L’ottimismo è davvero il profumo della vita e ora sappiamo anche perché: la rende più lunga. Una vasta ricerca condotta dalla Harvard University e pubblicata sull’American Journal of Epidemiology ha determinato che le persone ottimiste hanno un generale 30% in meno rispetto a quelle pessimiste di rischio di morire di alcune comuni malattie.
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Una ricerca per auto educarsi
Lo studio americano è una cosa seria e poggia su basi molto solide, con lo scopo di aiutare le persone a capire quanto sia importante auto-educarsi a vedere il bicchiere mezzo pieno. Perché se è vero che la predisposizione mentale alla positività è in qualche modo ereditaria, questa caratteristica si trasmette solo per il 25%: diventa così importante conoscere i meccanismi e le conseguenze scientifiche del modo in cui guardiamo le cose. Gli accademici bostoniani hanno monitorato per anni oltre 70mila infermiere degli ospedali del Massachusetts, sottoponendole periodicamente a esami clinici e test psicologici. Quello che è emerso è che le volontarie di genere ottimista hanno il 52% di probabilità di morire per malattie infettive rispetto alle pessimiste, così come il 39% in meno nel caso di ictus, il 38% in caso di infarto o patologie polmonari e il 16% di tumore.
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Circolo virtuoso
In generale si parla dunque di un 30% di rischi in meno di morte per diverse cause legate a patologie molto diffuse, proprio in relazione a un atteggiamento ottimista. Altro dato interessante è che fra le infermiere ottimiste è stata notata una elevata presenza di elementi antiossidanti nel sangue e un numero statisticamente inferiore di infezioni, a dimostrazione di un reale effetto fisico dello stato mentale della “positività”. Molte delle partecipanti hanno fornito risposte simili ai test, ad esempio alcune sentenze del tipo “Penso al meglio anche in situazioni difficili”, oppure “Mi capitano sempre cose più positive che negative”, segno che siamo di fronte a un circuito virtuoso in cui l’ottimismo influenza l’organismo e viceversa.
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Natura, sport e ottimismo
Negli ultimi anni sempre più studi indagano il rapporto tra quella che chiamiamo felicità e le vie per ottenerla. E quel che emerge in modo sempre più chiaro è che l’attività fisica, il contatto con la natura e una attitudine positiva sono le basi per una vita sana e lunga. Rispetto allo studio di Harvard, ci viene in mente una ricerca dell’Università di Bergen, che sostiene che se ti preoccupi troppo della salute rischi l’infarto. Ma abbiamo visto anche come, oltre all’ottimismo, correre ci fa vivere più a lungo (e fra l’altro rende più intelligenti). Oppure che camminare è la miglior medicina del mondo, e che in generale l’attività fisica aiuta a prevenire il cancro. E anche che stare nella natura è il segreto della longevità, meglio delle medicine secondo un medico americano.
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