Suzy, la mezzofondista olimpionica che faceva l’escort a Las Vegas

È uscito oggi negli USA Fast Girl – A Live Spent Running From Madness” (Harper Collins), l’autobiografia in cui Suzy Favor Hamilton si mette a nudo raccontando la sua vita parallela di escort e ripercorrendo i passi della sua esistenza in bilico tra competizione sportiva esasperata, depressione maniacale, ambizione e perversione.

Il nome dell’autrice non vi suona nuovo? Niente di strano: Suzy è stata una delle atlete statunitensi più popolari degli anni Novanta. Mezzofondista, vinse sette titoli nazionali e partecipò a tre olimpiadi (Barcellona 1992, Atlanta 1996 e Sydney 2000). Tuttavia, poco prima della fine della sua carriera sportiva qualcosa in lei si incrinò.

La Hamilton, ormai madre e moglie quarantenne, in preda a depressione e disturbo bipolare della personalità iniziò una vita parallela prostituendosi già dal 2000 a 600 dollari l’ora sotto lo pseudonimo di “Kelly Lundy” per conto di un’importante agenzia di escort di Las Vegas, la Haley Heston. Il sesso diventò per lei lo strumento sostitutivo della corsa, una “disciplina” elettrizzante in cui voleva primeggiare a tutti i costi, ma anche un’attività in grado di innescare una pericolosa dipendenza.

Dopo che questo lato segreto della sua vita  venne scoperto e rivelato al pubblico nel 2012 dal sito investigativo “The Smoking Gun” (il marito ne era già al corrente), Suzy attraversò un periodo di profondo buio che la portò a sfiorare il suicidio, finché decise di fare i conti con se stessa una volta per tutte raccontando la sua storia con onestà.

Nella autobiografia la Hamilton, ora quarantaseienne, cerca di riconciliarsi con sè e con il pubblico scioccato dalla notizia della sua seconda vita. «Ho riflettuto e ho capito che i miei errori erano gravi, ma ormai erano stati fatti. Rialzati, mi son detta, e sii orgogliosa di chi sei ora. L’esistenza è troppo breve per vivere nella vergogna», ha commentato l’autrice.

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