Una serie tv da recuperare su Netflix: Heinz Stücke, l’uomo che voleva vedere tutto

Uno dei documentari Netflix più belli da vedere: la storia di Heinz Stücke, The Man Who Wanted to See It All, che per oltre 50 anni ha girato il mondo in sella alla sua bicicletta

Heinz Stücke e la serie Netflix sull'uomo che voleva vedere tutto

C’è una serie Netflix davvero imperdibile. Si intitola The Man Who Wanted to See It All, è del 2021, è stata finanziata con un crowdfunding su Kickstarter e racconta la storia di Heinz Stücke, un signore tedesco di ormai più di 80 anni che nel 1962 è partito da Hövelhoff, in Germania, con la sua bicicletta e ha girato il mondo per i successivi 50 anni e oltre.
Se ti piacciono queste cose, ti consigliamo di vederla.

Heinz Stücke, l’uomo che voleva vedere tutto, la serie su Netflix

Heinz Stücke non ha scritto libri, non c’è un sito internet suo e non ha profili social. Ma non per questo la sua storia non era conosciuta, e non solo nel mondo dei cicloturisti e dei viaggiatori che nel secolo scorso si raccontavano oralmente la storia di questo mitologico giramondo. Uno dei modi che Heinz Stücke ha adottato per guadagnare soldi e continuare a girare, oltre a svolgere lavoretti nei luoghi in cui transitava, è stato anche quello di vendere le sue foto – oltre 100.000 – e la sua storia a riviste, rotocalchi e quotidiani. Anche italiani, come si vede bene nel documentario Netflix.

Heinz Stücke e la serie Netflix sull'uomo che voleva vedere tutto

E già l’idea di un uomo che per oltre mezzo secolo ha vissuto per strada, con una bicicletta, una tenda e il poco necessario per coprirsi e mangiare, girando il mondo in lungo e in largo tra deserti, steppe, altipiani e passi a quattromila metri d’altezza, metropoli e Paesi di un’altra epoca storica, è un buon motivo per guardare la serie Netflix.

È il 22 agosto 1962 quando Heinz Stücke lascia la sua cittadina della Renania Settentrionale-Vestfalia: un lavoro in fabbrica con poche prospettive, un padre oppressivo e con il quale ha un rapporto contrastato, i 20 anni e la voglia di vedere il mondo sono più che sufficienti per mettersi in sella con l’equivalente di 300 dollari in tasca e una tenda in cui passare la notte.

Per dare una prospettiva storica: nel 1962 il Muro di Berlino era appena stato costruito, i Beatles erano ancora pressoché sconosciuti, Neil Armstrong e Buzz Aldrin non erano sbarcati sulla luna. Nel tempo in cui Heinz Stücke ha girato il mondo, il mondo è cambiato: la decolonizzazione degli Stati africani, la guerra fredda, la caduta del Muro e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la nascita di Internet, l’apertura della Cina al mondo e la sua affermazione come potenza economica, e molti altri avvenimenti epocali del cosiddetto Secolo Breve che ci vorrebbe un anno di scuola solo per accennarli tutti.

E lui, Heinz Stücke, ha vissuto tutto questo da un punto di vista sicuramente unico, quello della sua bicicletta: nei suoi oltre 50 anni di girovagare stima di aver percorso oltre 600.000 km e attraversato 257 nazioni nei 5 continenti. Già così, una storia incredibile. Ma ci sono altri motivi per vedere la serie Netflix The Man Who Wanted to See It All.

The Man Who Wanted to See It All: perché vedere la serie Netflix su Heinz Stücke

Oltre che per lo stupore per questa storia, ci sono almeno 5 motivi per vedere la serie Netflix The Man Who Wanted to See It All su Heinz Stücke.

1. Memorabilia

Heinz Stücke è un figlio del proprio tempo, analogico e materiale, e ha conservato e catalogato tutto, Ogni genere di memorabilia: dalle cartine con cui viaggiava ai sellini della bici, dalle foto – come detto, ma vale la pena ripeterlo, oltre 100.0000 – a 28.000 pagine di riflessioni e appunti, e ancora radioline con cui si teneva informato, passaporti, ritagli di giornale, oggetti di uso comune. La sua casa di Hövelhoff sta diventando un museo di un mondo che è ormai scomparso.

2. La bicicletta

Non solo la sua bicicletta, la stessa con cui è partito e ha viaggiato in oltre mezzo secolo, che già sarebbe un inno alla tecnica – robusta, affidabile, pratica e facile da aggiustare – contro la complessità della tecnologia. Ma le sue considerazioni sulla bicicletta: a un certo punto dice che la bici era il suo “vero passaporto”, che se fosse arrivato a piedi nei luoghi in cui è stato non avrebbe avuto la stessa accoglienza che invece aveva in sella alla sua bici, che provocava lo stupore negli occhi di chi lo incontrava e la disposizione d’animo di accoglierlo, aiutarlo, fargli compagnia anche solo per il tempo di un pasto.

Heinz Stücke e la serie Netflix sull'uomo che voleva vedere tutto

3. La famiglia allargata

Heinz Stücke non si è sposato, non ha avuto figli, non ha avuto una famiglia nel senso tradizionale del termine. Ed è uno dei temi di cui parla con gli amici di un tempo e le sorelle quando torna a casa. Ma incredibilmente, tramite lettere e cartoline che in qualche modo riusciva a spedire e ricevere in giro per il mondo, si è creato una specie di famiglia allargata di persone con cui è rimasto in contatto per tutti quegli anni e che nel tempo ha visitato più volte. È riuscito perfino a fare da padrino al figlio di una coppia conosciuta nel mezzo del Sahara…

4. Il mondo prima della globalizzazione

A un certo punto Heinz Stücke fa una riflessione che chiunque abbia viaggiato anche solo in Interrail prima della globalizzazione e prima di Internet non può non sentire propria: allora viaggiare significava aver a che fare con lo sconosciuto. C’erano sì le mappe geografiche e le cartine stradali, c’erano le prime guide di viaggio, poche foto e sommarie informazioni pratiche, al massimo avevi visto qualche foto di qualche reportage. Ma di sicuro non potevi scegliere dove piazzare la tenda consultando Google Maps, nn avevi già visto le immagini di qualunque posto remoto nel mondo su Google Immagini, non avevi prenotato un posto letto tramite Internet, non avevi già bruciato la magia della scoperta e della sorpresa tramite il digitale. Quel mondo non esiste più, e giustamente uno degli amici di Heinz Stücke dice che ciò che ha fatto Heinz oggi è ormai definitivamente irripetibile.

5. L’Ikigai

Ikigai è un termine giapponese che esprime il concetto di obiettivo nella vita, qualcosa per cui continuare a vivere. Ciascuno di noi ha il proprio Ikigai, e tutto sta nel trovarlo e capirlo. Non tutti abbiamo il telos, il fine ultimo, di girare il mondo in bicicletta per una vita intera. Né probabilmente avremmo tutti la capacità di farlo, la forza interiore e d’animo. Ma l’Ikigai di Heinz ci lascia una eredità che vale la pena conoscere, anche nel confronto che Heinz ha con gli amici di infanzia con cui riannoda i fili dopo 50 anni. A un certo punto dice: nella vita ci manca sempre qualcosa, e non potremo avere o fare tutto, ed è questo che ci manda avanti.

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Per vedere la serie Netflix puoi cliccare qui.

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