Secondo i dati della Protezione Civile, ogni anno decine di migliaia di ettari di bosco bruciano a causa di incendi di natura dolosa o colposa, spesso legata alla disattenzione dell’uomo.
Le conseguenze per l’equilibrio naturale sono gravissime e passano molti anni prima che l’ecosistema forestale torni come prima. L’estate è il mese a più elevato rischio perché la siccità e le alte temperature fanno evaporare l’acqua presente nelle piante, determinando condizioni naturali favorevoli allo sviluppo di incendi.
È quindi sempre più importante che mai fare attenzione ai nostri fuochi da campo ed è meglio affogarli in modo che siano freddi al tatto prima di andare via.
3. Fare attenzione alla fauna
Soprattutto a fine inverno e all’inizio della primavera, dobbiamo fare attenzione alla fauna selvatica che lotta per sopravvivere.
Mentre ci dirigiamo verso le montagne alla ricerca di linee per sciare o luoghi da esplorare, dovremmo ricordare che stiamo entrando in paesaggi in cui gli animali si nascondono dai predatori o stanno riposando in modo che le loro riserve energetiche possano sostenerli per le ultime e spesso mortali settimane dell’anno.
Il movimento inaspettato di uno sciatore o un escursionista potrebbe spaventare gli animali e farli uscire dalle proprie tane, costringendoli ad esercitare riserve di energia di importanza critica durante la fuga.
Per evitare questo tipo di impatto è meglio essere cauti e consapevoli, e dedicare del tempo a scansionare il fianco di una montagna o una valle per valutare la presenza di fauna selvatica prima di dirigersi in quella direzione.
4. Tenere i cani al guinzaglio
Se cammini con il cane è sempre meglio tenerlo al guinzaglio. È importante sottolineare l’impatto che i cani possono avere sulla fauna selvatica quando sono senza guinzaglio. Un cane non è geneticamente diverso da un lupo. Quindi non appena riesce a sentire la presenza di qualche animale, non potrà fare a meno di inseguirlo o indagare sulle sue tracce.Se un cane fosse senza guinzaglio, seguendo il suo naso e il suo istinto, non c’è dubbio che spaventerebbe uccelli e animali selvatici ben prima che il padrone se ne possa accorgere. Qui parliamo delle regole da adottare con il cane in montagna.
[Foto di Pete Linforth da Pixabay]
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