Un amico una volta mi ha detto che quando va col windsurf lui urla. Adesso è passato al kite, e gli ho chiesto se continua a urlare e sì, continua a farlo. Gli piacciono anche i flow in mountain bike e lo snowboard, anche se adesso si è preso pure una gravel per venire in giro in compagnia.
Ne ho un altro invece a cui piace sfiancarsi di km di corsa, che ogni anno con la bici da strada fa lo Stelvio, e dice che continuerà a farlo finché riuscirà, e che in inverno pratica sci di fondo dal primo all’ultimo giorno di apertura delle piste.
Sei un tipo da adrenalina o fatica?
In fondo amano la stessa cosa, amano gli stessi luoghi, negli stessi momenti o stagioni, ma è come se fossero agli antipodi: il primo è come se solcasse sempre a tutta velocità la superficie terrestre, sfiorandola quasi in infiniti adattamenti infinitesimali; il secondo invece è come se amasse assaporare ogni singolo istante in cui esprime il suo impegno, il suo sforzo e la sua determinazione per andare avanti.
Ho riflettuto sul fatto che pur amando le stesse cose – la montagna, i sentieri, la natura, la neve, i boschi, i fiumi e il mare – le amano in modi antropologicamente diversi: l’uno lasciarsi trasportare dalla forza degli elementi – l’acqua, il vento, la gravità – l’altro lottando contro di essi.
Sarebbe facile, troppo facile, aggrapparsi alla metafora della formica e della farfalla, alla dicotomia del godimento e del dolore, o del piacere e del dovere, ai concetti antichi di telos e carpe diem. E da qui poi volerne trarne chissà quali considerazioni di ordine morale, sociale, valoriale.
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In realtà sono molto meno agli antipodi di quanto si possa pensare. Amano entrambi la stessa cosa, ma l’amano in modi diversi, e che ci siano modi diversi di amare, e di esprimere l’amore, pur con la stessa intensità, è roba ormai acquisita.
Volendo proprio convincerci a dividere il mondo in Guelfi e Ghibellini, in Capuleti e Montecchi, senza per forza dividerlo in buoni e cattiva ma anzi, da una parte ci stanno sciatori e snowboarder, mountain bike da discesa, gente da rafting, surf, kite e così via; dall’altra scalatori e arrampicatori, maratoneti, fondisti, maratoneti e trail runner.
I miei amici, che conosco da prima dei vent’anni, sono sempre stati così, e pur con i cambiamenti inevitabili per chi ha superato i 50, sono rimasti fedeli nel tempo all’essenza del loro spirito. E così la domanda a cui ancora non sono riuscito a rispondere è se tipi da adrenalina o fatica si nasce o si diventa, e se anche, nel corso della vita, un po’ ci si trasforma.
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