Un bel revival, una storia di suspence tra le montagne, un romanzo leggendario. Da qualche mese nelle librerie è ricomparso Assassinio sull’Eiger, il libro di Trevanian, nom de plume di Rodney William Whitaker, scritto nel 1972.
Il misterioso Trevanian, scomparso nel 2005, è uno dei padri del thriller moderno, con otto romanzi ritenuti fondamentali per il genere, come ad esempio la spy story Shibumi, il ritorno delle gru, di recente ripresa dal maestro del noir Don Winslow con il suo ‘prequel’ Satori.
Ripubblicato dopo oltre 40 anni da Bompiani, Assassinio sull’Eiger è ancora una lettura piacevole, a tratti sorprendente per qualità dell’intreccio, ironia e cultura della montagna. Si tratta di un thrillerone con protagonista Jonathan Hemlock, cinico insegnante di storia dell’arte, esperto scalatore e bounty killer per arrotondare lo stipendio e permettersi una vita di lusso.
Hemlock viene coinvolto in un omicidio su commissione da compiere durante un’arrampicata sull’Eiger, una delle montagne più difficili, dove decine di persone hanno perso la vita. Mentre si dipana il filo del giallo, Trevanian racconta la preparazione alla scalata fra i panorami delle Montagne Rocciose americane, per poi spostare l’azione allo Kleine Sheidegg, la terrazza panoramica fra le Alpi Bernesi su cui sostano i curiosi che puntano i binocoli sull’Eiger. Qui, fra tempeste, rocce che cadono, passaggi impossibili e tensioni si consuma l’atto finale dell’intricata vicenda.
Per non togliere la sorpresa non stiamo a raccontarlo, ma la perizia tecnica con cui Trevanian racconta la scalata è pari alla suspence che sa creare fra i protagonisti, paralizzati sulla vetta più crudele d’Europa. C’è anche un film omonimo tratto dal romanzo, diretto e interpretato da Clint Eastwood nel 1975, quando era alle prime armi con la regia. Ma il libro è decisamente un’altra cosa.
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