FIFO, il metodo per non sprecare cibo e vivere più responsabilmente

In Italia buttiamo mediamente 6 etti di cibo a testa a settimana. 30 kg di cibo sprecato pro capite all'anno in cui rientrano soprattutto frutta, insalata, pane fresco, tuberi, aglio e cipolle, verdure. Ma si può rimediare

FIFO, il metodo per non sprecare cibo e vivere più responsabilmente

Vivere più responsabilmente significa anche non sprecare cibo. E a evitare di buttare alimenti si comincia soprattutto a casa, dove si consuma la maggior parte dei pasti. Eppure ogni giorno buttiamo qualcosa: un frutto marcito, un ortaggio annerito, del pane raffermo, del formaggio confezionato o altri prodotti confezionati scaduti da tempo. Però c’è un metodo per non sprecare cibo, e si chiama FIFO, e insieme alla sua variante FEFO ci può aiutare a dare il giusto valore al cibo che compriamo e alle risorse del pianeta che utilizziamo.

Sprecare cibo: risorse e soldi buttati

Secondo i dati dell’Osservatorio Waste Watcher in Italia buttiamo mediamente 6 etti di cibo a testa a settimana. 30 kg di cibo sprecato pro capite all’anno in cui rientrano soprattutto frutta, insalata, pane fresco, tuberi, aglio e cipolle, verdure. E per essere precisi lo spreco avviene più in estate che in inverno. E se siamo più sensibili all’aspetto economico che a quello sociale o ambientale dello spreco di cibo, in Italia buttiamo nella spazzatura 9 miliardi di euro l’anno, solo per il valore della merce, a cui bisogna aggiungere il costo dello spreco di altre risorse – per esempio quello dell’energia utilizzata per conservare o preparare gli alimenti – che ammonta ad altri 6,4 miliardi di euro.

Ridurre lo spreco di cibo già nel carrello della spesa

In un mondo ideale bisognerebbe fare la spesa ogni giorno, consumando subito ciò che si acquista. Ma per molti il mondo ideale è quello di fare la spesa 1 volta a settimana, facendosi tentare dalle offerte anziché programmare rigorosamente i pasti e i menu della settimana. Fare la lista della spesa, avere un menu settimanale ben preciso in funzione dei pasti a casa, utilizzare correttamente i ripiani del frigorifero, che hanno temperature diverse a seconda dei cibi a cui sono destinati, e non abusare delle offerte facendo scorte che poi non si riesce a consumare e imparare a “riciclare” gli avanzi sono tutti comportamenti che possono aiutare a non sprecare il cibo. Ma con un po’ di organizzazione c’è un metodo che ci può aiutare a sprecare meno e si chiama FIFO.

FIFO, il metodo per non sprecare cibo e vivere più responsabilmente

FIFO è un acronimo del settore della logistica e significa First In, First Out. Il primo che entra è il primo che esce. Dalla logistica è passato anche nelle cucine professionali, come quelle dei ristoranti o di comunità come scuole, ospedali e case di risposo. In questo sistema di conservazione e rotazione degli alimenti il cibo che è entrato in magazzino / frigorifero per primo, o vi è stato più a lungo, è il primo a dover essere utilizzato.

FIFO, il metodo per non sprecare cibo e vivere più responsabilmente

Nel concreto significa che quando torniamo a casa con la spesa, i prodotti alimentari appena acquistati vanno riposti dietro o sotto, nel frigorifero o nella dispensa, a quelli che già vi sono dentro. E quindi i primi a essere stati acquistati e portati a casa saranno anche quelli più sott’occhio quando ci apprestiamo a preparare un pasto, e quindi i primi a essere consumati.

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FEFO, First Expired, First Out

Poiché molti alimenti che acquistiamo e conserviamo nel frigorifero o nella dispensa hanno una data di scadenza stampata sulla confezione, e spesso non è così a breve termine come il deperimento di frutta o verdura fresche, oltre al FIFO c’è anche un altro metodo che può essere utile a non sprecare cibo, e si chiama FEFO, cioè First Expired, First Out. Ovvero il primo che scade è il primo da consumare.

Anche questo metodo è utilizzato nelle cucine professionali, e si può mutuare anche a casa. Su questa cosa della data di scadenza è bene fare anche qualche precisazione. La “data di scadenza” vera e propria indica il limite oltre il quale il prodotto non deve essere consumato per nessun motivo, mentre il “termine minimo di conservazione” indica che il prodotto, oltre la data riportata, può aver modificato alcune caratteristiche organolettiche come il sapore e l’odore ma può essere consumato senza rischi per la salute.

 

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