12 cose da sapere in occasione del 150° anniversario dalla prima ascensione in sulla Gran Becca.
Il Cervino è ‘solo’ la quinta vetta per altezza di tutte le Alpi: alla sommità si misurano 4478 metri.
Il Cervino è per antonomasia la montagna a forma di montagna (anche se le montagne a forma piramidale sono solo una piccola minoranza): le sue 4 pareti principali sono orientate verso i 4 punti cardinali (la nord guarda Zermatt in Svizzera, la est ghiacciaio del Gorner, la sud Breuil-Cervinia in Italia e la ovest la Dent d’Hérens). La vetta si riconosce per le due cime distinte: quella svizzera è più alta di 2 metri di quella italiana.
La prima ascensione alla vetta risale al 14 luglio 1865: fu conclusa con successo dalla spedizione partita da Zermatt e guidata dall’alpinista inglese Edward Whymper. Con lui c’erano altri 3 britannici (Lord Francis Douglas, D. Hadow, il reverendo Charles Hudson) e tre guide (i 2 Peter Taugwalder, padre e figlio, e Michel Croz). Giunti in vetta alle 13.40 videro la spedizione italiana composta da César e Jean-Antoine Carrel, Jean-Joseph Maquignaz e da una quarta guida: si trovavano alcune centinaia di metri sotto la vetta e decisero di abbandonare l’impresa.
Durante la discesa i primi 4 della cordata (Croz, Hadow, Hudson e Douglas) scivolarono e caddero per oltre 1000 metri nel precipizio verso il ghiacciaio del Matterhorn: i corpi di furono recuperati il 19 luglio, tranne la salma di Lord Douglas, mai ritrovata.
La prima spedizione italiana raggiunse la vetta il 17 luglio dello stesso anno: tornato a valle, Jean-Antoine Carrel ripartì ignaro dell’incidente con Jean-Baptiste Bich, Jean-Augustin Meynet ed l’abbé Gorret. Raggiunsero la vetta secondo una variante di quella che oggi è la via normale italiana. Seppero della tragedia della spedizione britannica solo una volta tornati a Cervinia, il 18 luglio.
Questi tragici eventi e tutti i tentativi falliti nel corso dell’Ottocento rafforzarono l’idea che il Cervino fosse una vetta ‘maledetta’ tanto che le stesse guide locali rifiutarono per lungo tempo ingaggi anche molto generosi per accompagnare spedizioni provenienti dall’estero.
Tra il 18 e il 22 febbraio 1965, in occasione del centenario della prima ascensione al Cervino, Walter Bonatti ha scritto una delle pagine più straordinarie della sua carriera alpinistica: aveva già deciso di chiudere con l’alpinismo quando, per omaggiare Whymper e tutti i protagonist della prima tragica ascensione decise di tentare la parete Nord in inverno. Un primo tentativo, con Gigi Panei e Alberto Tassotti, fallì a gennaio a causa delle proibitive condizioni meteo. Ci riprovò a febbraio, e in solitaria, per firmare un’ascensione rimasta nella storia.
Dagli anni Novanta del Novecento la via normale italiana è stata oggetto di numerosi tentativi di salita in velocità, con partenza dalla piazza principale di Breuil-Cervinia (2025 m) e arrivo alla croce sulla vetta italiana. Il tempo necessario per un alpinista è di circa 10 ore: Kilian Jornet Burgada, il 21 agosto 2013 ha effettuato la salita in 1h 56’ 15” e la discesa in 55’ 47”, per un record totale di 2h 52’ 02”.
Il primo concatenamento invernale delle quattro creste del Cervino si deve a Hervé Barmasse.
Il Naso di Zmutt, insieme alla parete Nord dell’Eiger e delle Grandes Jorasses, è stato a lungo considerato come uno dei problemi irrisolti delle Alpi: la prima ascensione da questo versante si deve a due italiani – Alessandro Gogna e Leo Cerruti – tra il 14 e il 17 luglio 1969. La prima ripetizione di questa via è solo del 27 settembre dell’anno scorso, 45 anni dopo la prima di Gogna e Cerruti.
Il 14 luglio 2015 è la giornata del silenzio, con il Cervino chiuso a qualsiasi attività alpinistica in segno di rispetto e memoria delle numerose vittime perite nel tentativo di raggiungerne la vetta. Il 17 luglio invece si terrà una doppia ascensione, lungo le creste dell’Hörnli e del Leone, con alpinisti italiani, svizzeri, francesi e inglesi e la celebrazione di una Messa in vetta.
A Cervinia e Zermatt sono stati predisposti eventi celebrativi lungo tutta l’estate: qui tutti i nostri approfondimenti sul Cervino.
Credits: ©Robert Bösch, Mammut und erdmannpeisker / Zermatt.ch.
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