C’è una miniserie su Netflix, Sei ciò che mangi – Gemelli a Confronto, che sta scalando rapidamente la classifica delle serie più viste sulla piattaforma di streaming e che è da vedere assolutamente e con occhio critico. Perché non parla di veganismo e di guerre di religione sulle diete, ma parla della nostra salute.
Sei ciò che mangi – Gemelli a Confronto su Netflix: perché guardare la miniserie Tv su alimentazione vegana e onnivora
Sei ciò che mangi – Gemelli a Confronto non è la prima serie Tv su Netflix che parla di alimentazione, cibo e diete: nel 2021 avevamo scritto di The Game Changers, il documentario di Netflix sull’alimentazione vegana negli sportivi, ma questa volta siamo un passo oltre. Perché la serie parla di un un vero studio scientifico, pubblicato il 30 Novembre 2023 (Cardiometabolic Effects of Omnivorous vs Vegan Diets in Identical Twins – A Randomized Clinical Trial) e che in qualche modo è inedito: 22 coppie di gemelli omozigoti, quindi con lo stesso DNA, per 8 settimane hanno seguito una dieta sana, cioè ricca di frutta, verdura, cereali integrali e legumi e povera di zuccheri e amidi raffinati; ma una dieta era plant based, cioè vegana a tutti gli effetti, l’altra era onnivora, cioè prevedeva anche pollo e pesce oltre a uova e latticini.
Dieta Made in USA
Serve una premessa: Sei ciò che mangi – Gemelli a Confronto parte dal punto di vista della “alimentazione americana”, la cosiddetta Standard American Diet, il cui acronimo è “Sad”, dai suoi presupposti storici e dalle sue conseguenze sociali.
I presupposti storici sono che durante la Seconda Guerra Mondiale il governo USA si rese conto che una larga parte dei giovani uomini americani che volevano arruolarsi nell’esercito erano troppo magri per poter soddisfare gli standard fisici imposti dall’esercito. Questo innescò uno shock culturale verso un’alimentazione iper-proteica a base di carne e latticini. Ma poiché carne e latticini erano poco disponibili in quantità e comunque lo erano ad alto costo, questo ha dato vita all’industria alimentare su larga scala, con allevamenti intensivi e prodotti disponibili nella grande distribuzione a costo accessibili. Con la fine della Seconda Guerra Mondiale e il boom economico i cibi economici dei supermercati sono diventati un business economico per l’industria alimentare, fino alla condizione attuale in cui, al netto delle specificità di ciò che tradizionalmente mangiano i diversi gruppi etnici che compongono la società americana, gli Stati Uniti hanno i maggiori tassi di obesità e sovrappeso al mondo. Con conseguenti malattie cardiovascolari e metaboliche correlate.
Gemelli a Confronto
L’idea della studio della Stanford University alla base scientifica della serie Tv di Netflix è nato confrontando condizioni di salute, tassi di sovrappeso e obesità e stili di vita di due popolazioni divise solo da una highway: quella di San Bernardino in California, curiosamente sede del primo McDonald’s della storia, e quella di Loma Linda. Chi è stato negli USA avrà sicuramente notato che una highway può dividere plasticamente i quartieri upper class dagli slums, e anche senza arrivare a questa polarizzazione estrema a Loma Linda abbiamo una comunità prevalentemente di Avventisti del Settimo Giorno che ha accesso a frutta, verdura, legumi, alimenti sani, che svolge attività fisica regolare e che, soprattutto, è prevalentemente vegetariana; dall’altra parte, a San Bernardino, abbiamo una comunità a basso reddito e bassa scolarizzazione, che non ha accesso a cibo fresco o non lavorato industrialmente, e che mangia cibo prevalentemente di bassa qualità, spesso da fast food. Quello che in gergo viene chiamato ormai “deserto alimentare“. Bene: la comunità di Loma Linda vive mediamente 10 anni in più di quella di San Bernardino.
Da qui l’idea, inedita e rivoluzionaria, di mettere a confronto per 8 settimane persone con lo stesso DNA, cioè la stessa base di partenza, e vedere il ruolo dell’epigenetica – cioè di fattori come l’età e fattori ambientali come agenti fisici e chimici, dieta, attività fisica, etc – nel modificare l’espressione dei geni. O meglio, nel caso di studio, di alcuni parametri fisici relativi alla salute.
L’impatto socio-ambientale dell’industria alimentare
Tangenzialmente nella serie Tv Netflix Sei ciò che mangi – Gemelli a Confronto c’è un altro tema di cui tener conto, oltre a quello della salute individuale e sociale, ed è l’impatto socio-ambientale dell’industria alimentare e degli allevamenti intensivi: dal disboscamento dell’Amazzonia per fare posto a pascoli per l’allevamento di bovini che daranno carne a basso costo allo sversamento di liquami dagli allevamenti intensivi di maiali e pollame (con la nota non secondaria che i farmer americani possiedono solo il terreno e i capannoni, mentre i capi di bestiame e la loro gestione sono in mano a multinazionali anche extra USA) fino alle prove di forza, in spregio della legge sull’inquinamento, nei confronti delle piccole comunità rurali, sono immagini crude che non possono lasciare indifferenti. Ma questo è un correlato della serie Tv, mentre il nocciolo della questione è la salute, appunto individuale se non collettiva.
