Si dice spesso che la montagna è maestra di vita, e chi la ama e la frequenta ne ha la riprova ogni volta. Ma ci sono momenti in cui la montagna e gli alpinisti possono aiutarci a illuminare i momenti difficili della vita, come i tempi bui che viviamo in questi mesi a causa della pandemia da Coronavirus. Mesi in cui è difficile dare un senso alle priorità, accettare le limitazioni che il virus ci impone, modificare le nostre abitudini per noi stessi e per gli altri. Per questo il bellissimo pensiero di Matteo Della Bordella sul COVID, la montagna e le rinunce sono parole da leggere e rileggere, e conservare anche per il futuro. Un pensiero sull’essenzialità, su ciò che veramente conta, sul senso delle rinunce e dei sacrifici. Che vale in falesia, durante una spedizione alpinistica così come in questo preciso momento storico.
Quando vado in falesia, o comunque a fare una via di impegno modesto, nello zaino ci metto di tutto: tre paia di scarpette, cibo e vestiti in abbondanza, almeno 16 rinvii, ginocchiera, guanti, guantini e qualsiasi altra cosa mi potrebbe tornare utile durante la giornata.
Quando mi preparo per una grande salita in un posto come la Patagonia o il Bhagirathi IV (nella foto) la musica cambia.
Occorre portare solo ed esclusivamente lo stretto necessario, l’essenziale per la salita e non un grammo di troppo, e mettersi già nella testa di soffrire la mancanza di tante cose che avremmo voluto avere con noi.
Qualche volta in passato ho sentito dire da alcuni miei compagni con meno esperienza: “ma sì, 3 moschettoni a ghiera in più me li porto, tanto cosa vuoi che pesino?” ed alcuni minuti dopo magari aggiungere frasi del tipo “dai prendiamo una giacca in più in due, si sa mai che abbiamo freddo” oppure “queste due barrette in più le metto nello zaino tanto non pesano niente”.
Anch’io all’inizio ragionavo in questo modo: non dover rinunciare a niente ti dà una bella sicurezza psicologica. Con gli anni mi sono reso conto che nelle grandi salite, ogni piccolo dettaglio, ogni grammo risparmiato, fa la differenza e ti permette di muoverti in maniera più agile, veloce ed efficiente. Ti permette di essere meno stanco ed andare avanti dove altrimenti ti saresti arreso.
Sul Bhagirathi IV portare un paio di ramponi in tre, mezzo materassino a testa, due paia di scarpette in tre, nessuna tenda, cibo per un giorno e nient’altro oltre lo stretto indispensabile è stata senza dubbio una delle chiavi del successo.
Spesso dobbiamo rinunciare e sacrificare qualcosa se vogliamo arrivare in cima…non solo in montagna, ma anche in questo preciso momento storico nella vita di tutti i giorni.
Quando vado in falesia, o comunque a fare una via di impegno modesto, nello zaino ci metto di tutto: tre paia di…
Pubblicato da Matteo Della Bordella su Mercoledì 28 ottobre 2020
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