Passati i postumi dalla tecno-sbornia dell’annuncio del 9 settembre 2014, cominciano le considerazioni sull’Apple Watch, il nuovo gadget di Cupertino.
La sensazione che corre in Rete è che l’orologio di Apple, insieme agli altri presentati nei giorni scorsi (il Moto 360 di Motorola, il Gear S di Samsung, il Watch R di LG, lo Zenwatch di Asus e lo Smartwatch 3 di Sony), abbia dato il via a una nuova fase tecnologica che ha una possibile conseguenza nel mondo outdoor: la fine degli smart tracker per come li conosciamo ora.
Naturalmente è tutto da vedere e l’eclissi degli orologi da fitness non sarà così veloce (Apple Watch sarà presentato ufficialmente il 9 marzo 2015), ma le caratteristiche dei nuovi device da polso sono molto promettenti quanto a monitoraggio dell’attività fisica. Lo smartwatch della Mela (“Il dispositivo più personale che abbiamo mai creato”, lo ha definito Tim Cook) arriverà in due formati, maschile e femminile, e tre versioni: Watch, in acciaio inossidabile, Sport, in alluminio, e Watch Edition, in oro a 18 carati. Il display è Retina, rettangolare e rivestito da vetro zaffiro, sensibile a diverse intensità di pressione del tocco, per i comandi. La corona laterale, eredità degli orologi classici, serve a zoomare sui soggetti e a muoversi fra le varie funzioni, e fa da tasto Home.
http://youtu.be/ktujsc4ZUTo
Al di là delle varie applicazioni – come i pagamenti facilissimi via NFC, l’apertura delle porte di una camera di hotel, il controllo della Apple TV, la possibilità di rispondere a email e sms e la navigazione stradale tramite vibrazioni – la parte più interessante per noi riguarda quello che può fare questo orologio in chiave fitness. Non c’è il GPS integrato, ma si utilizza quello dell’iPhone (Apple Watch va utilizzato con uno smartphone Apple). Le applicazioni più importanti, sviluppate appositamente per il device, sono Attività, Fitness e Workout, progettate per monitorare il nostro fisico e il moto che facciamo.
Attività calcola quanto ci muoviamo e con che qualità e ci avvisa quando siamo seduti da troppo tempo. L’accelerometro misura i movimenti del corpo, un sensore rileva l’intensità dello sforzo in base alla frequenza cardiaca, mentre il GPS e il Wi-Fi dell’iPhone vengono utilizzati per calcolare la distanza percorsa. Il che, certo, significa andare a correre portandosi lo smatrphone addosso, cosa che avevamo dimenticato grazie ai piccoli smart tracker.
L’infografica che raccoglie questi dati nell’arco della giornata è molto semplice e immediata: tre curve colorate che segnalano il movimento (le calorie bruciate), gli esercizi (i minuti di attività più intensa) e la frequenza con cui ci si alza.
Workout, o Allenamento nella versione italiana, è invece un trainer digitale, di quelli che siamo abituati a vedere sui braccialetti fitness. Durante le singole sedute cardio (la app distingue fra running, camminata, bici, ecc.) vengono mostrati dati su tempo, distanza, calorie bruciate e ritmo dell’allenamento. Si possono impostare gli obiettivi delle sessioni, e tutte le info vengono raccolte nella app Attività, che fa il riepilogo della giornata. C’è anche una sorta di ‘incoraggiamento’ a raggiungere le mete che ti sei prefissato e piccole icone di festeggiamento quando arrivi all’obiettivo.
Fitness è l’app che raccoglie i tuoi dati e li analizza su un periodo più lungo: giornata, settimana, mese. Si consultano i dettagli sui progressi dell’attività e del fisico.
L’orologio più adatto per il movimento, neanche a dirlo, è lo Sport, il più leggero, con vetro alluminosilicato resistente a graffi e urti, grazie anche a un rinforzo a livello molecolare che prevede ioni più grandi, in grado di dare una superficie più robusta del vetro tradizionale.
Le date di uscita non sono ancora state annunciate, ma il prezzo sì: si parte da 349 dollari.
Ripetiamo la domanda: che fine faranno i braccialetti fitness? Riusciranno a convivere con Apple Watch e gli altri orologi intelligenti?
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