Se n’è andato un giorno del 1986, lasciando la macchina senza benzina e con le chiavi sul cruscotto, parcheggiata alla fine di un sentiero sterrato. Ultimo ricordo: l’esplosione di Chernobyl. Poi più nulla, se non una vita di solitudine nascosto nei boschi del Maine. Christopher Knight aveva solo 20 anni, una famiglia, nessun amico e insignificanti relazioni sociali frutto dell’anno scarso di lavoro come installatore di sistemi di sicurezza a Boston, Massachusetts. Dai boschi che circondano il Moosehead Lake, al confine col Canada, è uscito solo nel 2013, ammanettato dalla polizia che indagava su centinaia se non migliaia di piccoli furti nella zona: Christopher Knight aveva 47 anni, più della metà passati in totale, esclusivo eremitaggio come raccontato nel libro intervista The Strange in the woods, scritto dal giornalista del Guardian Michael Finkel, l’unico con cui Knight abbia accettato di parlare.
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La fuga nel bosco
Knight ricorda poco di quel giorno in cui si è dato alla fuga nel bosco: dopo aver passato qualche giorno in giro per il nord-est degli Stati Uniti ed essere anche passato senza fermarsi davanti a casa sua, Knight imbocca una stradina secondaria che conduce verso il Moosehead Lake, il più grande dello Stato. Abbandona l’auto, ha con sé poche cose e poco cibo, comincia a camminare verso sud senza una meta apparente e soprattutto senza un motivo apparente: “Non avevo nessuno da avvisare, non avevo amici, non so perché l’ho fatto. Semplicemente da quel giorno, per tutti, ho smesso di esistere“.
La storia e la cronaca sono piene di antichi e moderni eremiti, soprattutto negli Stati Uniti dove il mito di Henry David Thoreau, il filosofo autore di “Walden, ovvero La vita nei boschi” e “La Disobbedienza civile” che dal 1845 visse per due anni in una capanna presso il lago di Walden a Concord, Massachusetts, ha seminato seguaci della fuga dalla civiltà e della ricerca della libertà come Chris McCandless e la sua Into the Wild o i moderni Off-gridder.
Ma Knight è una figura diversa di eremita. Non ha nulla a che fare con l’idea pionieristica della frontiera americana, non è un moderno Ribelle di Ernst Jünger, non cerca l’ascesi religiosa e nemmeno quella artistica. Non ha un preciso motivo per scomparire, ancora adesso non ha ben chiaro il motivo per cui l’ha fatto: semplicemente si è perso, e ha perso se stesso, camminando per settimane fino a quando non ha trovato una radura isolata, nascosta, irraggiungibile, e qui ha costruito la sua tana. Era a meno di 50 km da casa sua.
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La sopravvivenza e i furti
Knight non ha precise competenze di sopravvivenza, sa cacciare e pescare ma non ha né armi né strumenti per farlo e i boschi del Maine, dove in inverno le temperature scendono di decine di gradi sotto zero, non sono la cornucopia dei frutti della natura. Knight però ha fame, e deve sopravvivere: nei boschi che lo circondano ci sono numerose di quelle tipiche cabine di legno che gli americani usano per passare i weekend o qualche giorno di vacanza a contatto con la natura. Sono strutture spartane, in zone isolate, non sorvegliate e spesso nemmeno chiuse a chiave. Knight comincia con piccoli furti di cibo e oggetti di necessità come vestiti, materassi, bombole del gas, utensili. È una tattica di sopravvivenza che Knight sviluppa nel tempo: si muove di notte, mai nei giorni festivi, non lascia tracce, usa canoe e imbarcazioni che poi rimette al loro posto per non destare eccessivi sospetti e fondamentalmente sopravvive per 27 anni così, a bassa intensità.
La quantità e frequenza dei furti fanno sospettare a molti dell’esistenza di qualcuno che viva nella zona, ma nessuno ha mai visto Knight in tutto questo tempo e altri, secondo la sua testimonianza, arrivano addirittura a lasciargli cibo e generi di conforto fuori dalla porta. Beni che non prende in nessuna occasione temendo si tratti di una trappola.
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L’arresto e la confessione
Sarebbe andato avanti così se una mattina di inizio aprile del 2013 non avesse commesso il suo primo errore, andando a rubare del cibo in alcune case dove si stava svolgendo un campo estivo: arrestato in flagranza di reato, esce per la prima volta dai boschi, la barba lunga, la fronte stempiata e indosso gli stessi occhiali da vista che usava nel 1986. “Non mi sentivo solo, ma la solitudine ha aggiunto valore alle cose e acuito la mia percezione fino a farmi perdere la mia stessa identità. Non c’era nessuno e io stesso non avevo più desideri. Semplicemente ero completamente libero” ha confessato a Finkel ripensando alla sua esperienza.
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