Sappiamo che per prevenire il contagio da coronavirus, la distanza di sicurezza è quella di almeno un metro; ma quando abbiamo una conversazione in un ambiente chiuso, non bastano nemmeno 2 metri per essere al sicuro. Ce lo spiega uno studio della Princeton University sulla trasmissione di malattie come COVID-19: i ricercatori hanno scoperto che una normale conversazione crea un flusso d’aria conico “simile a un getto” che trasporta rapidamente uno spruzzo di minuscole goccioline dalla bocca di una persona che sta parlando per alcuni metri in uno spazio chiuso come in una stanza di una casa o di un ufficio.
Nello studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences i ricercatori americani (in collaborazione con l’università di Montpellier) hanno concluso che per le attività che si svolgono al chiuso, le normali conversazioni possono diffondere il materiale espirato almeno quanto, se non oltre, le linee guida di distanziamento sociale raccomandate dall’OMS. Cioè oltre un metro, ma anche oltre i 2 metri.
Coronavirus, la distanza di sicurezza al chiuso meglio se oltre i 2 metri
In uno spazio interno senza una buona ventilazione il movimento aerodinamico delle particelle aerosolizzate generate dalla sola parola sono quindi un fattore importante per la diffusione diretta del Covid-19. I rischi si alzano nel caso di conversazioni lunghe.
E le mascherine? I ricercatori affermano che, sebbene le mascherine non bloccano completamente il flusso di aerosol, svolgono un ruolo fondamentale nell’interruzione del flusso d’aria, impedendo il trasporto rapido di goccioline su scale di grandi dimensioni.
I ricercatori, specializzati in fluidodinamica, la scienza che descrive il movimento di liquidi e gas, hanno utilizzato una telecamera ad alta velocità, filmano il movimento di una nebbia di minuscole goccioline illuminate da un foglio laser di fronte a una persona che pronuncia diverse frasi diverse adiacenti al foglio. Hanno scoperto che suoni esplosivi come “P” creano sbuffi d’aria intensi. E che una conversazione può creare un “treno di sbuffi”, ognuno dei quali crea un piccolo vortice d’aria a forma di cono dalla bocca di chi parla. Un flusso che trasporta rapidamente minuscole particelle lontano da chi parla.
Non bastano 2 metri per essere al sicuro
Pare che la distanza raggiunta dalle goccioline dipenda anche dalla durata della conversazione: chi parla per più tempo invierà particelle più lontano. E così non basterebbero 2 metri di distanza per essere sicuri di rimanere lontani dal virus.
Nel documento, i ricercatori hanno scoperto che gli aerosol espulsi durante la parola raggiungevano tipicamente la distanza di 2 metri in circa 30 secondi, anche se su quella distanza la concentrazione degli aerosol si diluisce a circa il 3% del volume originale. Gli accademici sperano che queste informazioni possano aiutare i funzionari della sanità pubblica a prendere quella decisione.
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