Uno dei film più interessanti sulla montagna in circolazione di questi tempi è Ascensione, che racconta di una strana scalata all’Everest. È una coproduzione fra Francia, Germania, Inghilterra e Nepal per Netflix e si può vedere in ogni momento cercandolo nel catalogo del popolare servizio di streaming.
Niente a che fare con Everest (ne abbiamo parlato qui), Vertical Limit, Revenant (ne abbiamo parlato qui), Into the Wild (storia che appassiona ancora tanti, che abbiamo trattato qui) o altri film che hanno a che fare con la natura e le sfide dell’uomo.
A prima vista Ascensione (L’Ascension, 2017), diretto da Ludovic Bernard, è un film semplice, senza troppe pretese artistiche e dalla trama assolutamente improbabile. Insomma, dopo pochi minuti potreste storcere il naso e fermare la riproduzione.
Invece vi consigliamo di seguirlo fino alla fine.
Ci sono quattro motivi che rendono imperdibile la storia che racconta Ascensione, e le emozioni che trasmette.
>> Leggi anche: 10 film coperti di neve
Ascensione racconta una storia vera, e veramente folle
O almeno quasi. Nel senso che davvero un uomo ha deciso un po’ per caso e per sfida di scalare la montagna più alta del mondo senza aver mai affrontato una vetta in vita sua.
E ci è riuscito. Ascensione ti fa credere che sia proprio andata così, che il protagonista sia un sempliciotto disoccupato senegalese, che si chiami Samy Diakhatè, che abbia fatto l’impresa per conquistare la sua vicina di casa Nadia.
In realtà a salire fino agli 8848 metri della vetta himalayana è stato un franco algerino, che si chiama Nadir Dendoune, di professione giornalista, che non lo ha fatto per amore ma per lanciare un messaggio politico dimostrando come anche un immigrato della banlieue potesse fare qualcosa di più che finire a spacciare droga. Tutto questo è successo nel 2008 e ha destato un notevole interesse presso il pubblico francese. In seguito Dendoune ha scritto un libro sull’esperienza: Un tocard sur le toit du monde.
>> Leggi anche: Il mito di Into the Wild
Ascensione ha uno stile narrativo efficace
Premesso che probabilmente anche un film che raccontasse semplicemente l’impresa di Dendoune avrebbe interessato il grande pubblico, Ascensione mira a conquistare una platea globale e la scelta di Netflix è stata quella di puntare su un’opera “liberamente tratta”.
Così ecco che vengono posti in secondo piano l’aspetto sportivo e quello sociale e si spinge di più su quello narrativo e quello emozionale, con il protagonista senegalese, la sfida per amore: Intorno, il circo dei media e le sue logiche spietate.
>> Leggi anche: Sulle spalle dei giganti: 10 libri sulla montagna
La luce dell’Himalaya
Uno dei pregi di Ascensione è la fotografia di Yannick Ressigeac, che riesce a descrivere il mondo nepalese esaltandone la naturalezza, senza esagerare in immagini ‘leccate’ o iperdrammatiche.
Il cammino verso la vetta dell’Everest passa attraverso boschi e deserti per poi raggiungere i panorami innevati: la luce disegna un mondo magico e luminoso, lontano dall’oscurità tragica di Everest e di altri film. Del resto si tratta di una storia completamente diversa.
Anche se arrivare agli 8848 non è certo una passeggiata (specie per il protagonista), Ascensione dipinge un Himalaya desolato ma ‘bello’, positivo, invitante. In particolare le sequenze dei passaggi sulle creste sono davvero emozionanti.
>> Leggi anche: I film sull’Everest alternativi a Everest
Ascensione non è perfetto, ma è un film che invita a sognare
Nel complesso, Ascensione racconta di un’impresa drammatica con lo stile della commedia.
I difetti ci sono eccome: gli attori protagonisti non sono esattamente da Oscar (Ahmed Sylla e Alice Belaidi), si sprecano i luoghi comuni narrativi e c’è una patina di evitabile ‘volemose bene’.
Ma più che far riflettere sulle implicazioni sociali o dire qualcosa di definitivo sul cinema di montagna e i conflitti urbani, Ascensione vuole raccontare una storia positiva, intrattenere e commuovere. Vuole ispirare, invitare a sognare, a darsi obiettivi alti, a cambiare il mondo, piccolo o grande che sia.
Sono scelte dietro cui c’è lo stesso Dendoune, che è fra gli autori della sceneggiatura.
E sono scelte che alla fine pagano: il film di Ludovic Bernard è efficace e scorre via liscio mantenendosi in equilibrio fra documento, azione e ironia.
>> Leggi anche: I film più drammatici sul rapporto tra uomo e natura
Come vedere Ascensione su Netflix
Ascensione, di Ludovic Bernard, dura 1 ora e 45 minuti ed è disponibile sul catalogo Netflix online.
©RIPRODUZIONE RISERVATA