Ma alla fine la carne rossa fa male? Quante volte possiamo mangiarla a settimana? Esiste o no una correlazione fra carne rossa e malattie cardiovascolari? E perché è così difficile rispondere a queste domande?
Gli studi scientifici sulla salubrità delle carni di vitello, manzo, cavallo e maiale sono spesso contraddittori. C’è chi ne esalta il contenuto di vitamine e minerali, chi sostiene che vadano addirittura eliminate dalla dieta o chi è convinto che i loro effetti negativi sull’organismo (alzano il colesterolo) oltrepassino i benefici.
Una ricerca recente sull’argomento, finanziata dalla Northwestern University, ha evidenziato che mangiare almeno due porzioni settimanali di carne rossa o lavorata comporta un leggero aumento dei rischi di morte prematura e di contrarre malattie cardiovascolari. Questi risultati vanno in contrasto con uno studio condotto nell’autunno 2019 dalla McMaster University (ne abbiamo parlato qui), secondo cui non c’è bisogno di ridurre il consumo di carne rossa per stare meglio in termini di salute.
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Quando la carne rossa fa male?
Il team di ricercatori ha avuto accesso a un ampio database con i dati di 29.682 individui (età media di 54 anni). Questi soggetti sono stati monitorati per circa 30 anni per via una serie di studi passati che hanno raccolto (e aggiornato) le loro informazioni inerenti alla dieta, allo stato di salute e agli eventuali decessi durante il periodo di osservazione.
Gli esperti hanno quindi incrociato i dati per trovare delle correlazioni tra carne rossa e malattie cardiovascolari. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Jama Internal Medicine.
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Carne rossa, quante volte a settimana?
Nei soggetti abituati a mangiare almeno due porzioni di carne rossa o lavorata a settimana, secondo i risultati, i rischi di contrarre malattie cardiovascolari o di morire prematuramente (per tutte le cause possibili) aumentavano dal 3% al 7%. Per quanto riguarda il consumo di pesce e carne bianca, invece, non è stato rilevato alcun pericolo significativo per la salute.
Di solito, i nutrizionisti raccomandano di non superare le due porzioni di carne rossa o lavorata alla settimana, ma secondo questo studio è meglio limitarsi a una razione ogni sette giorni. Certo, l’aumento di rischio evidenziato dalla ricerca è molto basso, però potrebbe rappresentare un punto di partenza per nuovi studi sul rapporto tra numero di porzioni di carne rossa e salute dell’uomo: “Abbiamo mostrato che il legame tra la carne rossa e le malattie cardiovascolari è solido”, ha detto Victor Zhong (Cornell University), l’autore principale dello studio.
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Le alternative alla carne rossa
“Vale la pena provare a ridurre la carne rossa e la carne trasformata come il salame piccante o la carne macinata”, ha spiegato Norrina Allen, una delle autrici della ricerca. In attesa di conferme o smentite, noi consumatori potremmo provare a mangiare solo una porzione alla settimana di carne rossa e puntare su alcune valide alternative, tutte perfettamente in grado di fornire un apporto proteico ottimale e di fare bene alla salute grazie a minerali, vitamine e sostanze nutritive di vario genere.
Pesce, frutti di mare, carne bianca (non fritta) e legumi sono alimenti ideali per sostituire una bistecca di manzo o qualsiasi tipo di insaccato.
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