È il film sulla vera vita di Jesse Owens, ed esce nelle sale italiane giovedì 31 marzo 2016 con la promessa di rivelazioni inedite sul più grande atleta olimpico di ogni tempo, ma Race – Il colore della vittoria ha già diviso il pubblico e la critica americana. Uscito nei cinema USA a metà febbraio, il biopic diretto da Stephen Hopkins ha collezionato recensioni divise a metà, tra l’entusiasmo per la figura leggendaria di Jesse Owens e qualche perplessità sulla tenuta artistica del film. Ecco allora le prime impressioni su Race – Il colore della vittoria.
Race is exactly the kind of film the Academy loves to honor: bland, uplifting, respectable, engaged with historical social issues, but not too controversial or directly tied to the present.
Race è esattamente il tipo di film che l’Academy ama premiare: blando, edificante, rispettoso, impegnato con le questioni sociali e storiche ma non troppo controverso o direttamente legato al presente.
Tasha Robinson, The Verge
You’d think it would be impossible for a biopic of a great athlete to be wholly lacking in muscle tone. But Race, which tells the story of Jesse Owens’ odyssey from running track at Ohio State University to winning four gold medals at the 1936 Olympics in Berlin, carries that dubious distinction—well meaning but lethargic, it barely has enough energy to hold the torch aloft.
Si penserebbe che sia impossibile per un film biografico di un grande atleta essere totalmente privo di tono muscolare. Eppure Race, che racconta la storia di Jesse Owens dal campo di allenamento della Ohio State University alle quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi del 1936 a Berlino, lascia questo dubbio: ricco di significato ma letargico, e a malapena carico di energia per tenere la torcia in alto.
Stephanie Zacharek, Time
The film would have been wise to find more opportunities to subvert cliché instead of indulge it, as it does in the beautifully ironic moment when Coach barks, “Can you work?” Owens’ reply: “I was picking 100 pounds of cotton a day when I was 6 years old.”
Il film avrebbe potuto saggiamente trovare maggiori opportunità di sovvertire i cliché invece di indulgere su di essi come fa in quel momento splendidamente ironico in cui il Coach abbaia: “Si può lavorare ?” e Owens risponde: “Raccoglievo 100 libbre di cotone al giorno quando avevo 6 anni…”
Kyle Smith, New York Post
If “Race” is a standard inspirational biopic that exalts the legend of an athletic hero, at least it doesn’t soft-pedal the racism that Owens encountered at every turn
Se “Race” è un classico biopic che esalta la leggenda di un eroe sportivo, almeno non camuffa il razzismo che Owens ha incontrato ad ogni angolo della sua vita.
Stephen Holde, The New York Times
Race: An Inspiring but Muddled Biopic. The movie, which charts Jesse Owen’s path to the 1936 Berlin Olympics, fumbles trying to tell multiple stories at once.
Race: Un ispirato ma confuso film biografico. Il film, che traccia il percorso di Jesse Owens fino alle Olimpiadi di Berlino del 1936, armeggia troppo cercando di raccontare più storie in una sola volta .
David Sims, The Atlantic
Per tutti gli altri contenuti su Race – Il colore della vittoria, clicca qui.
©RIPRODUZIONE RISERVATA