The Program, il film che racconta il grande imbroglio di Lance Armstrong, esce nelle sale italiane giovedì 8 ottobre 2015: è il racconto lineare e scrupoloso degli anni che vanno dalla diagnosi di cancro ai testicoli del 1996 ai 7 Tour de France vinti consecutivamente fino alle accuse ufficiali di doping, alla confessione dello stesso Lance Armstrong intervistato da Oprah Winfrey e la conseguente squalifica a vita e revoca di ogni titolo sportivo.
Se dal punto di vista cinematografico il film ha diviso la critica (qui le recensioni dopo l’anteprima), dal punto di vista della narrazione ci sono poche sorprese: il film si basa sul libro sul “Seven Deadly Sins: My Pursuit of Lance Armstrong” del giornalista David Walsh, tra i primi a dubitare dei risultati sportivi del ciclista texano.
Se come il regista Stephen Frears sapete poco del mondo del ciclismo professionistico (per documentarsi e capire il regista inglese si è messo a bordo strada nella tappa del Mont Ventoux del Tour del 2013 ed è salito sulle ammiraglie del Tour de France) ecco le 11 cose da sapere prima di accomodarsi in sala.
The Program è il primo film sulla scandalosa vicenda di Lance Armstrong
Il libro di Walsh è uscito a fine gennaio 2013 e lo sceneggiatore John Hodge è stato costretto a un’autentica corsa contro il tempo per riuscire a fare il primo film sul ciclista texano. Fatica non vanificata dall’uscita nel 2013 di The Armstrong lie di Alex Gibney: doveva raccontare il ritorno di Armstrong alle corse, si trovò a registrare in diretta il disvelamento di una delle più grandi menzogne della storia dello sport.
Ben Foster si è sottoposto a un programma di doping
Sì, l’attore statunitense, per capire davvero cosa significa doparsi e calarsi totalmente nei panni di Lance Armstrong, si è sottoposto a un programma di doping sotto stretto controllo medico. Non pago Foster ha anche passato 6 settimane in Colorado per allenarsi a stare in bicicletta con la stessa postura di Armstrong, il tutto con la consulenza degli ex ciclisti David Millar (altro corridore che ha confessato di aver fatto ricorso al doping con conseguente squalifica e revoca del titolo mondiale a cronometro 2003) e Andreas Klier. Foster si è anche unito al team Garmin-Sharp che stava
partecipando al Cross Colorado Tour.
La figura del dottor Michele Ferrari
Secondo Walsh e come si vede nel film The Program, il medico italiano Michele Ferrari (interpretato da Guillaume Canet) sarebbe l’ideatore del programma (da cui il titolo) di doping sistematico. Il medico ferrarese, inibito a vita dall’esercizio della professione sportiva e inserito a settembre del 2015 nella lista nera della WADA, l’agenzia mondiale antidoping, nega di aver mai somministrato Epo a Lance Armstrong e ha dato mandato a uno studio legale di richiedere il sequestro del film minacciando il distributore Videa di una richiesta danni.
Tra le curiosità che riguardano il dottor Michele Ferrari i soprannomi che gli sarebbero stati affibiati negli anni: Schumi e Nosferatu.
Le scene in bicicletta
Le (poche) scene di ciclismo in strada sono state girate sul Galibier, una delle salite mito della Grande Boucle: il Tour de France ha scalato per la prima volta i suoi 2645 metri nel 1991, e tra le tappe di montagna è secondo solo al Tourmalet. Classificato hors categorie, nel 2011 è diventato l’arrivo più alto di tutta la storia del Tour de France, con il traguardo posto alla sommità per celebrare il centenario del primo passaggio.
Oltre ad Andreas Klier, per girare le scene in sella è stato ingaggiato anche l’ex ciclista olandese Servais Knaven (sul quale finora non sono mai emerse ombre di doping). Le riprese sul Galibier sono state effettuate a fine ottobre, l’unica finestra possibile per avere ciclisti professionisti come interpreti: in quel periodo c’è già la neve, ma il film è ambientato in estate.
C’è anche il libro The Program
Il 1 ottobre 2015, per i tipi di Sperlink & Kupfer, è uscita anche l’edizione italiana del libro di David Walsh: si intitola The Program e c’è anche in edizione ebook (420 pagine, 18,90 euro).
I costi legali del Sunday Times
L’ostinazione di David Walsh nel non voler credere alla favola bella di Lance Armstrong è costata al Sunday Times, il giornale per cui Walsh scriveva, centinaia di migliaia di dollari in spese legali. Alla fine però ha avuto ragione Walsh, che mettendo più volte a rischio la sua carriera professionale ha però contribuito a svelare al mondo uno dei più grandi inganni dei nostri tempi.
Lo scandalo Festina del 1998
Lance Armstrong e la sua US Postal non erano ovviamente gli unici a far ricorso al doping sistematico. Nel film The Program si accenna anche al cosiddetto Scandalo Festina: l’8 luglio 1998 il massaggiatore della squadra tra le più vincenti del decennio viene fermato alla frontiera franco-belga con a bordo centinaia di dosi di eritropoietina, anabolizzanti, anticoagulanti del sangue e altre sostanze dopanti. Nel film Armstrong e Ferrari ridono del modo in cui il team Festina si è fatto beccare.
L’altro libro accusa contro Lance Armstrong
L’idea del film è venuta a Stehen Frears non leggendo il libro di Walsh, ma una recensione di “The Secret Race: Inside the Hidden World of the Tour de France: Doping, Cover-ups, and Winning at All Costs” scritto dall’ex ciclista Tyler Hamilton, compagno di squadra di Armstrong.
Le altre fonti
Oltre che sul libro di Walsh, lo sceneggiatore Hodge si è basato anche sui racconti di altri ciclisti dell’epoca e sulle loro confessioni giurate all’USADA, l’agenzia antidoping americana.
Dilettanti come comparse
Nel peloton delle scene di corsa in bicicletta ci sono anche 20 ciclisti dilettanti francesi: senza veri ciclisti Frears non avrebbe fatto il film.
Il meccanico sul set
Trattandosi di un film su e con le biciclette, era essenziale avere un meccanico sul set: è stato ingaggiato Jeff Brown, che aveva lavorato per molti anni come meccanico di Lance Armstrong proprio nella US Postal.
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