Effetti cardiometabolici di diete onnivore e vegane in gemelli identici – Uno studio clinico randomizzato
Il titolo dello studio da cui deriva la serie Netflix è già esplicito: uno studio clinico randomizzato su gemelli identici sugli effetti cardiometabolici di diete onnivore e vegane. Come detto le coppie di gemelli sono omozigote, quindi con identico DNA, l’assegnazione della dieta casuale, per estrazione a sorte, i gemelli coinvolti nello studio sono eterogenei per età, gruppo etnico, genere, estrazione sociale e scolarizzazione. Tra i test a cui sono sottoposti all’inizio e alla fine delle 8 settimane oggetto dello studio ci sono peso, massa grassa e massa magra, grasso viscerale, libido, resistenza, età biologica e attività cerebrali, oltre a una serie di altri indicatori estrapolati da esame del sangue, delle urine e delle feci. Insomma, un check-up completo e approfondito. Le coppie di gemelli per le prime 4 settimane mangiano solo i pasti forniti dagli studiosi, per le seconde 4 settimane devono fare la spesa in autonomia e prepararsi i pasti da soli.
Sei ciò che mangi – Gemelli a Confronto: i risultati dello studio in termini di salute e benessere
A conclusione delle 8 settimane di studio i risultati sono sotto gli occhi di tutti:
Colesterolo LDL (quello “cattivo”): con la dieta vegana è diminuito di almeno il 10%, mentre è rimasto invariato se non aumentato nel caso degli onnivori;
TMAO (TriMetilAmmina-N-Ossido), un parametro del sangue indicativo del livello di infiammazione e del rischio di eventi avversi cardiovascolari maggiori (come infarti e ictus): il dato crolla con la dieta vegana mentre rimane invariato o aumenta con la seppur “sana” dieta onnivora comprensiva di carne;
Microbioma, indicatore della salute intestinale: nei vegani, aumentano i batteri utili per l’intestino e diminuisce l’infiammazione intestinale;
Età biologica e cellulare, cioè l’età che si può attribuire a un individuo sulla base delle sue condizioni morfologiche e funzionali come qualità dei tessuti, degli organi e degli apparati, valutate rispetto a valori standard di riferimento: i gemelli che hanno seguito la dieta vegana sono risultati biologicamente più giovani anche di anni rispetto ai fratelli onnivori;
Libido (misurata tramite un test sulla pressione sanguigna genitale): l’alimentazione vegana ha aumentato esponenzialmente la libido di chi l’ha seguita, con valori molto più alti rispetto a chi ha seguito l’alimentazione onnivora;
Composizione corporea e prestanza atletica: tutti hanno perso peso ma alcuni gemelli che hanno seguito la dieta vegana hanno anche perso massa muscolare. Tuttavia, sempre per “errori” del soggetto: o mangiava troppo poco non rispettando le regole e i pasti forniti o non faceva attività come avrebbe dovuto. Di contro, la muscolatura di chi ha mangiato in maniera onnivora è rimasta soddisfacente, tuttavia il loro grasso viscerale non è diminuito anzi in alcuni casi è aumentato
Visione critica
Ora, messa così, non bisognerebbe far altro che abbandonare immediatamente carne e latticini e abbracciare l’alimentazione vegana. Però, benché si tratti di una serie Tv basata su un vero e rigoroso studio scientifico, un po’ di visione critica è necessaria.
Prima di tutto il presupposto è che si parla della realtà americana, che nonostante gli allarmanti tassi di sovrappeso e obesità, anche infantile, che stiamo riscontrando anche da noi (la cosiddetta Sindrome di Homer Simpson) è una realtà ancora un po’ lontana dalla nostra.
Poi come tutti i prodotti di intrattenimento anche Sei ciò che mangi – Gemelli a Confronto è confezionato come si deve: il preparatore fisico che segue le coppie di gemelli è vegano e appare sempre con i muscoli in bella vista dalla canottiera e corre più veloce dei gemelli che sta allenando; parimenti nella serie si parla anche di prodotti surrogati tipo Beyond Meat, e l’intervento di Miyoko Schinner, fondatrice di Miyoko’s Creamery che produce burro e formaggi vegani, è un bello spot all’industria dei surrogati; parimenti d’impatto emotivo è lo storytelling intorno alla scelta di chef Daniel Humm che dopo aver portato il ristorante Eleven Madison Park di New York alle 3 stelle Michelin e a essere nominato il miglior ristorante al mondo con piatti come l’anatra arrosto con miele e lavanda, l’astice cotto nel burro o il foie gras ha fatto una inversione a U verso una scelta vegana dettata soprattutto da motivazioni etiche; last but not least non si parla delle necessità di integrazione per chi segue una dieta 100% vegana a lungo termine (tipicamente gli indispensabili Vitamina B12 e Omega 3, ma anche Vitamina D, Ferro, Calcio, Zinco e Iodio) né dei costi ambientali e sociali del boom di richiesta di alcuni prodotti (tipicamente l’avocado, di cui abbiamo già scritto qui).
Detto tutto ciò, Sei ciò che mangi – Gemelli a Confronto è da guardare senza preclusioni né prese di posizione preventive, e fare un po’ i conti con le proprie scelte alimentari, sia in termini di quantità di determinati alimenti che in termini di qualità, non può che far bene alla salute individuale e collettiva, compresa quella del pianeta.
©RIPRODUZIONE RISERVATA