Dopo un anno e mezzo di lockdown abbiamo riscoperto che stare nella natura ci fa capire meglio le emozioni. Perché se già prima passavamo un terzo delle nostre giornate davanti allo schermo di un dispositivo elettronico (dati USA: 7 ore e mezza al giorno per bambini e ragazzi tra gli 8 e i 18 anni) la pandemia non ha fatto altro che aumentare questo tempo passivo e digitale. Il tutto non avendo ancora ben chiaro come questa modalità di interazione con smartphone, tablet e console stia modificando le nostre interazioni personali. Ma già prima del Covid una ricerca condotta dalla University of California e pubblicata sulla rivista scientifica Computers in Human Behavior aveva dimostrato che bastano pochi giorni di distacco assoluto dai dispositivi elettronici e di immersione nella natura per innalzare sensibilmente la capacità di percepire il linguaggio emotivo non verbale negli altri (“Five days at outdoor education camp without screens improves preteen skills with nonverbal emotion cues“). Insomma, che stare nella natura ci fa capire meglio le emozioni.
Pochi giorni nella natura innalzano la percezione del linguaggio emotivo
Come è stato condotto lo studio? Gli studenti di una scuola elementare pubblica della California del Sud sono stati sottoposti a due batterie di test per comprendere la loro capacità di interpretare le emozioni altrui: il primo test consisteva nell’osservare dei volti di bambini e adulti e nel descrivere le emozioni che sembravano provare; il secondo test consisteva nel vedere un breve video muto con scene quotidiane di vita scolastica e domestica e nell’interpretare il linguaggio non verbale dei protagonisti.
La classe è stata poi divisa in due gruppi: uno ha continuato le normali attività scolastiche e ha continuato a utilizzare tablet e altri dispositivi elettronici come sempre; l’altro gruppo è stato condotto per 5 giorni presso un camp nella natura, dove gli studenti hanno seguito le normali lezioni scolastiche e partecipando anche a escursioni e attività nella natura, senza avere la possibilità di utilizzare dispositivi elettronici.
Al termine dei 5 giorni sono stati rifatti i due test iniziali: il gruppo di studenti che aveva partecipato al camp outdoor ha ottenuto punteggi sensibilmente più alti non solo rispetto al test iniziale ma anche rispetto all’altro gruppo di controllo.
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Le attività all’aperto hanno molti benefici cognitivi
Secondo il team di ricercatori i risultati di questo studio confermerebbero sia i benefici cognitivi delle attività outdoor già dimostrati dallo studio del 2008 di Berman, Jonides e Kaplan pubblicato su Psychological Science che la necessità di approfondire la valutazione del rapporto costi – benefici del tempo passato da bambini e adolescenti interagendo con un dispositivo digitale.
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Del resto non vi avevamo già detto i motivi per cui camminare in montagna ci rende felici?
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