La premessa è che esistono le MTB a pedalata assistita: non stiamo parlando di e-bike che assomigliano a MTB ma di “rampichini” veri e propri che oltre ai telai super tecnologici buoni per una gara di Coppa del Mondo, hanno anche un motorino elettrico che aiuta la pedalata regalando un po’ di spinta.
Sono un po’ le Formula Uno delle MTB: ci sono le aziende che producono i telai (Scott e KTM le più note ma anche Haibike o Focus…) e quelle che producono i motori, da Bosch a Yamaha. Esistono anche aziende che producono e vendono kit in grado di trasformare qualsiasi bici in una eBike.
La seconda premessa è che in Italia siamo abituati a pensare alla e-bike come a una bici per vecchietti con la pancia: nel resto del mondo invece il mercato è esploso anni fa, raggiungendo percentuali impensabili sul venduto totale. E gli atleti sanno che la pedalata assistita nulla toglie alla dignità sportiva dell’atleta in sella.
Ne abbiamo parlato con Marco Manuzzi, romagnolo, argento ai recenti Mondiali di eBike che si sono svolti a San Candido, in Alta Pusteria.
Qual è la definizione di bici a pedalata assistita?
Il codice della strada – dopo aver recepito una direttiva europea sul caso nel gennaio 2003 – limita la definizione di bicicletta a pedalata assistita ai mezzi il cui motore elettrico ha una potenza nominale massima di 250W. Il motore si deve attivare solo durante la pedalata e si deve spegnere automaticamente al superamento dei 25 km/h e comunque quando i pedali sono fermi. Il termine più generico di “bici elettrica” viene spesso usato indistintamente per indicare sia le bici a pedalata assistita che quei mezzi le cui caratteristiche superano i limiti appena descritti. Il codice le riconosce come veri e propri motocicli e quindi richiederebbe anche targa e uso del casco.
Quanto costa una MTB a pedalata assistita? E dove si trovano a noleggio?
Una buona MTB con cui si possono fare anche le gare costa attorno ai 3500 euro, tutto compreso. Il solo kit per trasformare la MTB in e-MTB costa poco più di 1000 euro (come la mia Alcedo con motore Bafang), a cui va ovviamente aggiunto il costo della bici stessa. Nei noleggi di MTB sulle Dolomiti e nei luoghi di montagna più ciclisticamente evoluti è facile trovare delle ottime bici (soprattutto quelle delle grandi aziende come Scott e KTM). Ovviamente consiglio a tutti di provarle per comprenderne la facilità. L’uso è molto intuitivo ma bisogna saperci andare…
Quali sono i segreti per pedalare su una eBike?
Intanto bisogna aver voglia di pedalare in montagna. Solo in salita e ancor più sullo sterrato si possono apprezzare le potenzialità di questo tipo di e-bike. Noi facciamo le gare ma è solo per divertirci: l’obiettivo di questi mezzi è rendere accessibili le grandi vette a tutti, off road come su asfalto, anche ai 50enni che vivono in città e sono poco allenati. Con una e-bike ti si apre un mondo. Puoi scalare i passi come il Pordoi o lo Stelvio per il puro piacere di pedalare e stare nella natura. Si fa fatica, eccome, non sono certo degli scooter. Bisogna essere in forma ovviamente e il cuore batte all’impazzata anche con queste bici, ma si possono fare cose altrimenti impossibili. Da un punto di vista tecnico bisogna sapere che tutti questi motorini più o meno premiamo la frequenza di pedalata più che la potenza muscolare. È più importante quindi avere un rapporto leggero e “muovere i piedi” piuttosto che alzarsi sui pedali e scaricare potenza. L’ideale è rimanere sulle 70/80 pedalate al minuto. Con quella frequenza, la mia bici mi permette di salire su una pendenza del 20% (cioè molto più dei passi alpini) a 8 km/h. Non è un caso che lo scorso anno i Mondiali siano stati vinti da una ragazza austriaca, Silke Keinath, che pedalava agilissima in mezzo ad un folto gruppo di maschi agguerriti. Detto questo e ricordando che comunque in pianura si va a più di 25km/h solo grazie alla forza delle proprie gambe, non bisogna trascurare la tecnica di guida. Se la pedalata assistita ti permette di arrivare in cima ad una montagna sullo sterrato, non va dimenticato che bisogna anche saperla guidare tra un sasso e l’altro, sia in salita che in discesa. E poi ci sono un’infinità di trucchetti semplici da conoscere: ad esempio, per abbassare la temperatura del motore che per lo sforzo si surriscalda, basta entrare in tutte le pozzanghere che si incotrano sul sentiero, anziché evitarle.
Quanto dura la batteria?
Da mezz’ora a mezza giornata. È tutto molto relativo. Un uomo che pesa 90 kg consumerà la batteria molto più in fretta di chi ne pesa 60. E ovviamente la durata dipende dalla velocità che si intende tenere. Bisogna imparare a dosare la carica e le forze, in funzione dell’escursione (o della gara) che si ha in mente di fare. E se la batteria finisce, non va dimenticato che questa è sempre una bici. Sarà ovviamente più pesante delle altre ma si riesce sempre a tornare a casa pedalando.
È vero che molti ciclisti professionisti hanno cominciato ad utilizzarla per allenarsi?
Si, soprattutto ad inizio stagione. Come con qualsiasi altra bici, un atleta professionista decide su quale percentuale di soglia allenarsi e poi si regola. Se decide di stare sui 140 battiti, ad esempio, misurerà lo sforzo e la sfruttamento della batteria in funzione di quel livello. Se si scende sotto i 140 e si fa poca fatica, allora si diminuisce l’influenza della pedalata assistita e si torna alla quota corretta. E viceversa.
Credit: www.wisthaler.com
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