Il sogno di molti (ma non tutti, in effetti) genitori: partire con i figli per un’avventura in capo al mondo. Immergersi nel viaggio, nella natura, esplorare, scoprire, arricchirsi e divertirsi. Lo ha fatto una coppia di americani, seguita da un regista che ha confezionato il film Given, che sta riscuotendo premi e apprezzamento in tutto il mondo. Non si tratta solo di un documentario interessante: Given è un lavoro che fa riflettere.
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La famiglia
Le famiglie outdoor sono più felici, lo dice anche la scienza; e spingere i bambini a fare vita all’aria aperta, oltre che non stargli troppo addosso, li rende più felici, secondo un’indagine Unicef. Aamion e Daize Goodwin, due grandi surfisti nonché marito e moglie, sono partiti dalla loro casa sull’isola hawaaiiana di Kauai e hanno viaggiato in 15 paesi alla ricerca dell’onda perfetta. Dalle Isole Marshall a Israele, dall’Irlanda al Sudafrica, dagli Stati Uniti alla Thailandia hanno percorso 16 mila chilometri via terra in tutti i modi e 130mila in aereo. Al loro seguito i figli: True, appena nata, e Given, che nell’avventura è passato dai 3 ai 6 anni. È su di lui che si concentra il film, guardando il mondo dal suo punto di vista e osservando come si è evoluto il rapporto con i genitori e quello con la natura. Un grande viaggio narrato da una piccola voce.
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Lontano dai luoghi comuni
“Given”, disponibile su Netflix, è anche il tentativo di raccontare una storia facendo a meno dei luoghi comuni del cinema, triti e ritriti. Il regista Jess Bianchi ha seguito con la sua troupe i Goodwin nelle loro peregrinazioni con l’intento di documentare la trasmissione della conoscenza dai genitori a un figlio, ma anche di evitare i formalismi di cui è saturo il mondo del video, tutti quegli “inutili elementi come sesso, violenza e tensione drammatica”, spiega, “Given è un’esplorazione, la ricerca di un modo positivo di fare filmaking, è un film che vuole coinvolgere il pubblico in modo diverso, ovvero far capire che la saggezza arriva dagli occhi di un bambino e dal cuore di chi lo guida”.
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